È forse il caso di iniziare a mettere ordine in questa strana stagione calcistica. Del resto, si avvicina il periodo di chiusura di bilancio.
Il punto di partenza, noto a tutti, è che siamo a un punto dalla testa della classifica (bene) ma già fuori dall’Europa (male, perdìo). La vittoria con lo Spezia in casa era quanto di più ovvio ci si potesse aspettare ma, trattandosi di Inter, non si è mai sicuri di niente.
Iniziando da una rapida analisi della rosa a disposizione, noto una sensibile differenza tra la apparente abbondanza di alternative e l’effettiva scarsità di reali alternative.
Da una rosa formale di 26 giocatori (compresi 4 portieri), notiamo come Ranocchia, Kolarov, Vecino, Nainggolan, Sensi, Eriksen e Pinamonti siano stati usati poco o nulla, per vari motivi. E se per i due difensori il mancato utilizzo è dovuto all’abbondanza di soluzioni migliori, per i centrocampisti e per l’unica punta il discorso è diverso.
La mediana, checché se ne dica, sta spremendo Barella e Brozovic come due limoni, con Gagliardini più di Vidal a completare il reparto. L’aggravante è che il bergamasco non sta sfigurando, se paragonato alla pochezza e alle scempiaggini messe insieme dal cileno finora.
Davanti, l’unica alternativa Lukaku e Martinez è Sanchez, con le ormai croniche criticità di tenuta fisica. Se – come leggo – a gennaio si vuole fare a meno anche del ragazzo Pinamonti (comunque al momento ai box pure lui), urge tornare al pennellone di riserva, che sia Giroud, Milik, Llorente o altri a scelta.
Non che a centrocampo la situazione sia migliore: con Eriksen siamo alla consensuale, spero che il matrimonio sia stato fatto in separazione dei beni, dopo Natale un caro saluto e buona fortuna. Sensi inizia solo adesso a deambulare, e pure al 40% della forma fa capire quanto possa essere utile a questa squadra.
Capito Piccinini? Inutile che fai il simpatico chiedendo “ah ma quindi alla fine tutta l’Inter gira intorno al recupero di Sensi?” Sono mesi che ci passeggiate sui testicoli con la mancanza del giocatore che salta l’uomo e crea superiorità numerica… Eccolo, fatelo star bene e poi vediamo.
Vecino è fuori dai radar da più di un anno, e non so quanto l’infortunio sia l’unica causa, visto che il rapporto con Conte pare non essere mai sbocciato. Per quel che mi riguarda, lo vorrei in campo al posto di Gagliardini, anche solo per riconoscenza di quei 4 o 5 gol fatti tra Derby e Champions, e soprattutto perché molto più forte, ma così non è. Stesso discorso per il Ninja, che da noi manco ci voleva tornare e che ha fatto dire a Conte “l’avete visto anche voi in che condizioni è…”. Ausilio deve lavorare di fantasia come il miglior piazzista da mercato rionale quando dice “si sta impegnando tantissimo in allenamento”, ma la verità è che cercheranno di rimandarlo a Cagliari per meno dei 10 milioni che non hanno ottenuto in agosto.
Quindi, ipotizzando che la Befana ci porti via tre o quattro giocatori, formalmente membri della rosa ma, come detto, di fatto mai utilizzati pienamente, si apre la fase del rimpiazzo.
Ho ormai smesso di illudermi di poter avere un terzino sinistro davvero forte – mi accontento di Ashley Young o di Darmian, con Perisic per i quarti d’ora disperati – così come vedo arduo arrivare al centravantone che possa far rifiatare Lukaku; a mio parere il mercato di gennaio deve avere un solo obiettivo: il Papu Gomez.
Non solo perché è forte (ma forte davvero), ma anche perché conosce la Serie A meglio di casa sua, può -lui sì- fare il trequarti dietro LuLa, ha intelligenza e dinamismo ad altissimi livelli nonostante l’età.
Sportivamente mi dispiace della frattura apparentemente insanabile con l’Atalanta. Detto ciò, da tifoso mi darebbe un certo gusto vederlo approdare da noi e, chissà, firmare il gol vittoria al ritorno in faccia a Gasperini.
Ancor più dell’argentino, spero che tutte le manovre del mercato -in uscita così come in entrata- vengano fatte in fretta, e non agli ultimi giorni di mercato. So che i soldi non sono i miei, ma storicamente non siamo bravi a giocare col tempo per far calare il prezzo. Per replicare la manfrina di 12 mesi fa con Eriksen, con i nostri a pensare “ok vogliono 20 milioni, aspettiamo gli ultimi giorni di mercato e vedrai che scendono” e poi dargliene comunque 20, tanto vale spendere ventimilalire in più subito ma dare al Mister la squadra completa il prima possibile.
Pìe intenzioni, credo. Se il mercato di inverno è storicamente difficile e avaro di colpi di qualità, a maggior ragione a ‘sto giro ci sarà ancor più penuria di soldi, e le occasioni saranno poche.
La squadra è stanca e gioca male, aldilà di schemi, moduli e disegnini sulla lavagna. Da anti-esteta del bel giUoco, mi porto a casa e mi tengo strette le vittorie messe in saccoccia dopo prestazioni ai limiti della decenza (vedi Spezia) o dopo tentativi di suicidio calcistico (vedi Napoli).
La ferita di Champions brucia e tanto, soprattutto vista la reale pochezza del nostro girone, Real Madrid compreso. Ma non possiamo incolpare nessun altro se non i nostri amatissimi eroi in braghette, comandante in primis. Ormai anche lui dovrebbe aver capito che, alle nostre latitudini, i colpi di sfiga sono assai più frequenti di quelli di culo.
A chi interessasse, avrei volentieri barattato l’1-0 contro il Napoli con una vittoria contro lo Shakhtar in Champions. Il mercato dei desideri però non è aperto. Tocca tenere la testa bassa sul Campionato e vedere quanta strada si riesce a fare.
LE ALTRE
Alla fin della fiera, credo che sarà ancora una volta la Juve la squadra da battere. Contrariamente al Milan che, pur in testa con merito, sta rendendo forse oltre i suoi limiti, i Gobbi iniziano solo adesso a carburare ed hanno un potenziale inespresso assai preoccupante: Dybala, tanto per fare un nome, non l’abbiamo ancora visto, Kulusevski e Chiesa poco di più.
Le altre mi paiono altalenanti: possono fare grandi partite ma difficilmente potranno rientrare in corsa per il titolo.
È COMPLOTTO
Come ogni maledetta domenica, chiudo la serata pascendomi della sagacia calcistica del Club di Caressa & Co. Tutti a celebrare il gol-lampo di Leao dopo 6 secondi, e tutti altrettanto attenti a ricordare alla perfezione il precedente record di Paolino Poggi. Lo Zio Bergomi tenta timidamente di ricordare il gol di Matteoli in Inter-Cesena segnato dopo 10’’ e non uno che se lo ricordasse: “Ah sì?” “Non ricordavo…”
Certo, vuoi mettere il fascino di Paolino Poggi contro quello assai più trascurabile dell’Inter dei Record di Trapattoni?
Dài Mario, sei sempre il solito… Certo, come no. Passano due minuti e tutti i presenti constatano che, vista la velocità dell’azione, il record di Leao sarà difficilissimo da battere: giusto tirando in porta dal calcio d’inizio si potrebbe fare…
A Caressa non sembra vero e prende la palla al balzo “Una volta Totti ci provò, proprio al fischio d’inizio!“
Lì nemmeno Bergomi ha avuto la prontezza di ricordare la traversa colpita da Icardi in Inter Napoli di due anni fa (mica 20…)
Ennesima conferma dello scarso appeal mediatico nerazzurro, e se leggete lo psicopatico che scrive, non vi serve nemmeno il Pistocchi di turno per convincervi.
