TORINO-INTER 0-2
Io godo. E tanto.
Il titolo -pur ascrivibile al tomo degli stucchevoli luoghi comuni calcistici- dice la verità: poi sta a ognuno di noi prendere la verità come un merito o una colpa. Io continuo a sostenere che vincere partite in cui si gioca così-così dia ancor più soddisfazione. Gli altri non so e sinceramente non me ne cale.
Anzi in realtà me ne cale: più rosicano e più godo. Mi godo un Principe in versione one shot one kill, mi godo una coppia di centrali difensivi da sogno, mi godo un Cassano che in tre spezzoni di partita fa 2 gol e un assist e che non fa problemi a partire dalla panchina, e soprattutto mi godo un Mister che, con le dichiarazioni del dopo-partita (http://www.video.mediaset.it/video/sportmediaset/calcio/320542/non-perdiamo-il-treno.html spiace linkare un video di quelli là… andate diretti al minuto 5 se non volete sorbirvi il tutto) può degnamente essere considerato successore del Mancio (“stranamente” su youtube non si trova traccia del mitico attacco a Franco Ordine e del suo “eh ma voi lavorate per gente importante…”) e dell’ormai paradigmatico Mourinho (http://www.youtube.com/watch?v=LQB9179Y2RU).
Per quel che mi riguarda, per il Mister, rinnovo quinquennale già assicurato, a prescindere dai risultati di campo.
Obbligandomi a non indugiare sull’aspetto mediatico della vittoria di ieri sera, cosa che vi costringerebbe a sorbirvi un panegirico di retorica sull’anti-interismo militante, mi soffermo invece sulle cose belle o bruttine viste durante i 90’ di gioco (e non giUoco).
Benissimissimo Ranocchia e Juan Jesus. Confesso a voi fratelli di aver salutato con uguale trasporto l’esordio in nerazzurro di Tramezzani, battezzandolo come “il terzino sinistro dei prossimi 10 anni”; diffido quindi chiunque da prendermi come infallibile vaticinatore di gesta calcistiche in salsa-Inter. Detto ciò, Ranocchia infila l’ennesima prestazione convincente, mentre il collega si presenta veloce, massiccio e autoritario come meglio non avrebbe potuto. Se da questo pazzo campionato uscissimo anche solo con questa coppia di difensori oliata e rodata a dovere per i prossimi anni, sarei già contento della stagione.
Su Milito e in parte Cassano mi sono già espresso: le mie preghiere sono indirizzate alla salute del Principe, che finché deambula è tra i migliori centravanti del mondo. Ando’ deve rigar dritto come sta facendo, poi coi piedi che si ritrova può far quello che vuole.
La novità di ieri sera è stata Cambiasso di fatto in linea coi giovanotti di difesa succitati, ad impostare l’azione da dietro. Come direbbe il sommo Rag. Filini, “può piacere o non piacere, su questo non discuto”; a me personalmente non fa impazzire, soprattutto se gli altri centrocampisti si allontanano invece di accorciare e aiutare il compagno, dandogli un’alternativa al lancio ad minchiam che per tanto così lo può fare anche il Cordoba di turno, per di più incravattato. Guarin e Sneijder sono bravissimi e utilissimi, ma in questo ieri sera hanno latitato non poco. I vari laterali non mi sono dispiaciuti, (Zanna e Pereira nella media, Nagatiello il mio preferito), con l’eccezione di Jonathan che ha visto la sua prestazione rivalutata solo dall’ingresso in campo di Alvarez, il quale, fino al sapiente cross per il 2-0, aveva perso centordici palloni provando altrettanti giochetti di prestigio de stoca…
In buona sostanza, va detto che meglio di così non poteva andare. Giochiamo discretamente ma concludiamo poco, con la squadra troppo spesso spaccata in due e con poche invenzioni da parte di Wesley –che ha poco da incazzarsi al momento del cambio-. Troviamo il primo gol con una zampata da fuoriclasse che capitalizza una delle 100 ciofeche di Jonathan mal gestita dalla difesa granata e il raddoppio dopo aver visto i fantasmi per una decina di minuti (con il determinante zampino di qualche pallaccia persa da Guarin e Alvarez).
Il senso della partita però sta nelle dichiarazioni del nostro Mister, che non posso che far mie: quando gli altri vincono così sono bravi, quando lo facciamo noi siamo provinciali e umili.
Prepariamoci a un paio di giorni di “caso Sneijder” e di “Nervosismo Strama”, tanto per offuscare il piccolo svarione dei cugini di sabato o la vittoria tutt’altro che agevole dei Gobbi a Genova.
LE ALTRE
Il Milan infatti ci dà la conferma (richiestissima dal sottoscritto) della casualità della vittoria di Bologna, implicitamente confermata anche da Allegri quando dice “ritengo giusti i 3 punti dopo 3 giornate; ma invece di una vittoria e 2 sconfitte avrebbero potuto essere 3 pareggi”. I cugini attualmente sono in grossissima difficoltà, e chi pareva poter prendere in mano la squadra è in realtà più in ambasce di altri (Boateng, Nocerino), stante la solita pletora di infortunati nonostante (o per colpa di) MilanLab.
La Juve rischia grosso a Genova, dove il Grifone ha 2 o 3 occasioni paurose per infilare la seconda pera, finendo invece come l’eroe romantico a pigliarla in culo sul contropiede successivo al miracolo di Buffon. Lì la carica nervosa dei rossoblù si squaglia, e l’inevitabile rigore bianconero fa il resto.
Come da me previsto (rectius gufato), la Roma becca in casa col Bologna dopo esser stata in vantaggio di 2 gol per oltre un’ora. Dopo aver vinto con noi senza giocare “da Zeman”, riescono anche a perdere “non giocando alla Zeman”, visto che i tre gol sono tutti presi a difesa schierata. Non so se la cosa costituisca attenuante o aggravante. Fate voi…
Napoli e Lazio vincono senza grossi patemi e condividono il superattico con la Juve, mentre in fondo il Pescara pare davvero cosa troppo piccola per stare in Serie A.
E’ COMPLOTTO
La pausa nazionali fa accumulare più materiale di quanto non si dica, a cominciare dalle 98 birre da 33 cl bevute da Maicon in una sola serata (“con tanto di scontrino”, copyright il sedicente interista Bruno Longhi a MeRdiaset), passando dal mese a disposizione di Stramaccioni per convincere Moratti a non cacciarlo in favore di Zenga, e finendo con l’immancabile caso Cassano, già appeso al muro in spogliatoio dalla ghènga argentina, reo forse di aver detto di preferire le scagliozze all’asado de tira.
La casuale ed effimera tripletta di Pazzini è stata ovviamente più che sufficiente a rispolverare l’antico adagio dell’Inter che cede al Milan i suoi campioni, con Pirlo e Seedorf raggiunti per l’occasione da Muntari e Pazzini, prossimi candidati al Pallone d’Oro, senza che mai nessuno ovviamente rimembri Vieri, Ronaldo, Favalli, Simic, West, Brocchi, a scelta nell’ordine.
La sentenza di Milano che condanna Inter e Pirelli a risarcire Vieri con 1 milione di Euro (contro i 21 richiesti) è ovviamente benzina sul sacro fuoco revisionista e negazionista degli ultimi anni, con le veline di turno a commentare come, oltre ai giocatori, l’Inter spiasse anche gli arbitri, e chiedendosi retoricamente “Possibile che Moggi facesse così paura? Manovrasse tutto? Pur rispettando le condanne che ci sono state, si può dire che di quegli anni restano ancora troppe zone d’ombra, e troppe macchie…”.
Posto che io, da tifoso, sono fiero di una squadra che tenga sott’occhio comportamenti sospetti da parte dei suoi tesserati, anche se fatti in violazione della privacy (per inciso: unica fattispecie per cui sia stata provata la responsabilità di Inter e Pirelli nella sentenza di primo grado), faccio notare come, nonostante una dozzina di condanne in sede sportiva ed una in sede penale a 4 anni e 8 mesi di reclusione, ci sia ancora certo giornalettismo che si chiede se davvero Moggi fosse poi così cattivo, rimestando acqua putrida nel mortaio del “così fan tutti”, con annessa e autoassolutoria conclusione del “tutti colpevoli, nessun colpevole”.
Infine, basta un minuto di Sconcerti su Sky nel post partita dell’Inter a farmi capottare 2 volte dalle risate: la stessa persona che dipingeva Cassano come un malato mentale incurabile e fallito cronico, ora spiega che il Milan non vince perché non ci sono più i grandi giocatori come il Pibe di Bari. Approfondendo la crisi del Milan, il nostro poi fa giustamente riferimento alla mancanza di Ibra che tante castagne ha tolto dal fuoco di tutte le sue squadre, dicendo che “lo schema palla-a-Ibra-che-ci-pensa-lui è stato usato alla Juve, all’Inter… soprattutto all’Inter, e al Milan”.
Tanto per chiarire che siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale (e quindi “Ibradipendente”) degli altri.
WEST HAM
Buon pareggio esterno che ci mantiene stabili nella colonna di sinistra della classifica. They fly so high…