BOLOGNA-INTER 1-1
E’ inutile dire “lo sapevo, lo sapevo“. Perchè è scontato, e poi son tutti bravi a dire (dopo) che lo sapevano. Piuttosto, speravo che il vento indonesiano avesse spazzato via quella vena cazzara che da tanti anni caratterizza i ragazzi, e che invece ha trovato ennesima conferma nella Dotta Bologna.
Detto di una partita che poteva serenamente finire in goleada per i nostri, tocca anche constatare che il pareggio arriva su autorete (anche se quello di Jonathan pare ormai uno schema: tiro ignorante a cercare lo stinco del terzino), e che la minchiata fatta sul vantaggio bolognese poteva avere conseguenza ancor più nefande, vista la mancata espulsione di Taider.
Facendo un po’ d’ordine, con la masochistica intenzione di rivivere quell’obrobio calcistico che porta al gol di Kone, l’Inter riesce nella -non inedita- impresa di prendere gol su calcio d’angolo a proprio favore. Taider sbaglia a non spazzare rinviando all’indietro sull’ultimo uomo (Nagatiello) o anche sul portiere, e il rimpallo gli è fatale, innescando il velenoso Diamanti. A quel punto il nostro, ammonito dopo 1 minuto di partita, si attacca al rossoblù tipo koala, con la palla che carambola a favore di un altro bolognese. I nostri, tecnicamente parlando, si cagano dentro ed il greco Kone, solo soletto a centro area, vede il proprio sinistro -in realtà un po’ ciabattato- finire tra le gambe di Handanovic e poi in porta.
A quel punto, scampata l’ulteriore beffa dell’inferiorità numerica, personalmente avrei tolto Taider per Kovacic. Si va invece avanti così, e invero Palacio ha subito l’occasione per pareggiare. Liscio dello stopper e controllo col petto a seguire: il tiro è tecnicamente simile a quello dell’1-0 di cui sopra, ma stavolta i piedi del portiere (Curci, perculato per 2 settimane causa errori fantozziani e stavolta ovviamente migliore in campo) sventano la minaccia. Il Trenza ha un’altra occasione su bel cross di Jonathan, ma la capocciata finisce fuori di poco. Il festival del “non segneremo mai” ce l’abbiamo verso la mezzora, quando tra tiri e controtiri riusciamo da soli a sbrogliare l’area bolognese, con Alvaro Pereira a sbagliare il tap in (defilato, ma a porta vuota).
Sì; era entrato Alvaro Pereira per sostituire un Nagatiello acciaccato. E lì il Mister mi delude per la seconda volta: giocare col fratellino di Mr T dell’A-Team vuol dire giocare in 10, e ogni volta che Zanetti viene inquadrato in panchina, il numero di Madonne sale vertiginosamente…
Sul finale del primo tempo, punizia a 100 all’ora di Guarin che, deviata dalla barriera, scheggia la traversa.
Nella ripresa il copione è scontato: noi attacchiamo a testa bassa, loro tentano di ripartire, con la boa-Bianchi a fare il centravanti vecchio stile non senza rischi per i nostri.
Trovato il pareggio in pieno Johnny Guitar-Style, il più sembra fatto, stante anche l’ingresso -per me tardivo, come già detto- di Kovacic al posto di Taider, ad alzare il livello del nostro centrocampo. In realtà il croato non fa molto, ma le occasioni comunque ci sono: prima Guarin sbaglia un piatto destro all’altezza del dischetto del rigore (la migliore azione della partita), poi Curci fa i miracoli (ancora sul Guaro e nel finale su colpo di testa di Rolando), infine la traversa strozza in gola l’urlo di Juan Jesus che pareva aver azzeccato il tiro a voragine della vita.
Nisba: 1-1 e tutti a casa, con la beffarda sensazione di aver perso un’occasione d’oro, pur avendo guadagnato punti sui diretti concorrenti.
LE ALTRE
Il Napoli infatti cede sotto la classe di Fantantonio (ovviamente rigenerato dalla cura Donadoni, dimagrito 10 kg e meritevolissimo della Nazionale…. 6 mesi fa era un cadavere ambulante, vero mediaservi?), mentre la Fiorentina becca a Udine restando al palo. Se ci mettiamo la sconfitta del Verona nel Derby abbiamo comunque guadagnato 1 punto su tre squadre attualmente in corsa per il 3° posto. Ma, come già detto, è un magro bottino.
La Juve ristabilisce le gerarchie portandosi in testa, in attesa della Roma impegnata nel posticipo col Cagliari.
E’ COMPLOTTO
Ammetto che i commenti immediatamente successivi al pareggio sono all’insegna della quallità e solidità dell’Inter, che in effetti ha fatto la prestazione (frase odiosa, lo so…). Mazzarri è bravo a riconoscere che la manovra c’è, ma che certe occasioni non si possono sbagliare.
Le soddisfazioni mediatiche per una volta arrivano dalla parte sbagliata del Naviglio, dove evidentemente il cemento impastato con miele e glucagone inizia a creparsi. Brutte a livello sportivo le immagini di 300 teppisti (iniziamo a chiamare quel tipo di Ultrà col loro nome) che bloccano l’uscita dei calciatori dal tunnel di San Siro. Godibilissima invece dal punto di vista dell’ anti-tifoso la scenetta di Kakà che si avvicina ai suddetti ominidi e, presumibilmente dopo aver intonato lodi al suo Signore e sgranato più volte il rosario, riceve gli applausi degli astanti riuscendo ad aprire un varco nella folla manco fosse Mosé con le acque del Mar Rosso.
Se a ciò aggiungiamo che il lavoro sporco il Milan non ha nemmeno bisogno di farlo, avendolo sub-appaltato a giornalisti nemmeno stipendiati dal loro Presidente, la goduria è completa: Nosotti di Sky, fido segugio di affari rossoneri, intervista l’ex Luca Antonini (pardon, GiovaneAntonini) facendo leva sul cuore rossonero del suddetto, e chiedendogli di commentare uno striscione apparso in curva: non certo uno di quelli offensivi e vagamente minatori apparsi nei 90 minuti di partita, ma quello dedicato a “Luca, uomo vero“, con contorno di tifosi che non dimenticano e catalogabile sotto il refrain caro al Geometra “certi amori non finiscono“.
Il Giovane 31enne abbozza ringraziando e ammettendo di essersi emozionato: “Non l’avevo neanche visto, è stato Kakà a farmelo vedere rientrando negli spogliatoi“: Riccardino vuol bene a tutti, e distribuisce amore anche ai non legittimi destinatari.
La verità infatti appare la mattina seguente, poche ore dopo il tweet di Balotelli: lo striscione, lungi dall’essere dedicato ad un onesto panchinaro del Milan, era invece riferito a un curvaiolo che tornava al suo posto dopo aver scontato 5 anni di DASPO. Non proprio un chierichetto, insomma.
Chissà Riccardino…
WEST HAM
Benedetti ragazzi: già giocate col Chelsea, se in più regalate il vantaggio con un’azione da Mai dire Gol, non posso che mandarvi amichevolmente accagare… La zona retrocessione ci mordicchia il deretano.