NOI MAI

INTER-UDINESE 0-0

Noi, fare una partita come Dio comanda, mai.

Noi, capire che bisogna iniziare a correre al primo minuto di gioco e non al 46°, mai.

Noi, una sana botta di culo, mai.

Noi, un cazzo di rigore, farlocco o meno, lampante o meno, che “ci può stare” o meno, mai.

Chi segue da anni le sventure dei nostri amati eroi sa di doversi aspettare ogni volta (o quasi) il peggio che possa capitare: noi siamo, piacevoli eccezioni a parte, una Legge di Murphy applicata al calcio. Laddove squadre diversamente strisciate beneficiano di errori altrui, respinte farlocche di portieri, scivolate di difensori e altra roba assortita, i nostri inciampano nelle primule, si avvologliano in un vortice di casino disorganizzato che, alla fine, produce il rumore poco aulico di una puzzetta.

In termini poco calcistici, ma spero ugualmente efficaci, ecco spiegato il primo tempo dei nostri: Guarin festeggia degnamente il rinnovo del contratto stabilendo il nuovo record di tiri sballati e passaggi agli avversari (quantomeno ha la decenza di non sfanculare il pubblico fischiante al momento del cambio), Icardi e Palacio galleggiano senza costrutto tra i difensori friulani, e persino Hernanes pare in serata di luce spenta.

Onestamente, non so quanta parte di colpa addossare a Mazzarri: senz’altro ha un parco giocatori superiore a quello di Stramaccioni l’anno scorso, tuttavia alcune carenze di personalià sono ancora tutte intatte, per scorno suo e di tutta la sua santa chiesa (che poi saremmo noi tifosi).

In pura teoria, la ripresa giocata a ben altri ritmi potrebbe deporre a suo favore (la famosa strigliata dell’allenatore degli spogliatoi, con i muri che tremano e le scarpe che volano), ma la storiella varrebbe la pena di raccontarla solo se a ciò fosse seguita la gragnuola di goals che invece è puntualmente mancata.

Ecco, il secondo tempo è stato l’ideale proseguimento della partita con l’Atalanta: occasioni in serie (diciamo così), i soliti miracoli del portiere di turno, il solito episodio dubbio in area di rigore che nemmeno mi ha fatto sobbalzare sul divano (anche perchè ero già in piedi a guardare gli ultimi minuti attaccato allo schermo).

Del resto, diciamolo tra di noi, siamo abituati a non vederci fischiare rigori molto più netti di questo (Derby e Udine in Coppa Italia i primi che mi vengono in mente). Non per fare analogie blasfeme, ma senz’altro non possiamo far nostro uno degli insegnamenti più profondi di Ernesto Guevara detto el Che: noi interisti -tocca ammetterlo- ci siamo ormai abituati a questa situazione, come giustamente -for once!- fatto notare anche dal Signor Massimo ai taccuini della Gazzetta: “L’anno scorso è successo lo stesso, dalla partita con la Juve (giocata a inizio Novembre) fino alla fine del campionato , poi anche nel passato… Capita a tutte le squadre, qui però capita con una statistica assurda. Credo che gli arbitri abbiano paura a dare il primo rigore dopo tanto tempo”. La notizia, a volerla vedere, c’è. L’anomalia non è data solo dagli zero rigori in 32 giornate, ma anche dalla ormai sistematica ripetitività di questi numeri. 

Qui, più che la platealità del tocco di mano, quel che fa notizia è la coerente pervicacia della classe arbitrale nel non fischiare ormai per principio: detto che il tocco col braccio del difensore bianconero viene fischiato nel 50% dei casi, mi pare palese l’applicazione pratica del principio in dubio contra Inter, variante giustizialista del sacrosanto principio garantista in dubio pro reo.

A pensarci bene, è strano che quello che in Diritto è un modo per tutelare la parte debole o comunque più “a rischio” (l’imputato di fronte al giudice), nel mondo del calcio sia l’ennesimo caso di tutela verso i potenti . E chi è il “reo” per definizione? il Ladro. Quindi i Gobbi!

 

 

LE ALTRE

Posto che il mio sistema operativo mi impedisce di poter salvare il file “Vittoria del Milan” nella cartella dei Preferiti, devo ammettere che il pari insipido dei nostri ci permette in ogni caso di recuperare un punticino sulla Fiorentina, battuta appunto dai cugini, e di staccare di una lunghezza pure il Parma uscito sconfitto, non senza recriminazioni, dallo Juventus Stadium.

Detto che per le prime tre piazze si potrebbe anche non giocare più, scolpite come sono a favore di Juve, Roma e Napoli, la lotta per il quarto posto continua ad essere serrata. Da quel che intendo, arrivare quarti vorrebbe dire poter fare solo un turno preliminare di Europa League a fine Agosto, e quindi poter fare una preparazione in grazia di Dio.

D’altra parte, se arrivassimo quinti ma la Fiorentina battesse il Napoli nella finale di Coppa Italia, il risultato sarebbe lo stesso: motivo in più per tifare la Viola in Coppa!

 

E’ COMPLOTTO

Tristemente, niente da dire… Alla fin della fiera noi siamo i peggiori nemici di noi stessi!

 

WEST HAM

Vittoria contro l’Hull City e metà classifica che inizia a essere un posto familiare per gli Hammers. Guai ad abituarsi, però!

 

 

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