INTER-ATALANTA 3-1
Ah, ecco!
Il week end rimette le cose a posto.
E se la vittoria con l’Atalanta e la sconfitta dei “diversamente milanesi” a Palemmmo le avevo messe in conto, la sconfitta casalinga d’aa Maggiga obiettivamente va oltre ogni più rosea previsione.
Ma andiamo con ordine: in realtà contro i bergamaschi l’inzio è molliccio e lobotomizzato. Matrix sbaglia il fuorigioco ed è 0-1 dopo pochi minuti. Ne passano altrettanti e lo 0-2 lo si scampa per centimetri.
Al che si decide di iniziare a giocare. In effetti un centrocampo con Muntari e Mariga non è esattamente fosforo puro, e serve che Snejder si metta di buzzo buono in collaborazione con le due punte in continuo movimento.
L’imbucata giusta arriva intorno alla mezz’ora, con la cortese complicità del loro centrale che “buca” l’intervento e DieguitoMilito che può appoggiare in rete con un beffardo pallonetto.
Si continua alla “dagli e mena” ( o -se preferite- alla “boia di un giuda“) e MacDonald Mariga (ipse) raccoglie dalla sinistra l’invito di Eto’o e spedisce in rete, incocciando sulla linea il buon Muntari che prima fa segno “io io” come i bambini, poi nel dopopartita si schermisce dicendo “no no il gol è di Mariga”.
Mettiti d’accordo con te stesso, amico.
Ad ogni modo, al riposo avanti 2-1 ma secondo tempo senza il Pifferaio, bloccato –pare- da stiramento. Gelo nel mio cuoricione e paura fottuta in vista della sgambettata catalana infrasettimanale…
La ripresa vede loro partire ancora bene, ma anche un Cuchu (subentrato al collega di pettinatura) saggio e ordinato nel dirigere il traffico in mezzo al campo.
La partita la chiude un grande uomo, prima ancora che un signor giocatore di calcio: Chivu, al primo gol da quando è all’Inter, piazza la biglia sul primo palo e si fa “chapeau” da solo, togliendosi il caschetto per festeggiare.
I baci dei compagni sulla cicatrice sono personalmente da brivido, e mi dico “certo che se nella stessa partita segnano Mariga e Chivu, vuoi vedere che…”.
E su questi pensieri arriva il triplice fischio finale.
LE ALTRE
Godibilissimo naufragio dei cugini in terra sicula. Ora, facendo la tara del mio viscerale odio calcistico (e non solo, per alcuni personaggi), e quindi consapevole di non potermi ergere a commentatore algido e distaccato, dico solo che il vero Milan è questo!
Sì, è vero, manca un po’ di gente, ma francamente nell’arco di un campionato il Milan ha giocato bene due mesi, per il resto ha fatto sincera pietà.
Io ribadisco la mia stima incondizionata a Leonardo, che da sempre reputo troppo intelligente (e simpatico) per recitare la parte dell’aziendalista a oltranza della squadra dell’Amore.
Fossi in lui, dopo l’ultima partita radunerei tutti negli spogliatoi (Zio Fester compreso, Silvio no, figurati se si fa vedere se non c’è da riscuotere applausi e trofei) e, citando Pasquale Ametrano davanti al seggio elettorale (alias Verdone in Bianco Rosso e Verdone), terrei il seguente discorsetto “a consuntivo”:
Ma, come noto, faranno prevalere i motivi personali, gli affetti, la saudade, la Patria (lontano dalla quale, per inciso, Leo vive serenamente da qualche lustro) per giustificare il suo addio, chè si sa, dal Milan non vuol mai andar via nessuno.
E’ una grande famiglia.
Parenti serpenti, aggiungo io.
Sulla Roma non vorrei dire molto. Ha perso proprio la partita meglio giocata dell’ultimo periodo. Ha in un certo senso pagato (in parte) la sorte avuta nelle ultime partite e il contraccolpo è pesante.
Voglio invece sottolineare alcuni fatti e commenti che sinceramente mi hanno indignato (ma nemmeno tanto). Roba lunga, mettetevi comodi, chè di sassolini da togliere ce n’è:
E’ COMPLOTTO
1) Seguo la partita da solo, con moglie nell’altra stanza, e ad ogni tiro della Roma il commento è talmente esaltato che Gio mi chiede “ha segnato la Roma?” e io “no, parato” oppure “no, fuori”.
Dopodichè per due volte mi vede saltare sul divano e prendere a pugni i cuscini e, con occhio strabuzzato, chiede candidamente “cos’è successo?”.
Aveva segnato Pazzini, non una ma due volte, epperò il de profundis della coppia Compagnoni-Mauro non rendeva propriamente giustizia all’impresa dei doriani.
E questi sarebbero i commentatori obiettivi… ah già, per lo meno stavolta non si sono tolti le cuffie per esultare al gol del Pupone (vedi alla voce “Caressa uomo di m…”).
Prostitute.
2) La moviola ci fa vedere 100 volte gli episodi dubbi in area blucerchiata, forse sperando che al 25° replay l’arbitro possa cambiare idea.
Per quanto io possa essere di parte, nel primo caso incriminato, il terzino incoccia sulla palla mentre cerca di portare il braccio dietro la schiena, mentre nel secondo il difensore la tocca col braccio mentre è girato di spalle… A dirla, tutta: se mi fischiano contro un rigore così (in realtà me l’hanno fischiato, a Bari) bestemmio tre gironi di fila.
Qui ovviamente siamo allo “scandalo”, la prima domanda a tutti i giallorossi è sull’arbitraggio, e non uno che dica che dopo pochi secondi Cassano è fermato solo in area davanti al portiere per fuorigioco, mentre è tenuto in gioco di almeno un metro da Riise.
Prostitute.
3) Perrotta e Vucinic sull’1-0 per la Roma litigano pesante in campo e Totti deve far ricorso a tutta la sua diplomazia (“aho’, ma che stai a ‘ffà statte zitto!”) per placare il focolaio.
Ciò che su sponda Inter sarebbe accompagnato dalle solite manfrine sulla squadra non matura, sulla tensione che logora giocatori poco avvezzi a giocare per traguardi importanti, sull’incapacità dell’allenatore di “entrare nella testa dei giocatori”, qui ovviamente diventa segnale di una voglia di vincere incredibbbile (ovviamente con tre B), di grinta feroce che passa anche da queste cose, che però durano un secondo, e comunque di un grande capitano che sa farsi sentire dai compagni anche con le maniere forti.
Prostitute.
4) L’allegra coppia di commentatori fa più volte riferimento alla straordinaria stagione di Burdisso (vero) “che invece all’Inter non ha mai trovato spazio per esprimersi”.
Come se all’Inter fossero tutti così cretini da avere davanti il fratello bravo di Beckenbauer e mandarlo in prestito all’unica seria rivale di questi anni.
Ipotizzare almeno che la mancata consacrazione sia stata dovuta all’agguerritissima concorrenza (Materazzi, Samuel, quest’anno Lucio) pare brutto? Pare di sì.
Riguardarsi poi Inter-Juve del 2008 o un ottavo a scelta di Champions League degli ultimi anni per capire…
Ma, ad ogni, modo, nessuno fa notare che sul pari doriano proprio il buon Nicolas si fa uccellare due volte da Cassano (dribbling a rientrare e poi cross morbido col sinistro), e sul raddoppio di Pazzini è sempre lui a non riuscire a contenere Mannini (avessi detto Garrincha), ancora al cross dalla sinistra.
Il “Padroncito” è e rimane un buon centrale che, come diceva un professore di Greco del nostro Liceo alterna brilli estemporanei a nefandezze immonde. Quello era e quello rimane, ma farne un fuoriclasse solo perché l’Inter l’ha mandato via e alla Roma è il miglior difensore in rosa mi pare troppo.
Prostitute.
5) Rosella Sensi, come Mexes in panchina, piange. Davvero, la voce è tremula e gli occhi lucidi. La capisco, perché nella sua condizione probabilmente sarei in uno stato d’animo simile.
La Tribuna Autorità dell’Olimpico è invece peggio di tante curve di altri stadi quanto a correttezza ed educazione, e i giornalisti che la popolano (per buona parte delle radio romane, che altro non sono che un microfono aperto alla mercé di ultrà dissimulati da opinionisti) pure.
Morale, oltre al tenore delle domande, di una faziosità indegna, dopo l’ultima domanda si leva il boato degli astanti “Ebbbrava Rosella!!!”, manco fossimo in piena Curva Sud. Ma si è mai vista una roba del genere in un altro stadio?
6) Tornando a Sky, non scadrò nel campanilismo più becero facendo notare quanti degli inviati fossero romani e/o romanisti (tipo 5 su 6). Mi concentro sul sesto, Mauro: oltre a non conoscere il regolamento (sentirlo non menzionare il concetto di volontarietà sul tocco di mano è preoccupante per uno che ha giocato 10 anni in serie A) chiude il collegamento con la battuta “una mia amica giallorossa (indoviniamo chi…) mi ha appena mandato un sms con scritto “non è ancora finita”.
Ora, alla D’Amico non darò della prostituta perché non se lo merita in qualità di neo-mamma, ma la prostituzione intellettuale davvero non ha confini.
Morale della favola, arrivo quasi (quasi) a dispiacermi per la squadra della Roma (quantomeno per alcuni di loro: Ranieri, Totti, Burdisso stesso, Vucinic), e io stesso ho detto che, qualora dovessero vincerlo, questo scudetto sarebbe meritatissimo, ma il circo mediatico che le sta intorno (e ancor di più a quello che si crea intorno ad ogni potenziale rivale dell’inter) è sinceramente vomitevole e senza precedenti.
Ad ogni modo, come dice il sommo…con perdon de las damas, que la sigan chupando!
WEST HAM
Three massive points vs Wigan.
Vinciamo 3-2 uno scontro salvezza all’ultimo sangue. Come noto siamo scarsi, quei geni dei magnaccia (come altro definire i nuovi proprietari, veri e propri magnati nel settore del porno?) hanno già deciso di non confermare Zola per la prossima stagione. Ma siamo vivi, e per ora salvi!
I’m forever blowin’ bubbles!