CAGLIARI-INTER 0-1
Come si dice in questi casi, prendiamo ciò che di buono s’è visto (gol di Eto’o e vittoria) e sostanzialmente riaggiorniamoci per tutto il resto.
Ma va benissimo così. Sai chemmefregammè di manovre ariose e sovrapposizioni ficcanti quando giochi incerottato ogni tre giorni? E poi non siamo mica il (grande) Milan, siamo solo la solita “Inter cinica”. Ribadisco, sticazzi.
Piuttosto, non ci sono più parole per descrivere lo stato di forma del Re Leone: onestamente è dai tempi del Ronaldo 97/98 che non vedo una punta interista così incisiva e decisiva, tant’è che l’adagio da terzo anello che dà il titolo a questa sbrodolata si addice perfettamente all’andazzo degli ultimi tempi. Eto’o in questo momento potebbe segnare pure con un colpo di tosse, anche se c’è da dire che il gol di ieri è di una bellezza e di una tecnica uniche. Pallaccia di Sneijder (bravo comunque a contrastarla e riacchiapparla quando sembrava ormai persa), controllo volante col destro, altro tocco a liberarsi e sinistro secco all’angolino.
Geometria cartesiana applicata al calcio, in culo ai soliti stronzi che gli fanno il verso della scimmia.
L’inter vince tirando due volte in porta: l’altra azione che vede Coutinho scaricare un destro discreto ma centrale ricorda –in peius– il gol di “indovina chi?” contro il Twente. Per il resto partita bloccata, Cagliari che ha un paio di occasioni mica da ridere, carambolone su Chivu che si stampa sulla traversa e Daniele Conti che per fortuna non è lesto abbastanza da ribadire in porta. Una doppia parata di JC su una bella percussione di Nenè+Acquafresca fa il resto, e tutti a casa con 3 punti che valgono oro.
Volendo fare il tennico, dico che vista la penuria di attaccanti (anche ieri Eto’o + i 2 bambini ai suoi lati), la manovra ha un solo sbocco (prevedibile e abbronzato, se mi si passa la pessima battuta): Coutinho e Biabiany non sono esattamente Milito e Pandev, ma questo c’è e con questo -per ora- bisogna lavorare. Non deve stupire quindi che, pur arrivando con relativa facilità sulle fasce, non ci sia poi la gragnuola di cross in area: il più alto sfiora il metro e ottanta, e tipicamente in area di rigore ce n’è solo uno (once more, guess who?). Si cerca perciò l’uno-due al limite dell’area o la percussione centrale. Sneijder fa tanto (è sempre in mezzo a dirigere il traffico), ovviamente la quantità non può sempre andare di pari passo con la qualità, ma al contrario di molti a me è piaciuto.
Salutati con piacere i rientri del Capitano e di Samuel (giornata senza particolari affanni per entrambi), concludo riportando qui la mia indefessa coerenza nei confronti di T.Motta: quando l’ho visto a terra tenersi il ginocchio con sguardo perso verso la panchina gli ho vomitato addosso tutti i sacramenti di questo mondo (“ritìrati storpio del ca…” era tra i più civili). Scampato -pare- il pericolo di ricaduta, al primo recupero grintoso e vincente mi esibivo in un “grande! bravo Thiaghino!” che non poteva che sucitare la divertita reprimenda di mia moglie “Quello è il tizio che stavi insultando a morte fino a due minuti fa?“. Questa volta me la sono cavata dicendo: “Sì, ma con gli impedìti devi fare così: dirgli bravo anche se fa un passaggio da due metri al portiere“.
Si sa, il tifo acceca e obnubila la mente.
La mia poi…
LE ALTRE
La vittoria di Cagliari è ancor più importante, visto che le altre vincono tutte: vince il Milan (grande Ibra –chettelodicoaffà– e anche Pato, ma difesa as usual in panico vista la moltitudine di punte-mezzepunte-mezzeseghe), stravince la Juve contro l’inguardabile Lecce allenato da De Canio (uomo GEA di vecchia data), vince anche la Roma contro il Genoa, mostrando un Borriello bravo anche più di quanto sia bello(ccio).
E soprattutto vince la Lazio, che sbanca Bari e resta sola in testa. Finchè dura…
Crisi nera per la Viola e Sinisa: spiace per tutti. Sarebbe facile tornare sui miei passi e dire “meno male che l’inter non ha preso Mihajlovic come allenatore”, invece continuo a pensare che avrebbe potuto far bene, e che il periodaccio per la Fiore passerà.
E’ COMPLOTTO
Prima della chicca della domenica (arrivata in extremis), doveroso passo indietro alla funesta serata di Genova. Solo alcune chicche:
1) I giornalisti RAI che dicono “i giocatori serbi vanno sotto la curva facendo “tre” con la mano, spiegando ai tifosi che se va avanti così rischiano la sconfitta 3-0 a tavolino”. Ora, io stesso ho chiesto quanche mese fa cosa significasse esattamente quel segno, ma sono anni che vediamo giocatori -e sportivi- serbi esultare e festeggiare così: possibile che questi genialoidi non l’avessero mai visto prima?
2) Quando accadono fatti simili, oltre alla esecrabilità insita nella cosa, arriva inevitabile anche l’effetto collaterale: tutti si improvvisano fini analisti (magari gli stessi del punto 1): ho sentito commenti talmente strampalati detti da gente talmente improvvisata che mi si è gelato il sangue nelle vene. Lasciamo perdere, rischiamo di parlare di cose serie.
Veniamo invece alle mie amiche prostitute intellettuali, che in realtà già in settimana scalpitavano per la marchetta: la Gazza di giovedì (credo) parla di una lite in allenamento tra Melo e Sissoko, due diplomatici juventini che vengono alle mani per un tackle di troppo in partitella. Separati dai compagni che ancora si sfanculavano, la cosa è ovviamente stata riportata come segno di una grandissima motivazione, di un gruppo caricato a mille da Del Neri, e di gente che non ci sta a perdere nemmeno in allenamento.
Ricordo che eravamo appena usciti da articoli in cui nell’ordine Chivu, Maicon, Muntari, Milito e Sneijder costituivano dei “casi” e Benitez veniva definito un bamboccio che non godeva del rispetto di nessuno (http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2010/10/04/news/giocatori_rispetto_benitez-7701991/index.html?ref=search).
Ero invece molto preoccupato perchè il dopo-gara non aveva offerto granchè da questo punto di vista: qualche critica (gustificata peraltro) al gioco dell’Inter, qualche accenno alla dipendenza di Eto’o (che è però la sola punta titolare attualmente deambulante) ma nulla più di questo. Il fido ControCampo però metteva la falla con un servizi(ett)o da 3 minuti sull’Inter la Eto’o-dipendenza. Il 90% del servizio disegna scenari apocalittici (riporto testualmente “Inter terz’ultima in classifica, Benitez a un passo dall’esonero, Moratti infuriato, Branca alla disperata ricerca di mosse di mercato“), per poi concludere placidamente “ecco cosa sarebbe l’Inter senza Eto’o“.
Il tutto con la codarda e ipocrita postilla di Big Jim Brandi che dice “è ovviamente un gioco“.
Grazie di esistere!
WEST HAM
Pareggio coi Wolves nella partita dei disperati (entrambi ultimi in classifica).
Possiamo consolarci dicendo che abbiamo gli stessi punti del Liverpool…