CIAPA SU E PURTA A CA’

BARCELONA-INTER 2-0

Che devi fare? Che devi dire?

Niente più di quanto aulicamente espresso nel titolo.

Il Barcelona è più forte dell’Inter, con o senza Messi: questa l’amara verità.

Partendo dall’assunto, il candidato spieghi come si è svolta la partita e come l’Inter avrebbe potuto far meglio.

Proviamoci: Spalletti recupera i due croati (credo ci sia stata un po’ di sana pretattica o forse solo cautela) e conferma Borja dietro a Icardi. Rispetto al Derby, D’Ambro-Miranda-Candreva al posto di Vrsaljko-De Vrij-Politano.

Onestamente mi aspetto un assedio o giù di lì, invece -anche in un primo tempo senz’altro timido e balbettante- un paio di volte buttiamo fuori la capoccia. Bello il cross rasoterra di Perisic con Icardi a anticipare portiere e difensore ma a spedire alto sulla traversa, intelligente l’assist di testa di Vecino a liberare ancora Mauro che non se la sente di calciare di sinistro e si perde tentando la sterzata sul destro, episodico ma comunque pericoloso il destro a scaldabagno di Vecino da fuori area che finisce alto di poco.

Oltre a queste tre occasioni -che, ripeto, non mi aspettavo di vedere- lunghi quarti d’ora di soliloquio in lingua catalana.

E’ probabile -nel mio caso è certo- che uno faccia più attenzione a come giochino gli altri quando affrontano la tua squadra del cuore, perchè onestamente il loro possesso ieri sera mi è sembrato molto più efficace e molto meno gni-gni-gni di tante altre volte.

Mi scopro in fiero e antitetico disaccordo con Sconcerti, e la cosa mi conforta.

Partita tra eunuchi un par de palle (tanto per rimanere in tema).

Il Barcelona rimane uno squadrone anche senza i tre nanetti Xavi-Iniesta-Messi. Questo Arthur, che nella mia ignoranza non conoscevo, pare una sintesi dei primi due, e in 90 minuti avrà sbagliato forse un passaggio. Rakitic è quello del Mondiale, e Busquets l’intollerabile passista (stavolta non simulatore) che regola il traffico lì in mezzo. C’è poco da fare, con quelli la palla la vedi poco.

Se mi si passa l’azzardo, è stata l’Inter a patire l’assenza del Ninja più di quanto loro abbiano sentito la mancanza di Messi. Questo non perchè -ovviamente- Nainggolan sia più forte di Leo, ma proprio perchè la “lezione tattica”del Barça è talmente nota a tutta la rosa da poter avere successo -almeno contro questa Inter- anche senza il suo giocatore migliore. Sulla nostra sponda siamo qualche passo indietro e, visti i tentennamenti di pressing, gioco e personalità, un animale come il Ninja sarebbe stato senz’altro di aiuto.

Per lunghi tratti della partita si è visto come il pressing di quelli là portasse la palla tra i loro piedi quasi magneticamente, con i nostri incapaci di fare altro che non fosse “la butto lontana e vediamo“. A ulteriore conferma di ciò, il primo quarto d’ora della ripresa, quando riusciamo a tenere meglio la palla e giocare con un minimo di manovra.

Beneficiamo di un Politano assai più pimpante di Candreva (a mio parere tra i più in difficoltà, certo non aiutato da D’Ambrosio: sembrava facessero a gara a chi si nascondeva di più); se non altro l’ex Sassuolo, mancino, schierato sulla destra ha più campo per giocare e quindi più alternative al “candelone operaio” in fascia per il compagno di turno.

E difatti una delle poche azioni pericolose della ripresa arriva proprio dal sinistro di Politano. Il cross a rientrare è velenoso assai, con Ter Stegen a smanacciare sventando la minaccia, stante Perisic pronto al tap-in vincente.

Con l’andar del tempo escono anche lo stesso Perisic e Borja, rimpiazzati da Keita e Lautaro. Entrambi avranno da lì al 90′ la loro occasione, con il primo a tentare un difficile -e infatti innocuo- colpo di testa, stante Piqué a sovrastarlo fisicamente, e col secondo  a sparare alto il tiro dopo bella transizione che avrebbe meritato uno sviluppo più intelligente (nella circostanza: dai ‘sta palla a Keita sulla sinistra, fallo entrare in area e cross in mezzo per vedere l’effetto che fa).

Tuttavia, l’azione migliore dei nostri capita proprio sul sinistro solitamente educato di Politano: bello lo sviluppo sulla sinistra, cross basso per Icardi che saggiamente arretra, tacco dell’argentino a liberare l’italiano sulla lunetta dell’area di rigore con visuale libera e tiro finale che però centra in pieno l’omino delle bibite.

Volo alto sulle tante occasioni del Barça, che manda in gol Rafinha alla mezz’ora su imbeccata di Suarez e Jordi Alba nel finale dopo bella combinazione corale: potevano farne altri, e Handanovic fa un paio di miracoli. Suarez timbra una traversa dopo assist di mano di Rakitic non visto e Brozo fa il salvataggio migliore della serata sdraiandosi dietro la barriera per neutralizzare la furbacchiata della punizia tirata rasoterra.

Che son più forti l’ho già detto. Tra due settimane Messi ancora non ci sarà. San Siro invece sì e -magari- anche il Ninja: possiamo fare meglio.

Basterà per fare punti?

LE ALTRE

Per noi le notizie migliori della serata arrivano dall’Olanda, con il PSV a rimontare il vantaggio del Tottenham e timbrare il 2-2 finale a pochi minuti dal 90′. Questo vuol dire Inter 6 punti, e loro con 1 punto a testa. Posto che dobbiamo fare la corsa per il secondo posto e non sul Barcelona, il margine è ancora buono. La vera partita da vincere -ragionando a tavolino- è quella col PSV in casa, che però sarà l’ultima del girone e -come tale- pericolosissima a livello mentale.

Vero che i nostri paiono cresciuti sotto questo aspetto, ma continuo a non fidarmi.

Il turno per le italiane è comunque positivo, stanti le vittorie di Roma (prevedibile in casa) e Juve (bravi purtroppo a espugnare l’Old Trafford) e il pari del Napoli a Parigi che vanifica nel recupero quella che sarebbe stata una vittoria meritata.

 

E’ COMPLOTTO

Non c’è molto, lo ammetto. Le critiche post-partita ci sono state come è giusto che sia, ma onestà impone di riconoscere che sono state quasi tutte obiettive, costruttive e contemperate dalla crescita della squadra nell’ultimo periodo.

Certo, poi c’è sempre chi vuol fare il professorino de ‘stoca. Ma se erano riusciti a parlare di “fallimento” nel 2002-2003 (secondi in Campionato e semifinalisti in Champions), hanno gioco facile a definire “disastro” quello di ieri.

Torniamo ad affacciarci a certi palchi dopo anni di partite del giovedì (che siano amichevoli infrasettimanali o trasferte in qualche bucodelculo europeo), e un minimo di scotto lo paghiamo.

Ecco, se devo togliermi qualche sassolino, non mi è piaciuto tutto il clima da gita scolastica dei nostri al Camp Nou: foto a garganella manco fossimo degli esordienti totali…. Oh! noi qui otto anni fa abbiamo scritto la storia, ricacciandogli in bocca le cagate della remuntada e roba assortita,

Ho capito che ai tempi molti dei nostri giocavano ancora nelle giovanili, ma qualcuno di quei tempi viaggia ancora al seguito della squadra: un minimo di personalità in più l’avrei voluta vedere.

Mi è piaciuto per esempio Spalletti nel dopo-gara, quasi incazzarsi per i complimenti all’insegna del “beh dài…bravini…“. E’ giusto che metta su la faccia brutta, che pretenda di più dai nostri, che faccia passare il messaggio che nessuno è andato lì in gita premio. Siamo in Champions e ce la dobbiamo giocare con tutti. E-che-cazzo.

Ad ogni modo, avanti tutta e testa alla Lazio lunedì sera: questi sono giustamente avvelenati per come è finita la stagione scorsa.

Tenere a mente e agire di conseguenza.

bar int 2018 2019

Ah ragazzi mi son dimenticato… Occhio che questo non gioca più con noi!

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