COME LA ZAFIRA

INTER-RUBIN 2-2

Di questi tempi, la mia Opel il più delle volte non parte, procede a strappi e sobbalzi.  Nonostante sia attualmente dal meccanico (…’tacci sua, per inciso), mi è parso di vederla ieri sera in zona San Siro vestita di nerazzurro: Stramaccioni come “guidatore” è meno brizzolato di me, ma per il resto l’analogia è calzante.

Decidere di lasciar fuori due dei tre “piedi pensanti” in squadra (Milito e Wesley) ti espone a fare il pane con la farina che ti ritrovi. Avere un centrocampo che vede Zanna-Gargano-Cambiasso ti assicura generosità, acume tattico e folate imbizzarrite, rigorosamente in ordine sparso e soprattutto mai in contemporanea. Avere –poverino- una sciagura che gioca terzino destro, che causa un rigore come nemmeno all’oratorio, e che per il resto del primo tempo non ne becca una –sbagliando anche un gol che nemmeno io al calcetto dei campioni del lunedì- ti porta inevitabilmente a tirare conclusioni macchiate di un certo pessimismo, nonostante i commentatori di Sky, durante e dopo il match, parlino incredibilmente di pareggio più che meritato dall’Inter.

Per come l’ho vista io, siamo una squadra ancora in piena costruzione, in cui davvero andiamo avanti a fiammate ma senza che ci siano quei 3-4 giocatori di sicuro affidamento per tutti i 90’.

Handanovic para bene il rigore, spiaggiandosi però al momento di rialzarsi e allontanare il pallone, preda di sole maglie verdi pronte a ribattere in rete. Vero che i russi entrano prima in area, ma poche balle: potevano farlo anche i nostri! Il pari arriva dopo l’erroraccio sotto porta di Jonathan, sulla cui ribattuta Livaja arriva al colpo di testa che finisce di poco alto. Ancora qualche minuto e Cassano vede bene il movimento del Cuchu che si inventa una “magata”, aggirando il portiere e svitandosi un ginocchio per crossare di destro (!) sulla testa a cresta del giovane croato, che insacca il pareggio. Ottima azione, con Cassano in versione suggeritore e Cambiasso a dare ennesima dimostrazione della sua intelligenza calcistica.

La ripresa vede Guarin al posto dell’impresentabile “erede di Maicon” –bravo comunque Stramaccioni a minimizzare la sostituzione punitiva nelle interviste del dopo gara- : Zanna scala dietro a destra e a metacampo abbiamo un po’ di birra in più. Guarin è bravo, ha fisico, corsa, ma ieri sera ho capito che quanto a visione di gioco siamo un poco miopi (come disse Calboni di Filini, parlando con Zizì: “è magro, ma miope: occhiali doppi insomma… tipo civetta”): non azzecca un passaggio nemmeno a pregarlo e anzi innesca qualche contropiede russo, ergendosi a capolista del neonato partito P.A.C.R.A.  “Passaggi Alla Cazzo Regalati agli Avversari”. Morale, e tanto per far paragoni spannometrici, potremmo aver trovato il nostro Boateng (quello buono, non la versione attuale), o più romanticamente un Nicolino Berti del terzo millennio; in ogni caso, scordiamoci di avere un regista, metronomo, facitore di gioco o come minchia volete chiamarlo.

Quello è il ruolo che resta gravemente scoperto in quest’inter, tant’è che lo stesso Cassano più volte deve arretrare –come spesso fa anche Sneijder- per impostare l’azione. In uno di questi casi Ando’ sradica il pallone dall’avversario e parte con Coutinho e Livaja ai suoi lati: l’apertura per il numero 88 è al bacio, ma già la preparazione del tiro del croato fa capire al portiere dove la vuole mettere (a giro sul secondo palo): in compenso la mira è pure sbagliata e il tiro finisce alto sulla traversa. La gara di Cassano finisce a 20’ dalla fine, quando esce meno sorridente del solito per lasciar posto a Pereira. Il Pibe di Bari mi è piaciuto anche ieri, con passaggi illuminanti e notevole sacrificio anche in copertura. Su Pereira invece, in attesa di rivederlo in occasioni più fortunate, stenderei un velo pietoso, se è vero come è vero che più volte si scarta da solo, che usa sempre e solo il sinistro (…e se lo dico io!) e che è quindi prevedibilissimo nelle sue incursioni.

A sentire i commenti, per una volta molto più benevoli di quelli del sottoscritto, saremmo nel periodo migliore dei nostri, perché tutti dicono che il 2-1 russo sia arrivato durante il massimo sforzo dell’Inter. Forse lo sforzo era intestinale, non saprei. Fatto sta che, complice l’ennesima palla regalata al loro centrocampo –quoque tu Samuel- loro lanciano quel cristone di Rondon in contropiede, con The Wall fuori posizione –e in ogni caso ancora fuori forma- e Ranocchia che non riesce neanche a fargli fallo per fermarlo. Il diagonale è chirurgico e il suppostone arriva dritto-dritto là dove non batte il sole.

Onestamente la frittata pare fatta, ma Milito, subentrato a Livaja nell’ultima mezzora e forse stanco di (non) ricevere palle giocabili a centro area, si ricicla in versione “abile crossatore” ricevendo palla da Nagatomo e involandosi sulla destra. Il cross è nel cuore dell’area avversaria e la girata al volo del nippico è tanto episodica quanto spettacolare.

Ribadisco il mio giudizio tènnico: è andata bene, ancor meglio di domenica a Torino. Non possiamo dirci sfortunati in questo periodo e la cosa ovviamente mi preoccupa, chè si sa, la ruota gira.

Accolgo comunque con piacere le critiche positive a Stramaccioni, che mi pare godere degli effetti dell’incazzatura post-Toro e che in buona sostanza ha fatto passare il messaggio “nun me rumpete er ca”.

Ora tutti pronti (soprattutto la squadra, mi raccomando!) all’esordio di Panchito a San Siro domenica contro il Siena. Tre generazioni allo stadio… vediamo di non fare scherzi!

 

LE ALTRE

Detto che in generale l’Europa League mi mette la stessa allegria di un Luna Park bulgaro degli anni ’70, la forza dell’abitudine mi porta a guardare alle diversamente strisciate più che alle colleghe di girone dantesco. Milan e Juve pareggiano in modi che più diversi non si può: tristissimo nella sua mediocrità lo 0-0 rossonero in casa con l’Anderlecht, in quella che sulla carta era la partita più facile del girone; assai convincente –duole dirlo ma è così- il pari gobbo in casa del Chelsea.

Tornando  oltrecortina, il Napoli fa polpette del suo avversario svedese –domani promozione 3×2 nei baretti IKEA della zona. Lazio e Udinese pareggiano rispettivamente a Londra (White Hart Lane) e in casa con Eto’o e compagnia (la notizia è che il Re Leone non segna).

 

E’ COMPLOTTO

Come detto non c’è molto, anzi: ribadisco il mio stupore nell’ascoltare i complimenti per la prestazione dei ragazzi. Aggiungo un’osservazione che non avrei mai pensato di fare: Costacurta, che come giocatore detestavo come pochi altri, pieno simbolo del Milanistismo rampante e mediatico, come commentatore è invece capace, obiettivo e dotato anche di una certa simpatia.

Detto ciò, mi faccio accarezzare dalla godibilissima brezza che arriva sotto forma di spiffero direttamente da Milanello Bianco, dove pare che Allegri abbia aggredito –e forse non solo a parole- Superpippa Inzaghi, reo secondo lui di tramare alle sue spalle per fregargli la panchina.

Una edificantissima immagine, che nemmeno il MinCulPop rossonero ha saputo contenere, e che il solerte Geometra Galliani ha subito minimizzato chiarendo di aver parlato con i due e di aver avuto da entrambi ampie rassicurazioni circa il reale contenuto del “confronto” avuto in settimana.

Vado a prendere del pop corn in attesa del secondo tempo dello spettacolo!

Bomber banzai

      Bomber banzai

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