UDINESE-INTER 3-1
Diciamolo subito: sconfitta meritata, e purtroppo in una qualche misura prevista.
L’Udinese in questo momento è la squadra più veloce del West e, coppietta di punte terribili a parte, anche a centrocampo mostra rapidità e geometrie tali da far sembrare anche Pinzi un buon cursore. Mettiamoci la storia, che ci vede sempre sofferenti ad Udine, e la statistica, in agguato dopo 4 vittorie consecutive, e gli indizi per una partita da “cazzi acidi” c’erano tutti.
Quel che segretamente speravo era che le qualità friulane, innegabili, fossero però più adatte ad un gioco da trasferta –leggi: difesa e contropiede- e che quindi potessero essere in una qualche misura limitate proprio dalla minor intraprendenza udinese nel dover “fare” la partita. Speranza corroborata dalla buona partenza dei nostri, che timbrano dopo un quarto d’ora con Stankovic e giostrano palla sapienti e ficcanti.
Deki ha il piedino caldo e con un altro paio di tiri fa correre più di un brivido alla loro difesa. I problemi, insomma, non paiono arrivare dalla pur pesante assenza di Milito, bensì dalla ormai preoccupante mancanza di fosforo in difesa. Becchiamo tre gol che sono tre indici puntati contro l’intiera fase di “non possesso palla”.
Il loro pareggio arriva dopo un corner che si trasforma per un attimo in una nostra ripartenza. Peccato però che il “pivot” che deve far salire la squadra difendendo palla non sia Ibra, e nemmeno Julio Cruz, bensì Pandev, che si fa uccellare e fregare palla. La boccia finisce a Zapata (3 gol in seria A prima di oggi, nessuno di sinistro), che si ritrova in area, chiude gli occhi e spara forte sul primo palo. Ergastolo a Pandev, domiciliari per Castellazzi, se non altro per non mettere il cappellino a protezione del sole nel primo tempo.
Poco dopo c’è la punizia del 2-1: capolavoro di Di Natale, poco da dire, ma se ero sicuro io da casa che la palla sarebbe finita in quell’angolo, era così difficile prevedere la traiettoria e fare meglio? Dubbi, perplessità…
Sostanzialmente la partita per l’Inter finisce lì: qualche occasione, in realtà più frutto del caso che altro, e un rigore palese negato al Cuchu in uno dei suddetti mischioni. C’è però da dire che loro nel corso della ripresa vanno più volte vicini al 3-1, trovandolo poi grazie alla ferale connivenza della strana coppia Cordoba/Castellazzi, col primo disattento a fare il fuorigioco e il secondo a esemplificare come non deve uscire un portiere: in quei casi vai deciso con le mani e il corpo, respingi e ti prendi il fallo a favore. Qui, invece, Domizzi (altro difensore) piazza la scarpata e chiude il match, col nostro purté preoccupato di non farsi la bua.
Più della brutta prestazione, la cosa che mi preoccupa maggiormente è il Q.I. medio della squadra: non è possibile che i tre diffidati (Cordoba, Chivu e Stankovic) riescano a farsi ammonire; e se il “giallo” a Cordoba, di mestiere difensore centrale, fa purtroppo parte dei rischi del mestiere, che dire del pestone ingenuo di Chivu a metà campo e ancor di più dell’inconcepibile calcetto cattivello del serbo al minuto 93’, con partita stra-chiusa? Spero –invano- in multa esemplare quantomeno per Deki, che una stronzata del genere proprio non me la doveva fare.
Mercoledì quarti di coppa Italia a Napoli, a questi punto con i tre di cui sopra necessariamente in campo, e domenica altra partitaccia in casa col Palermo, con difesa e centrocampo da riassemblare per l’occasione, e con un Milito che, dato oggi per probabile, tornerà confinato alla panchina e poi alla tribuna nel corso della settimana.
La beffa finale sarà che domenica ci diranno “sarà pronto GIA’ per la prossima partita”.
Bentornato ottimismo, cominciavo a sentirne la mancanza…
E’ COMPLOTTO
Decido di farmi male da solo e, pur avendo l’opzione di telecronaca con Inter Channel, decido di sorbirmi la coppia Riccardo Gentile (core de Roma) e il Barone Causio, che a Udine ha chiuso la carriera da calciatore e iniziato quella da dirigente. Vi lascio immaginare la faziosità, con il condimento di tutte le statistiche possibili squadernate al solo scopo di farmi venir l’orchite a furia di toccarmi le palle (“L’Inter viene da 5 vittorie consecutive, L’Inter non perde a Udine da 8 anni, Guidolin non batte l’Inter da 9 anni”), con la beffa finale di sentirsi definire “la squadra campione di tutto, la compagine del Triplete, lo squadrone campione d’Italia-d’Europa-del mondo” solo sul 3-1 e dopo il fischio finale, tanto per sfottere un po’. In compenso gli idioti si accorgono del calcio a Cambiasso in area solo al 10° replay. Malafede senza fine.
LE ALTRE
Dopo i tre punti della Roma di Sabato, il nostro scivolone poteva francamente avere conseguenze più nefaste, se è vero che Juve e Lazio prendono un punto in due.
Napoli e Milan vincono la loro partita e si staccano dal gruppone. La tabella-Mario, inaugurata con l’arrivo di Leonardo, è ancora in saldo attivo, ma nella giornata di oggi la previsione era di perdere 2 punti e non 3.
Campionato lungo, i conti si fanno alla fine, l’importante è la prossima partita. Scegliete voi la frase fatta più acconcia alla bisogna. Io dico solo che, più ancora della tanto invocata punta, sarei più fiducioso con un terzinaccio vecchio stampo e con un cervello nella media.
WEST HAM
Colpaccio sfiorato sulle rive del Mersey, con l’Everton che agguanta il 2-2 solo negli ultimi minuti. Sempre ultimi, seppur in compagnia, ma con una gara in più degli altri.
Il manager resta. Non che la cosa mi consoli. Continua la “contemplazione del nostro niente”.