NAPOLI-INTER 1-0
Gettiamo un po’ di fumo negli occhi e torniamo a quei 4 latinismi che la mia sottocultura giuridica mi ha lasciato.
Certo avrei potuto abusare della lingua dei nostri avi per dire Quoque tu Milite (vocativo)…: se anche lui si mette a fare gli stop “a inseguire” e dare il la all’azione del gol di Lavezzi, possiamo anche alzare bandiera bianca.
La solfa è che ancora una volta la psiche e l’anima (de li mort…) dell’Inter va di pari passo con la mia: ed è un mesetto che mi apprusto alle partite della Beneamata non chiedendomi SE (an), ma IN CHE MODO (quomodo) la piglieremo in der posto.
Se poi dobbiamo consolarci pensando che contro Marsiglia e Napoli abbiamo giocato ordinati e diligenti, allora siamo davvero a posto. Ce la tiriamo perché abbiam perso ma non abbiamo sbracato come col Bologna. Siamo dei fighi. Peccato essere usciti dalla Coppa Italia se no un altro Triplete era possibile.
Pur continuando a dare a Ranieri la minor porzione di colpe (in una torta alla merda che comprende Società e giocatori), non capisco la formazione messa in campo dal Mister, e ancor meno capisco il repentino cambio di modulo all’intervallo. Dopo 5 mesi siamo tornati alla abiuratissima difesa a tre? Chè poi ci dice pure sfiga, perché il gol lo pigliamo proprio con la difesa apparecchiata in cotal guisa.
Se spergiuri davanti a tutti che comunque il rombo è lo schema migliore per questa squadra, non lo stravolgi dopo 45’ “solo” perché non sei mai riuscito a tirare in porta. Se quello –e ne sono convinto- è il modulo che fa risaltare le caratteristiche migliori dei nostri, allora cerchi di apparecchiarlo con delle stoviglie che non si sbriciolino al primo utilizzo. So di aver avallato il centrocampo-Baggina di Marsiglia, quantomeno come idea, per dar forza al carisma e al blasone dei nostri vecchi, che nella partita secca di Champions forse possono ancora dire la loro. Ma riproporre gli stessi tre (Zanna-Cuchu-Deki) 4 giorni dopo a fronteggiare il centrocampo del Napoli, mi pare un suicidio o giù di lì. Comincio a credere che Poli gli abbia chiavato la figlia, perché non mi spiego altrimenti la sua sistematica assenza dall’11 di partenza. Non è il nuovo De Rossi ma è bravino, e soprattutto nell’oceano di logorìo e disperazione che è il nostro centrocampo ci vuol poco per accendere la luce.
La sola alternativa è che Ranieri scelga scientemente di non “bruciare” i giovani per non impoverire il patrimonio-giocatori della Società, evitando loro figuracce da cui potrebbero non riprendersi, e insistendo invece su gente esperta e con le spalle levigate dalla tempesta, immobili nelle gambe così come fermi nello spirito a pigliar schiaffoni da chiunque si avventuri in quel mare un tempo periglioso che è il centrocampo dell’Inter.
Come spesso accade, mi scopro a rimirare il reparto avversario (non un giocatore, tutti indistintamente) e penso a quale miopia abbia potuto non far vedere ai nostri Dirigenti giocatori come Inler, Gargano e lo stesso Dzemaili che sostituiva (senza farlo minimamente rimpiangere) un certo Hamsik. Noi abbiamo Poli (e Obi), ma nel dubbio stanno seduti.
Intendiamoci: anche con loro la musica cambierebbe di poco, ma almeno ogni tanto riusciremmo a rubare una palla e potremmo addirittura azzardare un contropiede.
Come a Marsiglia, solo con una dose un poco maggiore di culo, avremmo anche potuto evitare la sconfitta: il –bel- gol di Lavezzi come detto arriva da una nostra palla persa a centrocampo, e per il resto la difesa, pur soffrendo molto, ha controllato bene l’attacco del Napoli. Vedere però il conto dei corner (10-0 a metà ripresa) ed il numero “rotondo” di tiri in porta dell’Inter (0), fotografa meglio di tante parole la pochezza del momento. Si va per non prenderle, ma sapendo che le prenderai. Si va per cercare di segnare (come non si sa, visto che di azioni di attacco ne ricordiamo pochine) e poi si spara fuori un “rigore di testa” che in tempi normali lo sciagurato di turno (Pazzo) avrebbe insaccato ad occhi chiusi.
Tutto male insomma? Beh, se non tutto quasi. Le sole cose che ieri sera mi facevano sperare erano totalmente slegate alle pure qualità calcistiche, e affondavano le loro radici nella statistica (l’Inter non vince a Napoli da 15 anni), nei grandi numeri (mica si può perdere sempre) e nel sempre caro vecchio colpo di culo (magari il Napoli dopo la Champions si rilassa…). Invece ciccia, ce ne torniamo per l’un-di-ce-si-ma volta con le pive nel sacco e con una bella settimana da far passare sbattendo la testa a destra e a manca, tra un rombo e un 4-4-2, passando per il tridente e l’inevitabile 5-5-5.
LE ALTRE
Detto di un Milan-Juve finalmente all’altezza di due accozzaglie di ladroni, e di un Tagliavento che guarda caso è un fenomeno solo quando arbitra (contro) l’Inter, Lazio e Udinese pongono fine alla carità e vincono come giusto le loro partite scavando un’ulteriore era geologica tra noi e loro. La Roma continua le sue montagne russe, perdendo male a Bergamo e finendo in 9, con De Rossi in tribuna infuriato per la scelta tecnica di tenerlo fuori. Tanto per guardare un po’ più in là, male per male credo sia meglio non arrivare nemmeno in Europa League, se questo vuol dire uscirne a Febbraio, compromettere la preparazione estiva ed averlo come impiccio. Chissà mai che avere “il vantaggio” di dover pensare al solo campionato possa aver un impatto positivo sui nostri. Poi però ci penso e rabbrividisco: vuoi vedere che se è così il Sig Massimo pensa tra sé che, stando così le cose, i nostri vecchietti una partita a settimana riescono ancora a farla,e quindi anche questo calciomercato non si prende nessuno?
E’ COMPLOTTO
Per una volta sottolineo due cose che mi sono piaciute: la prima è il tentativo -prontamente respinto- di coglionare Ser Claudio nel dopopartita quando arriva, come la chiama lui, la “domandona super-intelligente”, e cioè: “Se lei fosse il Presidente cosa farebbe con l’allenatore?”. A quel punto Ranieri dice di chiederlo al diretto interessato, e che se lo chiedono a lui , lui ovviamente risponde che il Mister non si tocca perché lavora bene e la squadra è con lui. E quando i permalosi cercano di confondere le acque dicendo “ma noi volevamo solo sapere se pensa di dimettersi come l’anno scorso a Roma”, lui risponde –e qui mi è piaciuto- “no no ragazzi, voi non mi avete chiesto questo, mi avete chiesto cosa farei se fossi il Presidente. Se volete sapere se intendo dimettermi, chiedetemelo e vi dico che non ci penso nemmeno”.
Facciamo cagare, ma passare pure per fessi…
Pochi minuti dopo interviene Zio Bergomi, e maledetto il giorno in cui se n’è andato dall’Inter. Mi fa incazzare delle volte perché vuole essere più obiettivo di tutti ed esagera dall’altra parte, ma di calcio ne capisce come pochi, oltre ad essere stato un signor difensore per 20 anni. E quindi le sue parole hanno un peso specifico ancor maggiore quando dice che nell’azione del gol del Napoli, la difesa è sì schierata bene, ma Lucio compie un errore grave, e che un difensore della sua esperienza non può giocare così tanto di istinto. Chiude poi con la perla di saggezza che me lo fa rimpiangere: “Samuel questi errori non li fa”.
Sentenza.
WEST HAM
Pareggio insipido in casa col Crystal Palace che galleggia a metà classifica. Siamo secondi ma con una partita da recuperare.