PESCARA-INTER 0-3
D’accordo. Il titolo è un po’ apocalittico e giusto un tantino esagerato. Ma la citazione arriva da The Commitments, film superbo che annovero nella mia personalissima top 5 all time. Volendo dilungarmi e concludere il quote irlandese, Joey “the lips” Fagen diceva a Jimmy Rabbitte “I believe in starts, once you have a start, the rest is inevitabile”.
Ecco, non sono così fideisticamente ottimista sull’immediato futuro della mia Inter, ma un esordio come quello di ieri sera erano aaanni che non ce l’avevamo.
Sorrido vedendo i piedi di Ando’, Wes e del Principe darsi amabilmente del tu, scambiandosi goal e assist come vecchi amici, segno del fatto che, se sai giocare a pallone, non serve poi tanto per conoscersi e andare d’accordo.
Sulla scia del terzetto c’è uno scintillante Coutinho: il compagno di asilo di Panchito aspetta una buona ora prima di entrare, ma in meno di 30’ mette Milito solo davanti al portiere (cosa si mangia il Principe…) e poi segna il 3-0 su imbeccata del compagno che gli rende l’assist.
Il centrocampo con Gargano e Guarin ha sufficiente corsa e dinamismo per permettersi il genio statico di Cambiasso: per me il Cuchu deve giocare sempre, e Strama dovrà fare il possibile per mettergli di fianco due cagnacci rognosi che corrano per lui. Con lui in campo c’è più fosforo che in qualunque altro centrocampo in Italia, e con pochi rivali in Europa. La difesa vede un Ranocchia in gran spolvero, che torna a uscire elegante palla al piede come non si vedeva da tempo, e con un Samuel tenuto precauzionalmente in panchina abbiamo ulteriore margine di miglioramento (vale per the Wall lo stesso convincimento del Cuchu: vecchi ma buoni). Il mio commento di fine partita è stato “se teniamo Maicon e se Milito non si rompe ce la giochiamo coi gobbi”. Ne sono convinto, ma i due presupposti sono purtroppo di difficile realizzazione. Come già scritto nelle scorse settimane, il sostituto di Maicon non c’è, e credo che l’Inter dovrebbe far di tutto per tenerlo, a costo di perderlo a parametro zero l’anno prossimo.
L’immenso Capitano ieri nella sua posizione ha faticato (nell’azione che porta al presunto rigore su Weiss, punito invece col giallo per simulazione, l’unica cosa certa è che Zanna si è preso un bel tunnel in area dallo slovacco del Pescara). A 39 anni non puoi fare su e giù per la fascia tutte le domeniche. Con l’arrivo di Pereira, Nagatiello potrebbe traslocare sulla destra, ma- insomma- nessuno vale un Maicon anche al 60% della condizione.
Sulla tenuta fisica del Principe non mi pronuncio, ma è molto difficile che un 33enne giochi sempre. Ceduto –giustamente- Pazzini, non abbiamo un altro centravanti, a meno di ultimissimi colpi di coda in sede di mercato. We go see…
LA ROSA
Rispetto al mio ultimo commento, ho fatto in tempo a incainarmi per l’arrivo di Mudingayi –che per ora è valso solo uno splendido quanto triviale striscione intravisto in amichevole contro la Juve: “30 sul campo ce li ha solo Mudingayi”)- e per sorprendermi in positivo per quello di Gargano, ottenuto per di più con la formula del prestito con diritto di riscatto. Ho sentito pareri discordi sul piccolo uruguagio, ma per me è un signor acquisto, vista anche la triste mediocrità in cui era sprofondato il nostro centrocampo.
Sospendo il giudizio su Alvaro Pereira (se non per un accenno all’acconciatura decisamente rivedibile). Non solo non l’ho mai visto giocare, ma non mi è nemmeno chiaro se sia solo terzino sinistro, o all’occorrenza anche interno di centrocampo (alla Isla, per intenderci).
L’arrivo di Cassano è invece un’operazione in pieno stile-Moratti: il Signor Massimo voleva prenderlo fin dal 1999 e da quel cazzo di gol che ci fece col Bari: riesce nel suo intento con 13 anni di ritardo, e la speranza è che l’operazione sia più fruttuosa dell’acquisto di Batistuta nel 2003 (altro campione inseguito per lustri e preso al crepuscolo della carriera). Sappiamo cosa può dare Ando’, nel bene e nel male. La prima uscita è andata bene; assist a parte, l’ora giocata ha fatto vedere sufficiente disciplina e robusto impegno anche in fase difensiva (perso un pallone a metà campo è rinculato fino in area… poi a momenti prendiamo il gol, ma almeno ha mosso il culo: lo Sneijder mestruato della scorsa stagione sarebbe rimasto mani sui fianchi a smoccolare in solitaria). Che dire… che Dio ce la mandi buona e gli tenga la vena ben irrorata di sangue e al riparo di rischi “intoppamenti”.
E’ COMPLOTTO
Spero che anche voi abbiate notato come sia stato sufficiente accostare il nome di Cassano all’Inter per passare dal melenso ritornello della bella favola del grande campione che guarisce e torna a dare spettacolo sui campi di calcio a “Cassano non sa stare con gli altri, è anarchico-insofferente fino alla testardaggine. Sempre sopra le righe, sempre fuori tempo. Nessuno fino a oggi è riuscito ad accettarlo a lungo. Ha perso in fila grandi occasioni e grandi squadre: Roma, Real Madrid, Sampdoria, nazionale e Milan. Di più era impossibile.” (M. Sconcerti sul Corriere del 21 Agosto).
Ripeto allo sfinimento la solfa di questa rubrichetta: non discuto la frase in sé (anzi, la condivido, pur sperando che i prossimi mesi costituiscano l’eccezione alla regola), ma mi chiedo retoricamente perché tutto ciò sia stato taciuto fino a ieri, schiacciando invece sul pedale zuccheroso del simpatico ragazzaccio che per di più ha avuto un problema al cuore ma che grazie all’affetto dei compagni ora sta bene.
Prostitute.
So che lo scrivo spesso, ma provo una sorta di godimento liberatorio quando lo scrivo.
Prostitute.
In tutto ciò, il Milan ieri perde in casa contro la Samp ma la sola cosa importante da scrivere è che Galliani sta ancora cercando di riportare l’amato Kakà a Milano. Il tutto condito da frasi scoreggiate direttamente da Via Turati e trangugiate pari pari dal servo di turno (Kakà vuole solo il Milan, oppure l’inevitabile Summit da Giannino, vero e proprio quartier generale del Milan).
Nel frattempo, Conte si permette di insultare mafiosamente l’intero palazzo del calcio senza che –quasi-nessuno si faccia sentire come sarebbe invece opportuno (ma come pretenderlo dalle stesse persone che hanno assistito in penoso silenzio ai deliri del sono-sempre-29 poi diventati 30-sul-campo senza dire beh?).
LE ALTRE
Come detto i cugini cadono in casa: se invece di Nesta e Thiago Silva ti ritrovi con Yepes e Bonera (con tutto il rispetto), e se invece di Ibra hai un’ora di nulla da El Sharaawi e mezz’ora di Pazzini senza una palla buona per lui, poi i risultati possono anche essere questi.
La Roma strappa coi denti un pari in casa col Catania dopo aver recuperato due volte lo svantaggio: bellissimi i due gol giallorossi, ma non venitemi a raccontare degli schemi di attacco di Zeman: quelle sono due splendide giocate individuali, ma che nulla centrano con il tanto conclamato gioco offensivo del boemo. Riconoscibilissima invece, la prateria lasciata dalla difesa giallorossa in occasione del secondo gol catanese. Continuo a sostenere che, come l’anno scorso, la Roma giocherà e vincerà alcune splendide partite, ma che alla lunga ripeterà la stagione di alti e bassi visti con Luis Enrique, seppur con diversi stili di giuoco.
Il Napoli travolge il Palermo in trasferta e guida la classifica con noi ed i gobbi. Volendo fare una battuta –ma neanche tanto- mi vien da dire che dietro la Juve, inevitabile favorita, vedo tante squadre da 4° posto ma nessuna seria candidata alla vittoria nel caso in cui la vecchia signora pagasse lo scotto del doppio impegno campionato-Champions.
Chissà che di questa mediocrità non si possa approfittare…
WEST HAM
Stagione già alla seconda di campionato: dopo aver battuto l’Aston Villa all’esordio, apprendo da un tifoso inglese con tanto di maglietta claret and blue all’aeroporto di Bari della sconfitta dell’altro ieri contro lo Swansea: due partite, 3 punti. Siamo in media salvezza…