INTER-SPAL 2-0
Partiamo dalle buone notizie, così facciamo presto. L’Inter vince una partita tutt’altro che facile, porta al gol Politano e Gagliardini e gioca un’ultima mezzora di decorosa decenza. Martinez l’unico a farsi il mazzo per tutti i 90′, con un gol tanto bello e di garra quanto giustamente annullato per controllo malandrino di braccio.
Fine.
Ora inizia il cahier de doléance, per il quale dovrò ricorrere al poco elegante elenco puntato:
Primo: il match fino al gol è stato di una pena infinita. Dozzine di errori tecnici da terza categoria (Gagliardini dimostra quanto strano sia questo sport, sbagliando appoggi in serie per 70 minuti e poi segnando un bel gol che lo consegna ad un ultimo tratto di gara da dominatore del centrocampo), poche e confuse idee in fase di costruzione, con Brozovic assente già prima di essere sostituito e Asamoah a creare casino -nemmeno organizzato- sulla sinistra.
Certo non ha aiutato la morìa di indisponibili e di non rischiabili in vista del Derby, ma se c’era bisogno di capire quanto l’Inter dipenda da tre o quattro giocatori, domenica ne abbiamo avuto l’ennesima conferma.
Secondo: Spalletti, ahimé, dal bailamme di queste settimane, mi pare non uscire benissimo: la gestione della rosa e le poche alternative ai tanti indisponibili non sono problemi facilissimi da risolvere, ma l’impressione è quella di un uomo che non abbia il pieno controllo dello spogliatoio.
Ho trovato interessante, pur senza condividerla in pieno, la considerazione fatta da Capello qualche giorno fa, e secondo la quale era l’allenatore e non la Società a dover intervenire per normalizzare una situazione che riguarda rapporti tra i giocatori. Diciamo che, tra il faso todo mi e il continuare a ripetere “so una sega chiedete agli altri” probabilmente ci sono alcune vie di mezzo.
Che il ragazzo sia permalosetto e caratteriale è noto, ed ancora una volta mi chiedo cosa diavolo aspettiamo a rapire il Cuchu Cambiasso e tenerlo sequestrato alla Pinetina per il prossimo trentennio con pieni poteri. Magistrale, in ordine di apparizione, la risposta data alla domanda di Caressa “ma dimmi “Gusciu”, nell’Inter dei tuoi tempi una roba come quella di Icardi sarebbe mai successa?“. Cintura nera di paraculaggine e applausi a scena aperta.
Terzo: C’è un soggetto della Società di cui ancora non ho parlato e il cui silenzio è letteralmente assordante. Il Capitano, quello vero, quello che probabilmente più di tutti poteva toccare le corde giuste in questa vicenda da neurodeliri. Ecco, Zanetti in tutto questo dove cacchio è? Cosa cacchio sta facendo? Argentino, ex compagno di squadra, collega di “capitananza”, quale migliore sponda poteva trovare il Club per interloquire off records con Maurito? Eppure, tutto tace e tutti tacciono. Qualche “si dovrebbe“, qualche “sarebbe opportuno“. Siamo tutti concordi nel dire che i grandi ex giocatori fanno il bene delle Società perchè portano il know-how del calciatore, sentono gli umori dello spogliatoio, hanno -per usare il terribile gergo aziendale- le soft skills necessarie a far parlare universi lontani quali il giocatore tabbozzo e il dirigente azzimato. Detto ciò: se non è questo il caso di scuola in cui far vedere il tuo valore aggiunto, quale cacchio è, di grazia?
Ogni giorno passato senza una soluzione scava un fossato sempre più profondo tra Club, giocatore, squadra e tifosi: ognuno si costruisce la “sua” verità che sarà sempre più difficile sostituire a quella “ufficiale” a cui attenersi. Come già ho detto nei miei ultimi sproloqui, non ci sono innocenti in questo troiaio, se non i tifosi che siano pensanti e non assatanati integralisti, alla caccia di sangue e lotte intestine.
Quarto e ultimo: Infine, in un intingolo che dà un sapore squisitamente interista ai prossimi giorni, ci troviamo a giocarci buona parte della stagione con la rosa ridotta all’osso, con il FPF che sarà pure al tramonto ma che fa vedere quanto male faccia dover lasciare fuori dalla lista UEFA alcuni giocatori, e soprattutto con infortuni che al me complottista sembrano assai strani.
Il fatto che in quattro giorni i “nemici giurati” di Icardi chiedano il cambio che pare essere precauzionale può essere letto in tanti modi. Dal “vuoi fare la fighetta? Adesso lo facciamo anche noi e vediamo quel che succede” al “ci chiamiamo fuori dai due match clou in modo da forzare il fu-Capitano a farsi un esame di coscienza e rispondersi “ok, hanno bisogno di me, rientro“.
Se siamo nel primo caso, facciamo davvero a chi si martella le balle con la clava più grossa, non riuscendo a scorgere alcun vantaggio da un comportamento simile. Se invece ricadiamo nel secondo esempio, direi che il tentativo -che sia considerato lodevole o vagamente mafioso- è in ogni caso miserevolmente fallito.
E’ COMPLOTTO
Esattamente come il Professor Fiumi del Liceo Ginnasio B. Zucchi all’inizo dell’anno disse “ragazzi quest’anno non voglio dare esami a settembre, non fatemi dare esami a settembre” e poi immancabilmente ne rimandò un paio (non io! ma solo perchè non era un mio professore…), anche io a ‘sto giro non volevo aggiornare il quaderno dei cattivi, lamentandomi di questo o quel giornalista.
Però Lorenso Minotti merita una valida eccezione, anzi, ezzesione, come direbbe il simpaticissimo nella sua impeccabile dizione. Curioso anzitutto che, come già in Inter-Bologna, il nostro sia uno dei commentatori allorquando l’avversaria è una squadra emiliana
Voce fuori campo: Sì Mario, sì… qui sommi al tuo complottismo l’innata malfidenza nella generalmente riconosciuta simpatia tipica della terra dei turtelèn.
Risposta: Vero, e allora?
Come spiegare altrimenti la continua critica a qualsiasi cosa che riguardi il nerazzurro del nostro amatissimo? Un paio di esempi: Compagnoni ci informa dell’assenza di Icardi allo stadio, scelta che secondo me è stata opportuna. Nel giorno dei festeggiamenti per il 111° anno dell’Inter, con lo stadio ancora una volta gremito da più di 60 mila persone, posso solo immaginare i decibel di fischi che sarebbero stati riservati alla coppia argentina ad ogni inquadratura. A quel punto non cambia niente: stai a casa ed evita un inutile bagno di folla e di sangue.
Ecco invece il commento del saputello primo della classe, a match nemmeno iniziato: “e qui già non cominciamo bene“.
Prosegue, il nostro, nello squadernare statistiche da cui sistematicamente la SPAL pare essere il Real Madrid di turno e i nostri la Campania Putelolana.
Il tocco di classe lo riserva in occasione dell’ammonizione data a tal Valoti: ” eh, Mattia qui è entrato sull’uomo e ha fatto fallo“. Mattia? Ma chi è, tuo fratello?
Per la mia salubrità mentale dovrei prendere esempio dal Signor Padre e iniziare a guardare le partite senza commento tecnico, ma siamo all’effetto gattino spiaccicato in strada: ti fa schifo, ma non ce la fai a non guardarlo.
