MIRACOLISSIMO

INTER-LAZIO 2-1

Bravi, c’è da dirlo. E fortunati, il che non guasta. Certo, a voler rompere i coglioni vien da pensare che se avessero giocato le ultime partite con la stessa garra, saremmo qui a parlare di un’Inter ancora in corsa per lo scudetto. Non che abbia mai pensato fosse davvero possibile vincerlo. Vincere il derby sì, e poi giocarcela punto a punto, ma quella era una speranza, non una convinzione. Certo, c’è modo e modo di NON vincere un campionato, ma questo porterebbe via tanto righe, troppo tempo e infiniti mal di pancia. Comunque, restiamo ai fatti e raccontiamo di una gran bella rimonta, dopo aver subìto il loro gol e giocato da metà primo tempo in 10 uomini.

E invece, sotto di un gol e di un uomo, con Milito agnello sacrificale per far posto a Castellazzi, la squadra si compatta, lasciando a Sneijder ed Eto’o il compito di inventare e allestendo una doppia linea massiccia e incazzata pronta a tamponare e ripartire. L’intenzione è premiata forse aldilà degli effettivi meriti, se è vero come è vero che i due gol arrivano su episodi isolati (splendida pennellata di Sneijder su punizia e gol di Eto’o dopo scivolone tragicomico del loro terzino).

Fortuna audaces iuvat, dicevano i latini, e spesso gli antichi ci azzeccavano.

Il centrocampo filtra e ripropone come nei bei giorni, Cuchu-Zanna e Deki (fino al 489° stiramento della stagione) girano bene, anche se il migliore, in tutti e 90 i minuti, è Nagatomo: il ragazzo pare in trance agonistica per quanto corre, sovrappone e addirittura sovrasta di testa avversari ben più prestanti di lui; la prestazione è tale da meritarsi il titolo di questa cacatella (“miracolissimo” pare essere una delle prime espressioni imparate da Yuto San ai tempi di Cesena).

Detta con la solita esterofilìa che mi contraddistingue, tra il nippico nanerottolo e il butterato del Delta del Po (alias Santon) attualmente non c’è paragone. Ne avremo ulteriore prova il prossimo weekend, quando i due potrebbero trovarsi sulla stessa fascia, uno contro l’altro. Staremo a vedere. Tornando al match, acchiappati pareggio e vantaggio nella guisa di cui si è detto, l’Inter poi è brava a resistere tanto quanto la Lazio è ingenua nel non saper approfittare dell’uomo in più, per non parlare della clamorosa ingenuità di Mauri che si fa cacciare (ristabilendo la parità numerica a metà ripresa) per uno stupido calcetto di reazione dopo fallo di Nagatomo.

Paradossalmente, le occasioni migliori i romani le hanno in 10 contro 10, con un clamorosa traversa di Kozac e un paio di incursioni di Dias. Nota di biasimo per i giardinieri di San Siro che, oltre a non riuscire a trovare una soluzione ad un campo che da vent’anni è indegno della tradizione di quello stadio, hanno anche la pensata di bagnare il prato dopo il riscaldamento dei giocatori, causando una ventina di scivoloni nel solo primo tempo, oltreché la ruzzolata fatale a Biava, che scarlìga (gergo tènnico milanese) proteggendo la palla e  aprendo un’autostrada ad Eto’o nel 2-1 interista di inizio ripresa. Va così, si vince e sinceramente parlando mi sarei accontentato del pareggio agguantato a fine primo tempo, visti anche i risultati dagli altri campi.

E invece, “rischiamo” di arrivare secondi, e magari di vincere una cazzo di Coppa Italia non sarà granché, ma che in ogni caso fa “spessore” ed è senz’altro meglio di un calcio in culo. Sempre che i gufi e le prostitute intellettuali non se la prendano troppo a male…  

E’ COMPLOTTO

La rabbia monta in settimana quando inizio a sentire aria di gufata. La situazione al fischio di inizio è questa: Inter 2 punti sotto il Napoli (impegnato a Palermo) e 3 punti sopra la Lazio, ospite di giornata al Meazza. La critica è unanime nel sottolineare il rischio dei nerazzurri di vedersi battuti e quindi raggiunti dai laziali, ma di fatto quarti visti gli scontri diretti che a quel punto vedrebbero prevalere gli aquilotti. Non uno che abbia paventato l’ipotesi di un’inopinata vittoria dell’Inter (giocava pur sempre in casa, era reduce da qualche sconfitta di troppo e doveva riscattarsi) e magari di un concomitante pareggio del Napoli in terra sicula, dopo che Delio Rossi aveva già sbancato l’Olimpico ai danni dei giallorossi solo 7 giorni prima. No: l’Inter doveva guardarsi alle spalle per evitare lo spauracchio dei preliminari di Champions, se non addirittura dell’Europa League.

E poi Eto’o, Milito e Pazzini messi insieme non segnavano da 168 giorni, mentre gli avanti della Lazio per 5 giorni sono addirittura diventati “i Fantastici 4”.

Sappiamo com’è andata (l’Inter vince, il Napoli perde, nerazzurri secondi e partenopei terzi).   Quindi sucate. Tutti.

Volete sapere i commenti che le mie caste orecchie hanno dovuto sentire? Testuale: “L’inter batte la Lazio e consolida la sua posizione in classifica”. Passare da terzi a secondi adesso si chiama “consolidare”.

Voi invece vi chiamate sempre nella stessa maniera: Prostitute!  

LE ALTRE

Il Milan di fatto vince lo scudetto passando nel finale a Brescia. Non la seguo, e apprendo solo in seguito del leggero malore di Zio Fester Galliani al gol di Robinho… Se il prezzo per togliercelo di mezzo è un cazzo di scudetto, allora facciamoglielo vincere e siamo pari!

La Juve riesce nel capolavoro di rubare un rigore e farsi recuperare al 95’, mentre la Maggica batte il Chievo e si avvicina ai cugini. Dietro boccata d’ossigeno per Doria, Parma e Cesena. Bari (al 100%) e Brescia (diciamo 80%) salutano con l’altra mano la Serie A.

WEST HAM

Quel fighetta di FernandA Torres ovviamente aspetta proprio gli Hammers per svegliarsi: inevitabile sconfitta a Stanford Bridge ed altro colpo di badile alla fossa della retrocessione…

E' alto, biondo e con gli occhi azzurri. Che straveda per lui?

E’ alto, biondo e con gli occhi azzurri. Che straveda per lui?

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