BASTANO?

INTER-BARI 4-0 

Una allegra scorribanda dopo il quasi infarto iniziale.

Pericolo molto più reale di quello Paventato (la maiuscola è una chicca per intenditori) domenica per il Capitano, e che vede le conseguenze nefaste per il nostro miocardio fermarsi fortunatamente sul palo colpito da Almiròn.

Il tutto dopo 20 secondi dal calcio d’inizio, con i nostri che non hanno nemmeno sfiorato il pallone.

Che servisse o no questo stringiculo, i nostri cominciano a giocare con buone geometrie e discreto ritmo. L’obsesiòne (copyright JM) di far segnare Milito è abbastanza palpabile, e l’argentino viene cercato spesso, anche se non benissimo: nel primo quarto d’ora produciamo qualche tiro, ma soprattutto da fuori area, senza manovre avvolgenti. Con l’andar del tempo invece Eto’o sale in cattedra, grazie al suo immenso talento, ad uno stato di forma difficilmente migliorabile e ad una marcatura non proprio arcigna (il povero Pulzetti, di professione centrocampista, è costretto dalla morìa di difensori baresi a giocare in quella zona: credo che avrà gli incubi per qualche notte…).

Il copione sembra già scritto e trova puntuale conferma al 27’: discesa travolgente del Re Leone a sinistra, cross al bacio per Milito che, resistendo a un tentativo di stupro in area di rigore (lo strip tease ad opera del terzino era quasi completo) insacca di testa.

Gol liberatorio si dice in questi casi.

La partita prosegue bene per l’Inter, e nella ripresa assume i contorni della passerella. Il Bari ci mette del suo, regalando due rigori tanto netti quanto ingenui (un “mani” che è gemello di quello con l’Udinese, e uno sgambetto su Lucio dopo stop “a inseguire” del difensore pugliese), ed esponendosi inevitabilmente al contropiede interista come nell’azione Coutinho-Stankovic-Milito che porta al 4-0.

Tutti contenti, anche nel vedere i due punteros contrattare come nemmeno al Suk di Marrakech sui rigori da tirare (alla fine bene così, doppietta per entrambi). Personalmente, mi piace sottolineare la solida prestazione di Chivu su Alvarez prima e tal D’Alessandro poi. I due, contrariamente alle mie preoccupazioni della vigilia, non impensieriscono il rumeno in versione “genietto-tattico-bravo-a-non-farli-partire”. Chiedo venia a Ciccio Caschetto e son contento di farlo.

Le uniche piccole note negative arrivano da Samuel che si ferma alla mezz’ora per un problema al quadricipite e che inevitabilmente è a rischio per Roma, e per il Capitano che, prima volta negli ultimi 5 anni, salta una partita per infortunio: nell’ultimo allenamento ha sentito lo stesso dolore di domenica, e stavolta gli esami hanno sì evidenziato un pneumotorace, seppur di modesta entità. Visto il SuperUomo, non mi stupirei di vederlo in campo già sabato, ma umanamente parlando si prevedono 1-2 settimane di stop.

 

LE ALTRE

I cugini impattano a Roma contro ‘A Lanzie. Ibra si mangia un gol nel primo tempo e ne segna uno nella ripresa, ma poi la coppia centrale più bella del mondo (Nesta-T.Silva) si fa uccellare da Hernanes e Floccari per il graditissimo pareggio, festeggiato ovviamente in tempo reale anche a San Siro.

Periodo di sfiga nera per la Roma, che perde anche a Brescia, avendo da recriminare per qualche decisione dell’arbitro. Il rigore di Mexes in effetti non c’è (Barbie-boy prende la palla) anche se, in tutta onestà, vedendola a velocità normale mi pareva rigore netto. Oltretutto l’intervento era fuori area. Fatto il frittatone, purtroppo per lui il cartellino era inevitabile. Degli altri episodi incriminati, ho visto il “mani” in area, che rientra in quella zona grigia del “si può dare come si può non dare” (e cioè: braccia scomposte ma palla che arriva da un metro).

In ogni caso, per noi bad news perché la Roma si trova a dover fare la partita della vita sabato contro di noi, coltello tra i denti e nervi a fior di pelle. Avrei preferito arrivassero dopo un bel brodino (leggi: vittoria brutta sporca e cattiva ma che muove la classifica).

Stasera la Juve col Palermo: in caso di vittoria arriverebbe a meno 3 da noi (capoclassifica solitari, once more with feeling).

 

E’ COMPLOTTO 

Direte voi: difficile trovare fagioli da far bollire in pentola dopo una serata così. Uomini di poca fede!

Dopo aver fatto un complimento all’Inter “di quest’anno” (“questa è una squadra che mi è simpatica, quella dell’anno scorso…” detto col solito cantilenante accento calabrese), Massimo Mauro deve timbrare il cartellino (cioè rompere il cazzo, –excuse my french-) e quindi chiede a Rafa: “lei in 5 anni a Liverpool non ha mai vinto il Campionato, ora arriva in Italia e probabilmente lo vince al primo colpo. Non è che la differenza sta  nel fatto che lei là faceva anche il mercato e qui invece ci pensa qualcun altro?” Domanda senza senso, davvero antipatica (con una T sola stavolta), a cui Sancho Panza risponde punto su punto, argomentando di minori budget a disposizione rispetto ai top club e di uno scudetto che a Liverpool manca da 20 anni (non 5). Quando poi il soggetto in studio cerca di liquidarlo con un “va beh va beh…” lo spagnolo, con ferma educazione, ribatte “per favore vorrei finire”, zittendo il prostituto intellectuale di turno.

Ottimo Rafa anche quando respinge seccamente al mittente (in minigonna stavolta) qualsiasi accenno a un presunto litigio avuto con Eto’o a inizio stagione circa la posizione dell’africano in campo (riassummibile nella formula “parlato tanto, litigato mai”). Apprendo infine che il fatto di non avere un rigorista designato sta in sostanza spaccando lo spogliatoio, ed essendo l’Inter pazza per definizione, occorrerebbe porre rimedio.

 In effetti abbiamo un solo punto in più del Brescia… La crisi è alle porte.

Eto'o e Milito si picchiano per decidere chi deve tirare il rigore

Eto’o e Milito si picchiano per decidere chi deve tirare il rigore

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