INTER-NAPOLI 0-3
E’ facile ma in buona misura inevitabile il commento alla partita contro il Napoli. Qualsiasi gioco da cortile, o partita di carte, in situazioni simili sarebbe stata interrotta con commenti del tipo “ragasirifa” o “amonte”, anche senza arrivare al turpiloquio che ha motivo di esistere quando è necessario, ma ne ha molto meno quando scade nell’ovvio.
Non parlerò quindi delle ramificazioni che crescono sulla testa dell’arbitro Rocchi, ma mi limiterò a giudicarne l’operato e ancor più gli effetti sulla partita e sul prosieguo di campionato dei ragazzi.
La cronologia degli eventi è ormai tristemente nota: ammonisce Obi per un intervento che non è nemmeno fallo, gli fischia un rigore per un ruzzone che avviene un metro buono fuori dall’area, e che in quanto ruzzone e non trattenuta per la maglia non pare -nemmeno quello- meritevole di “giallo. Tant’è: rigore e espulsione. La chicca finale è il penalty parato e ribattuto in rete da Campagnaro, che al momento del tiro dal dischetto è già di un buon metro dentro l’area. Vero che c’è anche Samuel dentro l’area, ma la cosa non sposta di una virgola il succo della vicenda: rigore da ripetere. A-stretti-termini-di-regolamento lo sarebbe indipendentemente dal ruolo che il giocatore già in area assume nell’azione; figuriamoci se il giocatore di turno approfitta della situazione irregolare per segnare.
Fin lì si può parlare di una bella partita, con azioni da una parte e dall’altra, con un gol giustamente annullato a Pazzini (ovviamente in quel caso arbitro e assistenti bravissimi a segnalare un offside di centimetri…), con un Maicon in promettente forma e le due punte interiste (Pazzo e Forlan) a cercarsi con risultasti discreti. Da lì in poi sull’Inter c’è poco da dire: il Napoli è bravo e lucido nel far valere l’uomo in più e perforare altre 2 volte una difesa necessariamente alta, pur conscia dei rischi di “infilamento”; nulla da dire su Lavezzi & co. che meritano il successo e gli applausi.
Nagatiello la fa grossa sul 2-0, proteggendo col corpo (lui che è alto un metro e un cazzo) un pallone da scarpare via e consentendo così la zampata di Maggio a uccellare JC, Maicon tiene in gioco Hamsik per il 3-0, ma a quel punto la partita era bella che andata.
Ribadisco, gli errori dei ragazzi ci sono stati (ho elencato i più evidenti), ma come troppo spesso succedeva anni fa, sono stati messi nelle condizioni di sbagliare da eventi da loro non dipendenti. Far giocare Chivu dopo gli acciacchi russi, lui soprannominato Swarowski per la sua fragilità, mi è parso fin da subito un azzardo, e guarda caso l’azione del rigore arriva sul suo lato mentre lui ha chiesto il cambio e si trascina per il campo pressoché immobile, lasciando Obi in balìa di Maggio (gran giocatore, per inciso). L’altra faccia della medaglia è che una cappella come quella fatta dal suo sostituto (il nippico), il rumeno non l’avrebbe mai fatta, non vergognandosi di spazzare in out il lancio napoletano.
Partitaccia, insomma, più per gli effetti a medio lungo che per la classifica, che pur rimane da minimo storico.
C’è la sosta, con annessa diaspora di nazionali, e non è mai bello star fermi 15 giorni dopo una sconfitta, con le pentole di fagioli che possono ribollire per due settimane parlando di crisi-Inter (fa niente se il Milan ha un solo punto più di noi). Ranieri dev’essere bravo a tenere “su” i nostri, sottolineando i miglioramenti che comunque si sono visti anche sabato nei primi 40’, e facendo leva sull’ennesima dimostrazione che all’Inter, come i calciatori sanno meglio di lui, si è come sempre contro tutti e ancor di più contro tutti.
Mettiamola così: il nostro campionato deve iniziare dopo la sosta, sperando di poter essere messi meglio sia numericamente che qualitativamente, consapevoli che lo Scudo è per ora molto lontano (la cima della classifica è a +7), ma che il marasma da classifica ancora non preclude niente. So che fa strano fare certi discorsi dopo sole 5 giornate, ma diciamo la verità: se in testa ci fosse, dopo 5 giornate, una squadra tipo Inter degli anni scorsi, magari a 13 e non a 11 punti, la distanza sarebbe già di fatto incolmabile per una squadra nella nostra attuale posizione. Il livellamento verso il basso fa ardere ancora qualche fiammella, anche se occorrerà investire massicciamente in Diavolina per tenerla accesa…
LE ALTRE
La partita dei cattivi finisce con la vittoria meritata dei gobbi sui diversamente milanesi. Per quel che vedo mi pare sia stato un quasi-dominio gobbo ai danni di un Milan che, tranne Pato, ha ritrovato tutti gli altri titolari che contano (parlo di Ibra e Boateng, mi scuserà il figlio di Beniamino Abate). Al momento i gobbi sono la squadra da battere e, se non fossero loro, mi farebbe quasi piacere. Mi spiego: pur nutrendo un doveroso disprezzo per Parrucchino Conte, il suo deretano sulla panchina bianconera mi pare la scelta più logica fatta dalla dirigenza ovina da anni a questa parte. Tra Troppobbuòno Ferrara e Clouseau Del Neri hanno buttato via due stagioni, prima di imbastire un progetto intorno al capello sintetico e l’occhio ceruleo dell’ex-Chierichetto. Che si dovrà confermare e passerà senz’altro periodi meno lustri di questo, ma che sta comunque costruendo una squadra con una sua identità, nella quale vecchie volpi come Buffon, Pirlo e del Piero affiancano un manipolo di più o meno giovani di sicuro o probabile valore (Vucinic, Chiellini, Marchisio, Vidal, e un paio di ali a caso).
Per il resto l’Udinese zitta-zitta è lì in cima con la Juve, ed è difficile trovare nuovi aggettivi per lodare quell’odioso pretino di Guidolin, davvero tanto antipatico quanto bravo. La Roma batte l’Atalanta e pare cominciare a capire il calcio di Luis Enrique, che da parte sua forse inizia ad adattare alle latitudini italiche il suo tiki taka (dopo le prime uscite ne ho sentita una splendida: “più che tiki taka… ‘a Luis: ma a te chi-ti-caca?”.
E’ COMPLOTTO
Non posso dire che non sia stato dato il dovuto risalto alla performance di Rocchi, questo no.
Era del resto impossibile non fare la tara di quanto successo, anche sminuendo i meriti del Napoli che pure ci sono. E’ chiaro però che il gioco, nemmeno troppo sottile, è facile. Il succo è: si vabbé l’arbitro ha sbagliato, ma non è la prima volta che una squadra rimane in 10, e non per questo sbraca prendendone tre. E poi i giocatori sono troppo nervosi, non c’è la giusta mentalità.
Piccoli pezzi di cacca (vocativo), vi siete per caso chiesti perché i giocatori dell’Inter siano –a vostro dire- troppo nervosi? Perché il nervo è ancora scoperto, perché gli anni dei furti sono ancora vicini, perché nemmeno nell’età dell’oro di Mancio e Mourinho l’Inter ha mai goduto di favori arbitrali (aldilà di quel che dice qualche lupacchiotto rosicone), perché l’esempio più lampante di questo è proprio il Derby di Gennaio 2010, vinto 2-0 e finito in 9 per due espulsioni inventate dall’arbitro. Proprio Rocchi, guarda caso.
Il fatto poi che, insieme agli incorreggibili piangina della vecchia guardia, uno dei più imbufaliti fosse proprio Ranieri (espulso nell’intervallo), dovrebbe far suonare un campanello ai Massimomauro di turno, avendo questi passato gli ultimi anni ad indicare Ser Claudio come modello di educazione da contrapporre all’intollerabile arroganza di José da Setubal. Eppure, son bastate tre partite in nerazzurro per far incazzare pure San Francesco. Strana la vita eh?
Ho sentito le dichiarazioni del Sig. Massimo a caldo e mi sono piaciute, vorrei proseguissero così: soli contro tutti ma incazzati con il mondo.
WEST HAM
Sempre quarti, media inglese rispettata grazie al pareggio esterno contro il Crystal Palace in uno dei mille derby inglesi. Il gigante Carew (norvegese ma nero) ora gioca (e segna) per noi: sperando basti per la Serie B inglese…