TRABZONSPOR-INTER 1-1
Nelle lunghe e calde estati della mia adolescenza, ingannavamo le serate “pre-patente” atteggiandoci a consunti e avvizziti frequentatori di bar di quart’ordine, ammantati di fumo, birra calda e soprattutto di tavolo da biliardo.
Troppo poco esperti per osare imbracciare la stecca, passavamo così ore interminabili avventurandoci in estenuanti partite a “boccette”, soppesando pareri e lanciando giudizi come veri e propri tènnici da bar.
Mancandoci quel mezzo secolo di esperienza per azzardare giocate geometricamente superiori alla linea retta e farci belli con vertiginosi giochi di sponde, uno dei pezzi forti del repertorio era il “candelone operaio”: la boccia, almeno nelle intenzioni, una volta toccata la sponda di fronte al giocatore, tornava lemme lemme ad appoggiarsi al boccino, in modo da conquistare il punticino.
Poche musse, direbbero a Genova: prendi il poco che riesci e torna a casa soddisfatto.
E’ la stessa sensazione che ho nel vedere l’Inter di questi tempi, e di ieri sera in particolare: una partita di una tristezza infinita, nella quale speculiamo per un’oretta buona su un pari che ci consente di vincere il girone di burro (per non dir di peggio) grazie al colpo gobbo dei francesi in terra russa.
La vittoria del girone ci consente di affrontare negli ottavi una squadra qualificatasi come seconda nel proprio raggruppamento. Col culo che abbiamo, e forse per giusta nemesi, beccheremo ovviamente una seconda “coi controcazzi”, tipo un Manchester Utd inopinatamente in difficoltà contro svizzeri e portoghesi.
Volendo farci del male e parlare della partita, non ci sono grosse novità: Alvarez fa un’altra buona metà di gara (in questo caso il primo tempo, chè nella ripresa non è pervenuto): segna addirittura un bel gol dopo triangolo con Milito tanto elementare da immaginare quanto raro da vedere. Facendone la radice quadrata, assomigliava un po’all’1-0 di T. Motta nel derby di agosto, anno di grazia 2009/2010.
Il ragazzo oltretutto riesce, non so quanto volontariamente, a recuperare qualche altro pallone nella propria metacampo, sulla falsariga di quanto già fatto vedere sabato col Cagliari.
Niente di clamoroso, per carità, ma il miglioramento è innegabile. Per contro, Milito, assist a parte, fa abbastanza tristezza. E’ lasciato solo là davanti e di palle ne arrivano poche. Nella ripresa avrebbe anche l’occasione per puntare l’area e infilarsi tra i due centrali come ai bei tempi, ma dopo la palla recuperata dal solito Cuchu e subito proposta in profondità, il nostro si allarga sulla sinistra facendosi rimontare e guadagnando un corner. Nell’immagine successiva, si vede il Principe-mani-sulle-ginocchia a centro area e Cambiasso che lo rincuora, sincerandosi del corretto funzionamento dei principali parametri vitali del compagno.
In tutto ciò, Stankovic passa 90° a picchiarsi con Zokora e Zanetti fa il suo compitino. In avanti, prima Zarate e poi Coutinho mi fanno esaurire il plafond di bestemmie ben prima del novantesimo, visto che il primo dovrebbe essere quello veloce e nelle due occasioni in cui è lanciato a rete si fa anticipare dal portiere, mentre il secondo è tornato ad essere il bambino triste e sperduto che abbiamo imparato a conoscere (voce fuori campo: “La mamma del bambino con la maglia numero 29 è attesa al posto di polizia dello stadio”).
La buona notizia, come detto in apertura, è il superamento del turno che ci consente di concentrarci sul solo campionato da qui a Natale. Si spera che possa servire per recuperare un po’ di decenza e di infortunati. Per il resto, come recitava un geniale striscione giallorosso in terra albionica qualche anno fa: “no trip for cats”.
LE ALTRE
Il Napoli fa il colpaccio e batte il City tornando al secondo posto. A meno di suicidi a Villarreal e contemporanee imprese inglesi in terra teutonica, dovrebbe passare come seconda, eliminando i Mancio Boys e togliendo a noi l’impaccio di quel girone (Napoli seconda non può incontrare l’Inter prima, essendo squadre dello stesso Paese).
Vediamo se lo stesso “favore” ce lo farà il Milan stasera: ospite a San Siro il Barça, che in teoria se li dovrebbe mangiare a colazione. Sappiamo però che già all’andata i diversamente milanesi hanno fatto il colpaccio (chiamiamolo così va…) e quindi, pur sperando nella goleada catalana, non sono tranquillissimo.
Inutile dire che, in caso di vittoria dei cugini, e conseguente (o quasi) vittoria nel girone, il proverbiale culo che accompagna i nerazzurri ci consegnerebbe seduta stante un succulento ottavo con trasferta in Catalogna incorporata…
E’ COMPLOTTO
Poco da segnalare, se non il fatto che il passaggio del turno come prima è stato a dir poco ofuscato dal Napoli vittorioso e dall’incombente sfida delle sfide dei galattici dell’universo della Madonna dell’Incoronéta.
Vedere Caressa liquidare Ranieri in 3 secondi, perché “dellà ce stà ggià Mancini” è la degna testimonianza del nostro attuale appeal presso i media: del resto, ripeto sempre, se stavamo sul cazzo quando vincevamo tutto, figurati adesso che facciamo sincera pietà.
Altra chicca, sentire il commentatore Sky dire che “l’Inter con Alvarez torna a segnare in Turchia dopo più di 30 anni” fa il paio con genialità tipo “L’Inter non batte il Ponteranica da 103 anni”.
Ma ancora ci stupiamo?
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