SQUADRONE?

LAZIO-INTER 0-3

Un partitone mariano, di quelli che a queste latitudini non si vedevano da anni, il poeta direbbe da aaaanni.

Spalletti si gioca il triplo filotto reale ritornato con pallino (cit., altro che candelone operaio…) piazzando Joao Mario in mediana e facendo restare seduto De Vrij per Miranda.

Avendo sentito l’eco del “ma è scemo?” esclamato più o meno all’unisono da tutti gli interisti alla lettura delle formazioni, mi apprusto allo SkyGo corretto Ipad (chè  veniva giù l’ira di Dio e le millemilalire di abbonamento Sky non consentono la visione tramite padella condominiale quando piove…) nel tinello di casa anzichè sulla poltronissima vista TV.

I nostri iniziano ben presto a disporre della Lazio come meglio credono, lasciando qualche scorribanda a un Immobile decisamente non in serata e imbastendo di contro svariate trame offensive. Bello il cross basso di Perisic su cui Icardi non arriva, puntando il piede per terra in stirata rischiando un comico capottamento. Velenoso as usual Vecino in un paio di incursioni, anche prima di arrivare allo spesso cruciale minuto 28 (vero Andrea?).

Quella che a strisce diversamente colorate verrebbe descritta come un’azione corale a conferma della bontà della manovra collettiva, qui viene liquidata col sempre meno sopportabile cliché della “palla che va verso Icardi e non viceversa”.

Ve possino…

Al min. 0.45 la parte “ciccia” dell’azione, dalla quale sono esclusi una decina di passaggetti iniziali (che se li fa il Barça è poetico tiki taka): i nostri vanno “dritto per dritto” fino a un rimpallo conteso e vinto da Icardi -anche con fortuna, non nego, ma pur sempre da quello che “non si muove e sta lì a aspettar palla”- e piazzano poi quattro diconsi quattro tocchi di prima in area di rigore, con esterno destro vincente del nostro numero 9.

Ve possino, n’artra vorta.

Marchegiani minimizza subito il ruolo di Vecino dicendo che la palla arriva a Icardi solo grazie alla deviazione del difensore: io come detto ci vedo un’intesa dei nostri che ricaccia in bocca ai critici la litanìa di un Mauro troppo solo in area e di una manovra che sa solo andare sul fondo e buttare il cross alla spesa in Dio.

La cosa ancor più bella e rassicurante è il quarto d’ora seguente, in cui i nostri si mettono lì e non mollano l’osso: il raddoppio di Brozo (sinistro forte all’angolo calciato da fermo al limite dell’area) arriva sugli sviluppi di un corner che, a sua volta, segue una bella azione chiusa da tiro di Vecino parato da Strakosha.

Sta diluviando anche a Roma, nel frattempo, e viene quasi da implorare pietà a Giove Pluvio per scacciare ogni rischio di sospensione di cotanta bellezza calcistica.

A mio parere gli aquilotti sono alle corde al punto da cercare il terzo gol già in chiusura di tempo, ma i nostri preferiscono non infierire.

La ripresa ha ritmi senz’altro più compassati, con Joao Mario a lasciare presto spazio a Borja Valero. Buona l’ora giocata dal portoghese, che sconta un po’ di disabitudine al campo ma che fa capire come le sue qualità, in una rosa del genere, possano starci eccome.

Con lo spagnolo andiamo a comandare, nel senso che, almeno nelle intenzioni, mettiamo la partita in ghiaccio aspettando il momento buono per maramaldeggiare.

Volando alto potremmo dire che va così, anche se un paio di Madonne i nostri riescono a meritarsele anche ieri. Il corner concesso dopo cervellotico scambio Handanovic-Miranda sulla linea di fondo campo mi è costato più di qualche punto Paradiso, lo ammetto…

Per fortuna è proprio il nuovo entrato a porre fine alle ostilità, servendo alla perfezione Icardi, che si allarga in area giusto-giusto per ricevere la boccia, rietrare sul sinistro e incenerire il portiere.

3-0, il mio risultato preferito. Di più non potevo chiedere, grazie ragazzi.

L’attesa per le interviste del dopopartita inizia a diventare spasmodica quasi quanto la partita in sè, e anche in questa circostanza Spalletti non delude.

Prosegue sulla falsariga del “vaffanculo a prescindere” riuscendo a polemizzare con lo Zio che pure gli fa i complimenti per il partitone ben giocato. Ma aldilà di quello, mi convince quando giustamente fa la parte dell’insoddisfatto parlando di una ripresa da gestire meglio e con meno errori. La tensione, che piaccia o no, deve rimanere a livelli massimali, pena l’implosione del gradevole soufflé in una chiavichetta informe e nauseabonda. Che poi questo porti con sè il rischio di un crollo nervoso da qui a fine stagione è possibile, ma nel caso toccherà al neo Presidente Steven garantire adeguato supporto psichiatrico.

LE ALTRE

La Juve torna a vincere, pur in maniera non limpidissima, sia nel gioco che nei modi. Napoli e Roma invece pareggiano facendoci doppiamente contenti: due punti guadagnati su entrambi e soprattutto secondo posto agguantato in condivisione con Insigne & Co.

Alla faccia dei tanti che hanno descritto Lazio-Inter come “scontro valido per il terzo posto”, forse perchè non era nemmeno concepibile prevedere una vittoria dei nostri.

E invece, sorry, la partita è diventata buona per il secondo di posto.

Ora, ricalco qui il discorso già fatto per il girone di Champions: lottiamo serenamente per la seconda piazza, non avendo -ancora- la struttura e la forza per competere con la Juve nel lungo periodo. Gobbi a parte, però, possiamo e dobbiamo giocarcela con chiunque. Diffido da una Roma attualmente in difficoltà (si ripiglieranno), mentre gufo preventivamente i cugini dando per assodati i tre punti in palio contro il Genoa nel recupero infrasettimanale: pur nella loro mediocrità saranno quarti a parimerito con la Lazio, segno del livellamento dei valori dopo il primo quarto di stagione.

 

E’ COMPLOTTO

Partiamo da quanto successo in settimana, con il cambio al vertice dell’Inter. Citando il vecchio speaker di San Siro potrei dire che

“l’Inter sostituise (lo speaker doveva essere di San Giovanni in Persiceto) il zocatore Thohir col zocatore Steven Zhang”.

Ora, posto che al primo giorno di scuola i propositi sono sempre lodevolissimi e siamo tutti primi della classe, vedremo quanto del tanto promesso il giovane Zhang riuscirà a mantenere.

Il punto, al solito, non è questo, bensì quest’altro:

corsport zhanghete

Un titolo del genere, nemmeno da Tuttosport, ma dal Corriere dello Sport, denota ancora una volta la scarsa considerazione dell’Inter presso l’universo mediatico italiano.

Senz’altro i passi avanti da fare in questo campo sono enormi. Che il ragazzo ne sia consapevole e prosegua sulla strada già intrapresa con Inter Media House.

Passiamo a un altro Luogo Comune Maledetto: i giUovani (possibilmente italiani e senza tatuaggi), il settore giUovanile, unica strada verso il successo per qualunque squadra del globo terracqueo.

Qualche ulteriore dato per spiegare ai duri di comprendonio chi fa settore giovanile in Italia e quale sia (se c’è) la diretta correlazione con i risultati della prima squadra.

Il CIES ci mostra una tabella che dice quel che noi, per una volta alunni diligenti e attenti in classe, già sappiamo: è l’Inter, in Italia, ad aver formato il maggior numero di giocatori militanti nei primi 5 campionati europei.

Siamo indietro con il resto dell’Europa, ma questo è noto.

Quel che vorrei far presente, ancora una volta, è che non necessariamente chi lavora bene a livello di vivaio poi raccoglie in automatico successi a raffica con le prime squadre.

l’Ajax è primatista in Europa nel formare giovani calciatori ma, Olanda a parte, in ambito UEFA fatica da ormai vent’anni a proporre una squadra competitiva.

Della Dynamo Kiev e del Partizan Belgrado non sto nemmeno a parlarne. Fanno un altro mestiere, in un certo senso: sono bravissimi a formare giovani calciatori, a venderli al miglior offerente incassando quanto gli serve per andare avanti e scoprire un altro giovane talento. Bravissimi. Ma non essendo un mondo di favole, purtroppo non è così che si vincono campionati competitivi e coppe europee.

Già più interessante che il Real Madrid abbia lanciato più giocatori del Barcelona, anche se tutti ci ricordiamo la Masia e le eiaculazioni giornalettistiche del tiki taka de stoca.

La Juve, per restare in casa nostra, è quinta in Italia e 37° in Europa in questa speciale graduatoria, ma ciò non le ha impedito di vincere gli ultimi centordici scudetti ed arrivare due volte in finale di Champions.

Morale: C’è chi vince in un modo, chi in un altro.

E basta.

Per dire: ieri sera l’Inter ha vinto col palleggio insistito, il City di Guardiola con un gol su rinvio del portiere.

Il mondo è bello perchè è vario. Rassegnatevi.

Noli rumpere pallas, dicevano i latini.

 

WEST HAM

I nostri non fanno in tempo a rammaricarsi per il pareggio concesso al Leicester al 90′ su autogol nella trasferta di sabato, visto quanto successo pochi minuti dopo.

Davvero da lasciare senza parole. RIP.

 

CRIBIO

Monza torna ad essere il luogo dell’Amore e dell’amicizia, se è vero che Brocchi porta a Zio Silvio e Zio Fester la prima vittoria della gestione del cuore. Anche se i gol li segnano il tatuatissimo Ceccarelli e il tamarrissimo Iocolano.

Lo so che sono stronzate, ma sono un bambino immaturo: hanno cominciato loro, Maestra, e io gli vado dietro, pappappero!

laz int 2018 2019

Giro-Giro-Tondo

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