TREMENDA VENDETTA

INTER-BAYERN 0-1 

Uno legge i nomi dei portieri e dice “va beh, almeno in porta dovremmo esser messi bene”. Loro hanno un certo Kraft che, formaggini a parte, non dice proprio niente; noi abbiamo Julio Cesar, che dopo l’infortunio è tornato sui suoi livelli da portiere top-top-top (cit. Mourinhana).

Abbiamo visto com’è finita: il crucco ha “fatto le uova” parando l’impossibile; il nostro, pur graziato da due legni, avrà toccato il pallone 3 volte in 90’ minuti, facendo la cappella proprio all’ultimo e spalancando la porta per lo 0-1 di quel pippone di Gomez.  Fino a lì è stata una partita che poteva finire in tanti modi diversi; l’Inter ha giocato peggio e, pur avendo un centrocampo più folto, non ha mai avuto le redini del gioco in mano, si è sempre fatta schiacciare dal loro pressing, non riuscendo quasi mai a dar palla ad un uomo già in corsa. Chi parla bene la chiamerebbe manovra asfittica, io dico che abbiam fatto cagare per buona parte dei 90’. Detto questo però Eto’o ha avuto due ottime occasioni, così come il Cuchu e Motta di testa nel finale. Il tutto senza considerare l’occasione più ghiotta di tutta la serata, capitata sul destro di Ranocchia dopo solo un minuto.L’interno destro gira, gira, gira, ma non abbastanza, andando a morire 10 cm a lato del secondo palo. Errore graverrimo, come si vedrà. 

L’assenza di un compagno di giochi per il Re Leone ha pesato come un macigno, costringendo Sneijder (benino) e Deki (maluccio) a fungere “da potta e da culo”, sdoppiandosi tra centrocampo e attacco senza particolari risultati.

Il fatto che in molti in tribuna siano arrivati ad auspicare l’ingresso di Pandev testimonia della gravità della situazione. Di mio ci aggiungo la solita sterile polemica: il prossimo che dice che “Eto’o deve giocare centravanti, perché sulla fascia si adatta ma non è il suo ruolo”, sarà costretto a visione ripetuta della partita di ieri in ginocchio sui ceci. Unica punta di ruolo, eppure lì a sfarfallare lungo le fasce laterali, lasciando il vuoto panico in mezzo all’area.

Come detto, avremmo potuto anche vincerla, perché alla fine le occasioni le abbiamo avute; probabilmente il risultato più giusto sarebbe stato uno 0-0 che avrei accolto ben volentieri, potendo giocarmi due risultati su tre al ritorno. Dall’andamento e gestione del match, sono stra-sicuro che anche il Leo puntasse a sfangarla qui e giocarsela in Baviera; non saprei come altro giustificare la cocciutaggine di tenere in campo un T.Motta ancor più lento del solito, che passa l’ultima mezz’ora a toccarsi sotto la chiappa destra, giocare da fermo e regalare passaggi agli avversari.

Lascio per un attimo spazio al tènnico che è in me: se proprio non vuoi cavarlo per mettere una punta, almeno fai entrare un Mariga qualsiasi a dragar palloni, all’insegna del vecchio detto “meglio un asino vivo che un cavallo morto”. A dirla tutta a momenti gli dice pure culo, al Leo, visto che nel serrate finale guadagniamo 3 o 4 corner e su uno di questi proprio Thiagone capoccia in porta colpendo il loro portiere che si ritrova la palla addosso senza nemmeno sapere come.

Come ciliegina sulla torta, poco prima si era fermato Ranocchia per problemi al ginocchio. Si spera niente di grave ma si teme problema al collaterale… La conseguenza è Kharjah a metà campo, Zanna dietro a sinistra e Chivu a scalare nel mezzo. Tutto pare andare avanti come prima. Anzi, come detto, il finale vede le occasioni migliori per i nostri, che poi però lasciano Robben accentrarsi e tirare da fuori area. Il tiro è balordo perché rimbalza mezzo metro davanti a Julione, che col classico senno di poi avrebbe fatto meglio a metterci i pugni e deviare in angolo. Il Renato Pozzetto de noantri invece va per la presa, ma la palla gli sfugge di quel metro che consente a Gomez –fino a quel momento non pervenuto- di arrivare per la ribattuta visto che JC ci mette una vita e mezzo a rialzarsi e Lucio pare preda di paralisi fulminante.

Morale: è andata malaccio, teoricamente ancora rimediabile perché, come detto, pur giocando peggio abbiamo avuto noi le migliori occasioni. Certo, avere una punta degna di tale nome da affiancare ad Eto’o sarebbe la manna dal cielo, ma onestamente non so se Milito riuscirà nell’ordine a) a essere pronto per il 15 Marzo; b) ad essere in una condizione fisica decente, e c) a non avere l’ennesima ricaduta dopo mezz’ora scarsa.

Come vedete, quell’ottimismo fresco e piacevole come brezza primaverile non mi abbandona mai.

 

PS la parola della serata, sentita da uno spettatore qualche fila più indietro. è un energico invito -rivolto a uno dei nostri- a pressare l’avversario: aggrédilo!

Novanta minuti a tenerlo in 3. Eppure due tiri velenosissimi li aveva anche piazzati... maledetta sottiletta Kraft!

Novanta minuti a tenerlo in 3. Eppure due tiri velenosissimi li aveva anche piazzati… maledetta sottiletta Kraft!

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