BAYERN MUNCHEN (*), INTER AST (**)!!

BAYERN-INTER 2-3

(*) München: “forse” in lingua farsi.

(**) Ast: “c’è” in lingua farsi.

Partita pazza, titolo pazzo.

Prima considerazione: esultare sottovoce è difficilissimo, ma d’altra parte far pigliare un infarto a un bimbo di tre anni che per giunta è tuo figlio non è il massimo della vita.

I poveri cuscini del salotto hanno quindi assorbito lo il mio sfogo che, non potendo essere vocale, è stato fisico.

Tentando una sottospecie di analisi tènnica della partita, con gli occhi ancora annebbiati dall’adrenalina, possiamo dire che il Bayern ha sì avuto diverse palle gol, ma noi ci abbiamo messo del nostro mica da ridere…

Pronti-via e Pandev fa la prima delle 2 cose giuste di tutta la partita, imbeccando Eto’o sul filo del fuorigioco per l’1-0 tra le gambe del portiere. In tre minuti si annullano due settimane di ambasce e preoccupazioni sul come ribaltare una sconfitta casalinga. Siamo pari, si inizia adesso.

Peccato che, come e anzi peggio dell’andata, Julione decida che è tempo di cappelle, e su altro tiro non irresistibile di Robben la combina peggio di Bertoldo in Francia, facendo Ciccio-Saponetta e permettendo a Gomez di uccellare in porta l’1-1. Il bestemmione credo sia scappato anche a tutti i prelati interisti del globo terracqueo.

Poco dopo ci dice pure sfiga, perché su una delle prime (ma senz’altro non delle ultime) palle perse da Pandev la ripartenza tedesca trova il rimpallo malandrino di Thiagone  che piazza Muller davanti a JC, stavolta incolpevole nel raccogliere la palla in fondo al sacco. 2-1: tocca fare due gol in un’oretta, ma soprattutto è vitale non prenderne altri.

Fino a quel momento, i tedeschi si sono ritrovati due regali (uno del nostro portiere, l’altro della dea Eupalla) ma non hanno creato particolari problemi alla nostra difesa.

Da lì in poi invece, costretti ad attaccare per ribaltare il risultato, lasciamo voragini dietro e giochiamo confusi anche nei disimpegni che appaiono più facili. Julio torna campionissimo stoppando Ribery da solo in area, poi a momenti fa un altro frittatone in collaborazione con Ranocchia: l’è tua l’è mia l’è morta l’umbrìa, la palla rimane lì e Muller la tocca beffarda verso la porta: gli dèi questa volta ci assistono e la boccia ballonzola sulla linea per attimi che paiono infiniti, prima che la carambola tra nostro difensore e loro attaccante generi un “palo-interno-e-fuori” che mi fa perdere il primo dei 10-15 anni di vita smaltiti in meno di due ore.

Cervellotica anche la gestione dell’ultima palla del primo tempo, coi nostri che invece di sparare in area per vedere l’effetto che fa, cincischiano a metà campo facendosela portare via e generando l’ennesimo caos a 2 metri dalla nostra porta, con conseguente attacco alle coronarie di chi scrive.

L’intervallo porta come al solito qualche attimo di pseudo lucidità, e penso tra me che se già all’inizio non avevo buone sensazioni, appreso con incredulo sgomento dell’assenza del capitano causa attacco influenzale, adesso le percentuali di miracolo si affievoliscono col passare dei minuti. Eto’o davanti è troppo solo, Pandev dopo il bell’assist è stato francamente nullo, e il centrocampo pare non reggere il ritmo tedesco (Thiago e Cuchu al rientro, Deki in uno stato di forma “migliorabile”).

Inizia la ripresa e quantomeno loro paiono un po’ placati, o forse siamo più attenti noi. Fatto sta che la prima parata (ottima peraltro) di Julione arriva sul bel sinistro al volo di Gomez al quarto d’ora, e l’impressione generale è che i “tedeschi facciano i veneziani” e non siano più uniti e compatti come nel primo tempo. Tutti vogliono far gol da soli e giocano poco d’insieme.

Un segno? Forse; fatto sta che pochi minuti dopo, Sneijder rasoia in porta un destro dal limite, dopo essere stato sapientemente servito da Eto’o, a sua volta ben imbeccato da Coutinho. Sì, era entrato anche Coutinho: vista l’assenza di Milito e Pazzini ce la siamo presa anche coi bambini…

Il 2-2 cambia per l’ennesima volta il “morale” della partita: manca ancora mezz’ora, loro paiono aver dato il meglio e forse non sanno bene se arroccarsi a protezione del pareggio che li qualificherebbe o cercare il gol della sicurezza. Noi invece non abbiamo altre opzioni se non quelle di caricare sempre più a testa bassa, chè di calcoli da fare ce n’è pochi. Tocca segnarne uno e non prenderne. Pandev è bravo nel ricevere il lancio di Sneijder, ma dopo essersi girato liberandosi del marcatore tira alto sulla traversa: fa bene la cosa difficile, ma male la cosa facile. Per dire come ha giocato, dopo il tiro gli ho gridato “Bravo! Almeno hai tirato!”.

Siamo al serrate finale, con Wesley al tiro due volte: il primo è un sinistro largo, il secondo è un bel destro che sbatte sulla schiena di Pandev, che mi fa citare il Perozzi di Amici Miei quando incontra il figlio rompicoglioni nel corso delle sue zingarate “ma che, passi sempre qui te??”.

Devo dire la verità, ho anche pensato ad un’altra cosa nello stesso momento: con la stronzata che hai fatto (il tiro di Sneijder sembrava davvero quello buono) hai un solo modo di farti perdonare… Ma sono i classici attimi di lucidità in un mare di follia.

E invece, dato il tempo a Ranocchia di fare l’intervento salva-partita (solo contro tre del Bayern ruba palla ed esce in ripartenza manco fosse Beckenbauer!), Pandev si fa trovare al posto giusto dopo che Eto’o (ancora lui!) conquista un pallone a cui credeva solo lui e lo allarga sulla destra. Il sinistro del macedone è quello che tecnicamente definisco “a voragine”, e disegna un bellissimo arcobaleno nella notte bavarese, prima di infilarsi sotto l’incrocio alla destra di Kraft, portiere-sottiletta.

Momento catartico, il calcio è strano, proprio lui… Lascio a ognuno il proprio commento, fatto sta che gli ultimi minuti li vivo in piedi a 1 metro dalla tele, se non altro per pietà dei cuscini martoriati.

E’ finita, passiamo noi, con un’impresa vera e propria per come si era messa la partita. La goduria è massima, e rido di gusto sentendo Leonardo preso bonariamente in giro da Vialli-Caressa-Rossi (“adesso ci dirà che è un calcio di amore e cuore…”) e poi sentendolo definire testualmente “della Madonna” il gol di Pandev.

Non avremo mentalità europea, non avremo la Champions nel DNA, non ci emozioneremo sentendo la musichetta, eppure siamo tra le 8 migliori d’Europa. Noi.

Tanto per rimettere le cose nel giusto ordine di importanza...

Tanto per rimettere le cose nel giusto ordine di importanza…

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