Quando qualcuno fa il suo dovere (in questo caso informare) è giusto dargliene atto. Nella fattispecie, parlo della Gazzetta che, seppur a caratteri non esattamente cubitali, dà notizia della sentenza di secondo grado del Tribunale di Napoli su Calciopoli.
Ecco un corposo estratto dal sito della rosea, che spiega in poche ma efficaci righe cosa sta dietro ai 2 anni e 4 mesi inflitti a Moggi in secondo grado. In calce ad ogni passo vi dovrete sorbire il mio saccente e rancoroso commento.
Luciano Moggi, condannato a 2 anni e 4 mesi, Innocenzo Mazzini e Pierluigi Pairetto, entrambi 2 anni, sono i promotori dell’associazione a delinquere finalizzata ad alterare il campionato di calcio 2004-05. Il collegio giudicante della Corte di Appello di Napoli ha accolto la riforma “in peius” chiesta dal Procuratore generale Antonio Ricci della sentenza di primo grado, almeno nei confronti di Mazzini e Pairetto
La novità è sostanziale rispetto al primo grado: là Moggi era stato individuato come unico promotore dell’associazione a delinquere, cosa che aveva dato libero sfogo alle verginelle del “quindi alla fine ha fatto tutto da solo, tutto ‘sto casino per un solo vero colpevole?“. Invece, tecnicamente parlando, “un par de palle”: Innocenzo Mazzini e Pierluigi Pairetto sono anch’essi promotori e, coerentemente con questa tesi, la loro pena è stata inasprita rispetto al primo grado. Come già fatto notare altrove, non sia d’inganno la riduzione quantitativa della pena inflitta a Moggi (la durata è più che dimezzata), effetto della prescrizione intervenuta per una delle due fattispecie di reato (la frode sportiva, vedi infra). Per amor di verità, Giraudo, già condannato in secondo grado con rito abbreviato nel Dicembre 2012, era stato riconosciuto facente parte ma non promotore dell’associazione a delinquere.
Alla lettura del dispositivo in aula presente solo l’ex designatore Paolo Bergamo per il quale l’avvocato Silvia Morescanti ha ottenuto che venga reistruito l’intero processo “viziato” in primo grado dall’impossibilità di un’adeguata difesa, vista l’assenza del difensore di parte (la stessa Morescanti) che era in maternità.
Buon espediente dilatorio della difesa di Bergamo, che in primo grado si era beccato 3 anni e 8 mesi: stiamo a vedere quel che accadrà, prescrizione permettendo. In ogni caso, nulla che si avvicini neanche lontanamente ad una qualche forma di assoluzione o minor colpevolezza.
Avevano rinunciato alla prescrizione per la frode sportiva gli ex arbitri De Santis, Dattilo e Bertini, tutti condannati: il primo a 1 anno, gli altri due a 10 mesi.
Epidermicamente, le condanne che mi fanno più piacere: De Santis, gonfiando i muscoli e a petto in fuori come il miglior secondino, aveva fatto sapere ai quattro angoli del mondo di aver rinunciato alla prescrizione chè lui mica ci aveva niente da temere, e si becca (insieme ai compagni di merende Dattilo e Bertini) la condanna anche in secondo grado.
Intervenuta, come richiesto anche dalla Procura, la prescrizione per gli altri imputati, fra i quali il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della Fiorentina, Andrea Della Valle, appunto perché la frode sportiva è prescritta – motivo per cui la pena di Moggi è inferiore ai 5 anni e 4 mesi chiesti in primo grado.
La prescrizione è intervenuta anche per Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan. Questo per la precisione. Sarei molto curioso di sentire uno dei due fratelli Della Valle annunciare di voler rinunciare alla prescrizione e “spiegare!“, coerentemente con quanto preteso ai tempi dell’infame relazione di Palazzi su Facchetti e l’Inter, (il famoso “Moratti spieghi!”) che ha più che erroneamente generato l’equazione Inter=prescritti.
Ad ogni buon conto, giova ricordare ancora una volta che prescrizione ed assoluzione sono due fattispecie in tutto diverse, per quanto con effetti simili per l’imputato. Lo dico perchè anche ieri sera ho sentito abominii del tipo “assolti per prescrizione“.
La seduta è tolta.