CHI ERAVAMO, CHI SIAMO, CHE CACCHIO SAREMO

INTER-PARMA 3-3

Mentre tutti azzardano analisi socio-psico-politiche sugli effetti delle Primarie del PD nel Paese, io preferisco dedicarmi alle vere cose importanti della vita, trovandomi a dover commentare l’ennesima partitaccia dei ragazzi, capaci per la terza giornata consecutiva di pareggiare una partita che pareva ampiamente alla loro portata.

Non che la cosa mi stupisca, per carità: il Parma è una bella squadra, per di più con una foltissima colonia di Club Gautieri, ieri puntualmente tra i migliori (Sansone, 2 gol ieri sera, a secco da Marzo, e che già ci purgò lo scorso inverno; Marchionni, piccolo nano malefico ieri sera in versione regista illuminato).

Noi siamo quelli che siamo, purtroppo non così diversi dall’anno scorso. Se ci si mette anche Handanovic a far cappellate, la vincium pù la guèra… Ma andiamo con ordine: alla lettura delle formazioni, accolgo con piacere l’inserimento di Kovacic tra i titolari. il croato in realtà ci mette 20 minuti buoni a iniziare a giocare (in questo è in buona compagnia, c’è da dire…), e il Parma ne approfitta rifilandoci il primo sifulotto, con una verticalizzazione tanto elementare quanto efficace. I due maledetti, già citati in apertura, ci castigano dopo 10 minuti e Mazzarri esaurisce presto il bonus-madonne (bellissimo nella ripresa quando si fa il segno della croce, probabilmente dopo aver maledetto anche l’ultimo dei Santi rimasti nel rosario).

Calmi e serafici come un diesel, verso metà ripresa carburiamo, soprattutto sulla destra con Jonathan in buona serata e con Guarin che lo appoggia (quando non ostacola). Sul primo cross dalla destra Palacio spara alto da zero metri divorandosi il pareggio; poco dopo battbecca con Johnny Guitar, reo di aver messo in mezzo una palla troppo forte (ormai un marchio di fabbrica del Divino: tira forte rasoterra e chissà mai che qualcosa succeda…). Ma allo scadere del primo tempo la combinazione è giusta e il Trenza abbraccia il compagno prima di tornare a centrocampo avido di gloria.

Bene -penso tra me-, pareggio acchiappato appena prima dell’intervallo, ottima spinta psicologica e bla bla bla, ed ecco il frittatone combinato da Handanovic:

se la palla saponata diventerà mai disciplina olimpica, abbiamo in casa un serio candidato alla medaglia d’oro!

La palla rimane lì e a Parolo non pare neanche vero: 1-2 appena prima del riposo. Vepossino…

La ripresa per fortuna vede i nostri iniziare di buona lena e ribaltare la situazione in pochi minuti: prima ancora Palacio (grande giocatore, troppo solo là davanti ma senza di lui chissà dove saremmo) incorna alla perfezione il cross di un Alvarez meno scintillante che in altre occasioni. Dopo 2 minuti Guarin piazza il piattone sinistro sulla tibia di Lucarelli per il beffardo 3-2.

Ha ragione Mazzarri a spintonare i suoi, che correvano in panchina a festeggiare: giocare, giocare, tenere alta la concentrazione!

Lafava! dicono dalle sue parti: e infatti i nostri dopo soli 5 minuti giocano alle belle statuine (medley with “la bella addormentata nel bosco”), concedendo a Cassani quei 10 metri necessari a entrare in area, pensarci un po’ su, piazzare la biglia in mezzo e vedere ancora Sansone (milanista-dalla-nascita-in-una-famiglia-di-interisti) rifilarci l’ennesimo fischione. L’evento non mi sorprende nemmeno, anzi: penso tra me che la mezz’ora da giocare possa darci sufficiente tempo per vincerla.

In realtà, a parte qualche mischione in area e la girata del Cuchu al 90′ (mai una botta di culo, chettelodicoaffà), sono loro a mangiarsi il 4-3 in più occasioni, complice anche un Cassano in tono minore, che per nostra fortuna pecca di egoismo in un paio di circostanze.

Morale: lasciando stare i periodi più aurei della Mourinheide, ricordo che qualche anno fa vedevo Figo e Veron giostrare a centrocampo e trovarsi senza quasi nemmeno il bisogno di cercarsi. Mi bastava vederli ed ero tranquillo. Sulla fiducia.

Oggi abbiamo Jonathan e Guarin.

Come dire:

 

La vera constatazione è che questi siamo, e questo (poco più, poco meno) possiamo dare.

Non voglio passare per Cassandro o roba simile, ma mi permetto di ricordare che anche l’anno scorso avevamo iniziato a mille, per poi trovarci col solo Trenza a cavar castagne dal fuoco là davanti e con un centrocampo dalla pochezza cerebrale inquietante.

Le 7-8 partite che avrebbero potuto darci un tranquillo terzo posto in attesa delle due partitacce pre-natalizie (Napoli e Derby), ci consegnano invece una squadra preoccupantemente simile a quella di 12 mesi fa. Le differenze sono essenzialmente due:

Il Mister è più navigato e sperabilmente con l’esperienza per gestire questo periodo di appannamento. Ma soprattutto, la nuova proprietà dovrebbe essere interessata a rendere questo gruppo competitivo da subito, chè perdere la qualificazione in Champions per il terzo anno di fila sarebbe un magigno difficile da sopportare.

Detta male: Nainggolan, Marquinhos e una punta a scelta mi paiono condizioni necessarie (ma tutt’altro che sufficienti) per provare a giocarcela.

Altrimenti andiamo a farci le gite in Moldavia al giovedì sera in Europa League.

LE ALTRE

I gobbi fanno nuovamnete capire che, dopo un paio di mesi di illusioni, non c’è trippa per gatti nemmeno quest’anno. Del resto era prevedibile. La Roma torna al successo, facendoci almeno il favore di battere la Fiorentina, mentre il Napoli vive una situazione simile alla nostra, con lo scontro diretto del prossimo weekend messo lì quasi apposta…

I cugini si aggrappano al Balotelli ed evitano la sconfitta in terra labronica, rischiando addirittura di vincere.

E’ COMPLOTTO

Non c’è molto, lo confesso. Stomachevole però la prevedibilità di certi (diciamo tutti) i commentatori che hanno ormai la frase pronta per qualunque marcatore. Balotelli viene colpito dall’assist di Kakà e con il calcagno a 3 all’ora mette dentro l’1-0 del Milan a Livorno. Commento “Superbalotelli! non si ferma più!!“. Ma cazzarola, a momenti lo sbaglia e siam qui a celebrarlo manco avesse fatto gol di tacco a occhi chiusi…

Ovviamente la cosa non vale a righe invertite, con Palacio che, prima della doppietta, viene descritto come “in un periodo di comprensibile appannamento“.

Sintomatico invece Sconcerti che, rispondendo a un tifoso milanista che chiedeva conto dello scarso rendimento dei rossoneri contro le “grandi” negli ultimi campionati, si diceva in disaccordo, aggiungendo “mi pare che il Milan abbia anche battuto l’Inter… per quanto l’Inter degli ultimi tempi possa essere considerata una grande squadra“.

Solerte un tifoso nerazzurro (non sono stato io, giuro) che in tempo zero gli scrive puntualizzando che l’anno scorso i derby sono finiti 1-0 per noi e 1-1 al ritorno, mentre l’anno precedente l’Inter li aveva addirittura vinti entrambi. Il commento di Sconcerti è stato una smorfia come a dire “sì va beh, la solfa non cambia“.

Un ultima postilla, con semi-critica al nostro allenatore: ieri il contatto su Alvarez in area non era rigore. E’ vero che abbiamo visto rigori fischiati per molto meno, ma non reclamiamo per ‘sta roba.

WEST HAM

Doppio impegno settimanale e doppia sconfitta: ferale quella del derby contro il Crystal Palace, meno trraumatica ma ugualmente “intrusiva” quella col lanciatissimo Liverpool. Morale: piena zona retrocessione. WTF!

Fossero tutti come voi...

Fossero tutti come voi…

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