E ora, inevitabilmente, vengano alla lavagna attaccanti e Mister.
Sarebbe bello che i voti all’insegnante li dessero proprio gli studenti (nel segreto dell’urna, Mazzarri non ti vede ma io sì!) ma, in mancanza di ciò, provvedo io in subordine.
Andiamo però con ordine e diamo gli ultimi numeri:
BOTTA RUBEN: Arrivato in sordina, se ne va in sordina, dopo aver fatto vedere qualche dignitoso quarto d’ora. Ad ogni modo, per lui vale il segno di interpunzione usato nei tabellini della pallacanestro per indicare educatamente il giocatore che non ha segnato punti: “virgola”.
Credo si tenterà di venderlo e, non riuscendoci, verrà dato in prestito.
Voto: n.g.
ICARDI MAURO: La classica frase fatta della medicina applicata al calcio: brutta bestia la pubalgia. In effetti il ragazzo comincia a giocare con continuità solo dopo Natale, e per quello il suo lo fa. Come detto più volte, siamo al cospetto del nostro Balotelli (inteso come minus habens neuronico dotato di buoni piedi e di innato talento a rotolarsi nel guano mediatico), più o meno forte di SuperMario è qui irrilevante. Certo, Milito è (stato) un’altra cosa, calcisticamente e umanamente, ma questo passa il convento e con questo dobbiamo andare avanti. Una decina di gol in mezza stagione sono un buon bottino; l’improbabile arrivo di un grande centravanti gli dà la quasi certezza di partire titolarissimo a Settembre, avendo avuto l’estate a disposizione per riposarsi (Wanda Nara permettendo).
Voto: 7- (il “meno” è di stima)
MILITO DIEGO: Duole dirlo, ma l’ultimo Principe degno di tale nome si è rotto il crociato a Febbraio 2013 in un’inutile partita di Europa League: il suo fisico claudicante mal si concilia col gioco fatto di finte e scatti nel breve, sui quali vanta una dozzina di brevetti, motivo per cui la doppietta al rientro contro il Sassuolo, in una calda giornata di fine estate, è stata la triste e vera passerella d’onore di un grandissimo attaccante. Sempre convinto che avrebbe potuto fare un’intera carriera ad altissimi livelli, e non solo gli ultimi 5 anni.
Voto: 5 (perdonami Diego…) (10 alla carriera) (0 all’accozzaglia di craniolesi che nel 2010 non lo inserì nemmeno tra i 50 candidati al Pallone d’Oro, dando la conferma non richiesta che il complotto ai nostri danni è mondial-giudo-pluto-cratico).
PALACIO RODRIGO: Una mezza spanna sotto il miglior Milito. Ciononostante, un altro grandissimo giocatore che, quest’anno come l’anno scorso, si è più volte caricato la squadra sulle spalle mietendo gragnuole di gol (17 in Campionato + 2 in Coppa Italia) e facendosi quel che tecnicamente si chiama “culo quadro”. Anche lui come il connazionale è arrivato al grande calcio europeo alla soglia dei 30 anni, e temo che la prossima sarà l’ultima stagione “a tutta” che gli potremo chiedere. A differenza del più giovane collega pubalgico, El Trenza giocherà i mondiali, motivo per cui è più che necessario un “rinforzino” in quel settore in sede di mercato.
Voto: 7.5 (mezzo voto in meno per la treccina che, accentuandosi la pelata, è sempre meno proponibile).
COMPITI PER LE VACANZE
Il figlio di Paul Ince conferma la bontà dei miei sentimenti agrodolci nei suoi confronti, avendo il ragazzo sentitamente ringraziato per l’interesse ma rifiutato il trasferimento sulle giuste sponde del Naviglio.
Come già accennato, ad oggi inizieremmo la stagione con i soli titolari (Palacio+Icardi) e nessun altro: ovvio che servano 2 acquisti, di cui uno tecnicamente all’altezza della succitata coppia argentina. Essendo “bassine” le probabilità di arrivare a pezzi da novanta quali Levandowski, Suarez, così come Torres e Dzeko, il nome su cui puntare forte mi pare quello del Chicharito Hernandez, apparentemente chiuso al Man Utd dalla coppia Van Persie-Rooney, e senza nemmeno la motivazione del “beh, magari gioco in Champions League“, visto l’anno sabbatico dei Red Devils per la prima volta da millemila stagioni. Il ragazzo, similmente a Palacio, agisce meglio da seconda punta ma è comunque capace di stare nel mezzo, pur essendo tutt’altro che un colosso. Potrebbe cioè giocare in coppia tanto con Icardi che con Rodrigo, e i miei sogni bagnati arrivano a ipotizzare addirittura un tridentone nelle partite in cui proprio “non vuole entrare“.
Oltre al messicano, l’ideale sarebbe stato proprio il giovane Ince, oggetto misterioso da scoprire ed eventualmente far maturare nel corso della stagione. Sfumato l’ex asmatico albionico, punterei su un prospetto simile, nella speranza che l’intuito calcistico di Ausilio possa risultare più sviluppato delle ultime versioni del Marco Branca style. Ammetto però qui la mia ignoranza in materia.
Sono dubbioso su un ritorno di Biabiany, che in contesti come Parma pare poter dare il meglio di sè, ma che non vedo altrettanto positivo alle nostre latitudini. Oltretutto, uno così lo paghi e non poco: a posto così, grazie.
ALLENATORE
Nella critica pressochè unanime a scherarsi contro Mazzarri trovo conferma dell’aspetto più masochista e tafazzoide del tifoso interista. Nonostante la mezza dozzina di allenatori inanellati nelle ultime stagioni (con i dimenticabilissimi risultati raggiunti), siamo ancora qui a vaneggiare dell’uomo forte, capace da solo di risolvere tutti i nostri problemi.
Ecco perchè vedo forti e preoccupanti analogie tra i miei colleghi tifosi e l’italiano medio: facile invocare l’arrivo di “quello bravo”, comodo delegare a lui la risoluzione del troiaio che si avviluppa su se stesso da anni. Leggermente più difficile, sfidante e impegnativo mettersi in gioco, rivedere a fondo gli aspetti del problema, siano essi schemi difensivi o corruzione e incompetenza politica a tutti i livelli.
Mi taccio immediatamente, non volendo aprire voragini di demagogia che rifuggo come poche cose al mondo. Torno al Mister, solo per confessare che nemmeno a me fa impazzire, e che, nonostante tutto, non possiamo permetterci un ennesimo anno zero, una ennesima rifondazione, un’ennesima stagione buttata in partenza. Bene ha fatto Thohir a confermarlo, bene farà (perchè lo farà vero?) a comprargli i giocatori da lui richiesti, bene farà a supportarlo per tutta la stagione, facendo per una volta capire a tutti (giocatori in primis) che la società è stretta e compatta a fianco del proprio Mister.
I conti si faranno alla fine.
Vogliamo smetterla con la versione di Mazzarri chiagne-e-fotte? D’accordissimo, detto-fatto: esaudire quanto più possibile i suoi desiderata sul mercato e consegnargli una squadra che gli impedisca di ripetere scempi quali “i giovani me li sono trovati, la squadra era già bell’e pronta quando sono arrivato“. Gli si dia la macchina che vuol guidare lui, lo si faccia viaggiare in santa pace, senza dirgli ogni 200 metri “gira di qui, no vai di là” come farebbe una suocera petulante. Arrivati a destinazione, nel caso, ci sarà modo di giubilarlo con un pernacchione o innalzargli altari e inni di gratitudine sempiterna.
Bon, gli ingredienti son tutti nel pentolone, e quello che dovrebbe venir fuori è una roba del genere:
Sono stato parsimonioso e prudente, mettendo i due acquisti verosimilmente più cari (Chicharito e Zuniga) fuori dai titolari -il che più o meno vuol dire “tanto non arrivano“- e inserendo mezzi giocatori (vedi Andreolli e Khrin) buoni solo per aver fatto il settore giovanile tra Interello e la Pinetina.
Mi accontenterei di vedere l’11 disegnato sul tappeto verde e qualche rincalzo all’altezza (non so ad esempio quanto alla lunga Ranocchia riuscirà a vincere il ballottaggio con JJ e Rolando).
Non resta che goderci l’ennesima edizione estiva del Calciominchiata, a far da contrappunto ai Mondiali, e veder quel che ne esce.
Tremate.
-fine-
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