Gustosissima la lotta intestina (l’aggettivo non è casuale, visti gli effetti che mi provocano normalmente i protagonisti della vicenda) tra Barbara Berlusconi e il Geometra Galliani.
Mi sono ritrovato, nell’occasione, a non sapere da che parte stare. Nessuna, direte voi, e concordo. Mettiamola così: contro chi tifare in maniera più accesa? Berlusconi contro Galliani… chi l’avrebbe mai detto. Eppure così è, aldilà delle rassicurazioni, i no comment e via andare. Così come non so mai chi tifare prima di un Italia-Inghilterra, anche qui mi sono accorto solo “a partita in corso” di tifare con tutte le budella contro Zio Fester.
E’ in lui che vedo impersonificata la vomitevole litanìa riassumibile nella azzeccatissima definizione di “Milanello Bianco”; e anche se so che in ciò il Geometra è solo il mero esecutore della volontà del papà di Barbara, l’aspetto epidermico ha il potere di farmi odiare il servo più del padrone.
Facendo mie le critiche rivolte dall’insubordinatissima Barbara, e ragionando per assurdo da tifoso milanista (Crisssto…cos’ho scritto!), farei anch’io presente a chi di dovere la mancanza di un difensore degno di tale nome nella difesa rossonera, oltre che di un centrocampo appena sufficiente. E non mi sentirei per nulla confortato nel sapere che l’anno scorso, più o meno con gli stessi effettivi, il terzo postosia comunque stato raggiunto. Ribatterei anzi dicendo che ragionando così ad minchiam si dà per scontato che i colpi di culo e i rigori regalati siano una costante e non l’eccezione… (Oh cazzo, forse c’ha ragione Galliani allora!).
Ma soprattutto ho capito che cosa, più di tutto il resto, mi fa disprezzare il Geometra: non è un tifoso, è un venditore di un prodotto, di un’idea, di un brand. Sentirlo recitare statistiche tagliate su misura, alludere continuamente al ranking europeo e magnificare i suoi giocatori di fantasia e talento (fateci caso: l’avete mai sentito lodare pubblicamente un difensore o un centrocampista?) mi fa pensare proprio al piazzista che auto-incensa la propria mercanzia, convinto che alla fine il pubblico gli crederà.
L’unica cosa che riconosco a Galliani è di essere un tifoso vero (per quanto macchiato dell’imperdonabile peccato dell’aver cambiato squadra, avendo il soggetto da buon brianzolo un passato juventino): le urla spiritate ai gol del Milan, e che tanto fanno ridere la gente, sono in realtà la sola cosa che, a righe invertite, mi sento di condividere con lui. Ovvio che ci sia una certa differenza tra chi (legittimamente, ripeto) esulta per un’autorete in una serata in cui si becca l’ennesima lezione di calcio dal Barcellona, e chi, messa a sedere a 20 cm da lui a palesare ancora una volta la sbrodola dell “uniti come una famiglia“, si perde il suddetto goal perchè impegnata a spippolare sullo smartphone.
Ma a parte questo in Galliani io vedo il peggio del calcio del presente e ancor più del passato prossimo (dico questo nella vana speranza che certi tempi se ne siano andati per sempre)
.Il Milan è l’unica squadra al mondo ad auto-proclamarsi la migliore del pianeta -commettendo oltretutto un falso storico- arrivando a scriverselo addirittura sulla maglietta (in Italia, chè in Champions non hanno il permesso per fare certe pagliacciate).
Il Milan è la squadra che, dopo l’ultimo scudetto vinto, fece uscire un book fotografico in cui Dolce & Gabbana immortalavano i giocatori in pose da fotomodelli.
Il Milan, infine, -l’ho sentita ieri a pranzo al bar ed ero convinto di aver capito male- è il club che “consente” ad un suo sponsor di promuovere una campagna pubblicitaria chiamata “Campioni di Stile” (il link ve lo cercate da soli chè ci manca solo che gli faccia pubblicità!). In sostanza vai lì e dici “voglio i capelli come Mexes, voglio la cresta di El Sharaawi“. e te ne esci conciato come uno di questi truzzammauri metrosexual.
Non sono più calciatori, sono uomini-immagine, anche loro testimonial dell’Ammore.
E se già detestavo la tendenza quando vincevano, figuratevi il mio ghigno di disgusto nel vedere il piazzista Galliani spacciare per stella polare del calcio globale una squadra a tre punti dalla zona B.