AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO

TORINO-INTER 0-0

Chè certe cose, come ben sappiamo, qui in Italia non cambiano mai.

E quindi, per ora, non basta aver ribaltato la Società come un pedalino, aver fatto una campagna acquisti logica e aver ceduto buona parte dei “pacchi” accumulati negli anni precedenti: tempo 20 minuti e ti fanno capire che qui, tanto, non cambia mai niente.

Sono tifoso, voglio bene alla mia squadra, pur riconoscendone i limiti, palesati a più riprese anche ieri sera: detto ciò, il rigore regalato al Toro è l’ennesima dimostrazione della noncuranza degli arbitri nei nostri confronti.

In realtà il lemma “noncuranza” non è nemmeno il più appropriato, vista la sistematica ripetizione di episodi simili a testimoniare quel che sarebbe meglio definire un vero e proprio accanimento. Vedasi espulsione di Vidic al 93′ tanto per ribadire il concetto.

Queste le notizie salienti della serata. Poi, e solo poi, possiamo parlare di un’Inter dai soliti difetti: regaliamo il primo tempo ai granata, con Handanovic a tradurre in sloveno l’adagio meneghino “San Giuann fa minga ingann” e respingere il rigoraccio tirato da Larrondo, presentiamo un centrocampo con Medel e M’Vila a far da cagnacci, ma con Hernanes e Kovacic assenti ingiustificati e Icardi in versione puntero solitario e inconsolabile.

Solo un poco meglio la ripresa, anche se le fasce smettono di stantuffare, grazie all’ingresso del Gionnidepp de noantri. Osvaldo quantomeno si sbatte (perdendo addirittura l’elastico per i capelli!) e qualcosa là davanti si muove. Nell’occasione più ghiotta per i nostri, proprio il numero 7 non riesce a uccellare il portiere in uscita col tocco sotto, e sulla carambola che si genera Icardi è lento a girarsi mentre Medel è anticipato all’ultimo dallo scivolone alla disperata di Gazzi, il quale prende senz’altro la palla, ma compiendo un intervento molto più “rigorabile” del tocco di Vidic nel primo tempo.

Ovviamente qui il prode Doveri lascia -giustamente- correre.

Lasciando ad altro post una disamina complessiva sulla rosa, nuovi arrivati compresi, posso per ora dire che le fasce sono presidiate da onesti pedatori sostanzialmente intercambiabili tra loro. Quattro buoni giocatori sono meglio di due ottimi e due sufficienti? Per me -ovviamente- no, ma pare che il figlio di Brehme non fosse in vendita…

Mazzarri, aldilà della facile, prevedibile, masochista e quindi tipicamente interista ironia cui è sottoposto, sbaglia a mio parere nell’impostazione iniziale del match. Non discuto sulla limitata autonomia di Osvaldo, ma avrei preferito iniziare a tutta e poi gestire a gara in corso, piuttosto che cominciare il match al 10′ della ripresa. Oltretutto, il poco mostrato da Hernanes si è visto proprio quando ha arretrato il raggio d’azione, allineandosi al Pitbull Medel e lasciando Kovacic in appoggio (teorico) alle due punte.

Morale, vespri e novene quotidiane per la guarigione di Palacio, la cui mancanza ieri si è sentita e non poco.

Assenti a parte, abbiamo confermato un altro pericolo: una delle poche squadre brillanti nelle partite estive -noi- ha toppato l’esordio, mentre ovviamente accozzaglie di Meravigliuosi e partenopei ancora in lutto hanno beneficiato dei gentili regali della Dea Bendata.

Ma al posto di “Dea”, non potremmo iniziare a chiamarla col suo vero nome (Baldracca)?

 

LE ALTRE

Se infatti le vittorie di Juve e Roma erano prevedibili (la prima) o quantomeno possibili (la seconda), il Milan regola la Lazio con un 3-1 meno rotondo di quanto si pensi. Un ottimo El Sharaawi fa giocare bene addirittura Honda e Muntari, al resto pensa il prode Tagliavento che si esibisce in un grande classico: rigore-per-il-Milan-a-stretti-termini-di-regolamento. Vero che è il 3-0, ma a quel punto la Lazio il suo di gol lo fa, e al 90′ sbaglia pure un rigore (solare stavolta…). Insomma, in quanto fazioso antimilanista, nessuno mi toglie dalla testa che i 3 punti siano stati generosamente omaggiati dalla “Dea” di cui sopra, in collaborazione con “Cutwind”.

Il Napoli invece pesca i tre punti al 95′: vedo solo i gol, quindi non posso argomentare più che tanto sulla legittimità della vittoria. Resta un peccato dover già rincorrere, in una giornata in cui non abbiamo giocato bene, ma dove non ci è nemmeno andata bene.

Essailanovità

 

E’ COMPLOTTO

Lele Adani santo subito. Il coriaceo ex difensore, ottima spalla tecnica nonostante il ruspante azzento modenese, zittisce gli insistiti tentativi di beatificazione di Pippo Inzaghi, silenziando il collega di microfono e dicendo sostanzialmente: “non diamo a Inzaghi più meriti di quelli che ha, non diciamo che è maniacale nell’attenzione di certi particolari: lo sono e lo devono essere tutti gli allenatori di Serie A!”.

Odioso Superpippa quando si fionda in campo a festeggiare il 2-0 di Muntari: è più forte di me, non mi è tollerabile.

Per il resto, non esistendo la via di mezzo, noto come tutta la critica picchi duro sulla pochezza dei nerazzurri contro il Toro, relegando a pura noticella di cronaca il pessimo arbitraggio di Doveri. E’ ovvio che la nostra prestazione non sia imputabile all’arbitro, ma, lo ripeto ancora una volta, dovrebbe essere sufficiente giocare contro l’avversario e contro i propri limiti.

Noi no. Contro tutti e tutto.

WEST HAM

Brutta sconfitta casalinga contro il Southampton: dopo le prime tre partite siamo a 3 punti (due perse, una vinta).

It’s gonna be a looong journey…

"Sdraiato sopra un prato mi domandai dove fossi capitato!" (cit.)

Vidic: un rigore fantasioso e un’espulsione assurda all’esordio in campionato.  “Sdraiato sopra un prato mi domandai dove fossi capitato!” (cit.)

 

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