JUVENTUS-INTER 2-0
So che la frase vorrebbe il congiuntivo presente e non l’indicativo.
Ma l’italiano applicato al calcio è ancor più povero e sciatto dell’idioma medio parlato dalla casalinga di Voghera: commentando l’azione fallita da un attaccante, si dirà sempre “se entra quel tiro cambia la partita” e non “se fosse entrato… sarebbe cambiata…”. Se usi il congiuntivo, in certi ambienti, fai la figura del parvenu.
Detto ciò, torniamo al punto: non so cos’è peggio. Ho passato una settimana a disilludere quanti preconizzavano un partitone dell’Inter, ipotizzando addirittura il colpo “gobbo” in terra gobba e la fine dell’imbattibilità bianconera. Come ben noto, l’Inter ha l’innata propensione a cannare il match decisivo, con l’ulteriore aggravante di estendere questa indesiderata virtù a tutte le partite in calendario nella stagione 2011/2012, con rarissime eccezioni.
E qui arriviamo al punto: perché per un’ora l’Inter ha davvero fatto il partitone, almeno per quel che consente la mediocrità attuale, e solo un grande Buffon ha impedito un meritato vantaggio a fine primo tempo. Ciononostante torniamo a casa con due pere nel sacco, e tocca ringraziare Julione e Maicon se il punteggio non è stato da pallottoliere.
Quindi il dubbio amletico è il seguente: è peggio perdere avendo dato tutto il poco che puoi dare, o perdere toppando clamorosamente partita? Come vedete, la premessa è identica. Si perde, e non potrebbe essere altrimenti. Odio essere d’accordo con Caressa, ma un albero che nasce storto non lo raddrizzi più.
I vecchi campioni possono ancora strappare qualche mezzora di classe all’inesorabile dio del tempo (vedi Maicon ieri sera, marcature sui corner a parte) ma alla lunga la solfa è questa. Poli e Obi, i due giovani, sono stati tra i migliori, con una doverosa quanto triste precisazione: la mediocrità è tale per cui basta un centrocampista che corre e si sbatte per vederlo scintillare di luce propria ed ergersi dalla cloaca magna. In sostanza, sono i migliori non per meriti propri ma per colpe altrui.
Siccome sono i migliori, Ranieri poi ci mette del suo e li toglie entrambi. Sarebbe cambiato poco, tanto a quel punto il gol l’avevamo già beccato (di testa su corner, con l’uomo solo a centro area… multerei la squadra ogni volta che si prende gol su calcio da fermo…. Un gol così poi… sanzione tripla!). E quel gol è stato come un black out; crisi esistenziale, consapevolezza che l’ora precedente è stata un errore, e che la vera dimensione interista, collezione 2011/2012 è quella dell’ultima mezzora: difesa approssimativa e attacco stitico, con centrocampo non pervenuto.
Tocca ripetersi e stupirsi dello stupore altrui: quando sento gente che fintamente incredula si domanda come sia possibile un’Inter del genere (e glielo leggi in faccia che invece gode come un caimano… vero chierichetto Conte dei miei coglioni?) vengo assalito da istinti omicidi che credevo ormai sopiti dopo l’ultimo lustro di vittorie, e che invece si ripropongono prepotenti in tutta la loro veracità.
In tutto ciò non sfuggiamo ad uno degli altri topoi letterari preferiti, rigenerando i morti e regalando nel caso di specie il primo gol in campionato di questa stagione a Del Piero, con tutto ciò che consegue: agiografia del calciatore e ancor più dell’uomo, grande campione ed esempio di professionismo, “che bello che sia lui a segnare in questa partita” (bello un cazzo!), e glicemia da domare con dosi equine di insulina.
La sola nota positiva di questa ennesima sconfitta è che il terzo posto è definitivamente scomparso dietro un orizzonte di 10 punti e una mezza dozzina di squadre, e che lo scenario più concreto per la prossima stagione sarà quello di un’Inter fuori dall’Europa (chè dell’Europaligg frega un cazzo a nessuno) e che si potrà sperabilmente costruire una squadra con una prospettiva leggermente superiore all’arco temporale di un bimestre.
LE ALTRE
Il Milan batte bene la Roma in rimonta e dà piena conferma ai miei tormenti: guardandone il secondo tempo cercavo di convincermi di come la vittoria rossonera potesse essere il risultato migliore per noi (maggior pressione addosso alla Juve, sconfitta della Roma concorrente diretta…): la realtà mi ha dato ragione, visto che comunque l’abbiamo presa in der posto e che per tanto così era meglio vedere i meravigliuosi uscire dal campo cornuti e mazziati…
La corsa al terzo posto si conferma ancor più la gara al meno peggio, col Napoli che si fa recuperare 2 gol in 10 minuti dal Catania, l’Udinese che non va oltre il pari a Palermo e la Lazio che supera il Cagliari in casa solo agli sgoccioli. Ma, come detto, noi non siamo nemmeno mediocri. Noi facciamo proprio cagare.
E’ COMPLOTTO
Sarei patetico e più da ricovero del solito se mi mettessi a questionare il merito delle critiche fatte dai media all’Inter di questi tempi. Le ultime 4 parole del paragrafo precedente fotografano alla perfezione il mio giudizio tènnico sulla squadra. Detto ciò, come al solito c’è modo e modo di dir le cose, e soprattutto c’è chi come me ha memoria lunga (come gli anziani… non ricordo un cazzo di quel che mi viene detto 2 giorni fa ma saprei recitare a memoria la formazione dell’82-83. E’ grave, lo so).
Ebbene, essendo stato fatto notare in settimana come Inter e Juve, rispetto alla stagione scorsa, si fossero scambiate posizione e punti in classifica, logica vorrebbe che anche le vagonate di melma quotidianamente versate su una squadra (che, al contrario dell’altra, ha vinto tutto fino a ieri), fossero le stesse somministrate al tempo anche all’altra. Domandina facile facile: ricordate per caso prese per il culo ai danni della Juve analoghe a quanto letto in settimana sul Corriere della Sera, dal giornalista in teoria più vicino alla squadra in questione? (il riferimento è a Fabio Monti e ad un articolo che purtroppo non riesco a rintracciare, in cui in sostanza sfotteva allegramente Moratti e compagnia, definendo gli ultratrentenni come “giovani di belle speranze” e gli ingaggi milionari dei suddetti come “lungimiranti scelte di mercato”, lodando infine Branca per i suoi ultimi colpi di mercato del calibro di Jonathan, Palombo, Forlan e Guarin).
In questo contesto, un tanto-peggio-tanto-meglio in cui si può pure picchiare duro perché tanto dall’altra parte son simpattici e non si incazzano, ci si permette di cazziare Moratti per non aver scelto Bielsa (falso storico: era stato il primo nome di Moratti dopo l’addio di Leonardo, era stato il sosia di Calderoli a dire no grazie), ovviamente dopo averlo preso ai tempi per il culo per la bislacca preferenza data all’argentino (Cruccu sempre sul Corriere: non fatevi ingannare dal titolo, andate alle ultime righe http://www.corriere.it/sport/12_marzo_15/athletic-bilbao-leggenda-cruccu_e4446dc0-6ed9-11e1-850b-8beb09a51954.shtml).
Infine ognuno si sente in diritto di dire la sua, e quando si arriva a ipotizzare Zeman sulla panchina dell’Inter (Sconcerti e Mura… tu quoque!?) si capisce che si è toccato il fondo.
Dall’altra parte, si è efficacemente compiuta l’ennesima opera di revisionismo storico appannaggio del clubpiùtitolatoalmondo (a dire cazzate): in vista della sfida col Barça, ormai tutti dicono che le due partite nei gironi hanno dimostrato che il Milan è alla pari dei catalani e se la può giocare senza timori. Una botta di culo sesquipedale all’andata ed una sconfitta-a-testa-alta (cit.) al ritorno sono stati terreno sufficiente per un abuso edilizio-mediatico degno del peggior MinCulPop. Chè poi intendiamoci, questi sono talmente in stato di grazia (vedere tiro al volo sulla traversa di Muntari) da poter pure azzeccare le due partite della vita ed eliminare Messi & co., ma che le due sfide autunnali non siano state due lezioni di calcio è veramente negare l’evidenza.
In tutto ciò, concedetemi un processo alle intenzioni: la Primavera nerazzurra vince il NextGen Series, una specie di Champions League giovanile, che tutti si sono affrettati a precisare non essere patrocinata dalla UEFA: i ragazzi hanno battuto (da sfavoriti) tra le altre Sporting Lisbona, Marsiglia e Ajax: gente che nei turni precedenti aveva spedito a casa Barcelona, Liverpool e compagnia. Qualche trafiletto dà conto della piccola grande impresa dei ragazzi, ovviamente indugiando sulla presenza in tribuna di un Moratti “per una volta felice”. Mi immagino i peana in caso di analogo successo da parte di altra squadra italiana. Ma noi siamo il club meno mediatico al mondo, e quindi ne ridiamo pure…
WEST HAM
Quinto pareggio di fila col Burnley in trasferta. Un 2-2 che sancisce il definitivo bye bye primo posto e che ci vede terzi a -4 con una partita da recuperare.