INTER-LECCE 4-1
Il guttalax in zona gol funziona.
Dopo mesi di stitichezza, e diversi episodi di defecatio isterica (cit. Prof. Sassaroli) l’Inter prorompe in tutto il suo potenziale intestinale di macchina da gol, segnandone 4, colpendo altrettanti legni in meno di un’ora di gioco e portando a casa la quarta vittoria consecutiva.
Prima, ovviamente, c’è stato il golazo di tal Muriel che, a cose fatte, può consolarci quantomeno per due motivi: 1) il gol è tanto bello quanto irripetibile (la palla passa tra tre nostri difensori e si insacca sul primo palo) e soprattutto 2) il figuro non è al primo gol in serie A, avendone già segnato uno –altrettanto bello!- una settimana fa.
L’Inter mostra, seppur al cospetto degli ultimi in classifica, altresì detentori della peggior difesa, una fluidità di manovra sconosciuta fino a oggi, con un Alvarez che per la prima volta fa capire che tipo di giocatore può essere: lento si sa, ma anche bravissimo nel dribbling stretto e praticamente da fermo, e con buona visione di gioco se messo dietro le punte. Forlan gioca un tempo e piglia due pali, muovendosi in 45’ più di quanto Pazzini faccia in 2 mesi. Ruoli diversi, certo, ma uno come El Cacha può farci comodo, essendo la punta più versatile del gruppo. In mezzo, Ranieri impone a tutti di dar palla a Motta, che la sa far girare. I suoi lo prendono alla lettera, sommergendo il compagno di passaggi che assomigliano alle “sòle” in ambito di lavoro: “mmm… c’è una menata da risolvere, a chi la posso piazzare? A Motta!”. Devo quindi assolvere l’italo brasiliano, per il quale come forse saprete nutro quel misto di amore-odio tipico delle love story più struggenti; il ragazzo gioca tremila palloni, nemmeno dei più semplici, e qualcuno fatalmente lo perde, pure maluccio, spianando la strada a qualche contropiede salentino. Per fortuna, dopo la bambola presa in avvio con Muriel, Julione torna sugli scudi chiudendo tutto il chiudibile.
La difesa, quando non scivola, è su ottimi livelli: Lucio-Samuel sono la solita sicurezza, pur tra gli sgusciantissimi attaccanti leccesi, Maicon e (soprattutto) Nagatomo sono due irediddìo. Il secondo tempo del nippico è la pratica dimostrazione di come sia meglio essere veloci e intelligenti, anziché velocissimi ma senza neuroni, come il Cuadrado leccese con cui si è incrociato per 90 minuti.
Là davanti, dopo la macumba di pali colpiti (nell’ordine Forlan, Pazzini, Samuel e Forlan complice deviazione leccese), arriva il tanto agognato pareggio su cross di Maicon: pane per i denti di Pazzini che arpiona la palla e la 1-1. Le speranze di fare il 2-1 prima dell’intervallo sono vane, ma il mio cuoricione deve aspettare poco per tranquillizzarsi: il tempo di un doppio cambio nell’intervallo (Milito e Cambiasso per Forlan e Faraoni), ed ecco Alvarez mettere palla in verticale per il Principe dei “vecchi tempi”: diagonale di destro e palla in rete!
Dopo un paio di infarti causati da palle perse a centrocampo e conseguenti miracoli del nostro portiere su Corvia e Di Michele (che credo NON abbia segnato all’Inter per la prima volta in vita sua…maledetto!) sale in cattedra un indiavolato Nagatiello che piazza due assist per il 3 (Cuchu) e 4 (Alvarez) a 1. Partita in ghiaccio e, per una volta, senza tribulare fin oltre il 90°.
Par gnanca ver…
LE ALTRE
L’Inter trae giovamento dal turno pre natalizio, ottenendo strenne da un paio di campi: Udinese-Juve finisce senza reti, così come Lazio-Chievo, il che significa due punti recuperati a tre delle quattro squadre che ci precedono in classifica. Vince solo il Milan, contro un Cagliari tamente generosoda farsi un gol da solo e far di tutto per non ostacolare Ibra nel 2-0… Maledetti!
Ottimi Roma e Napoli, che però sono dietro di noi.
E’ COMPLOTTO
Io credo che Causio abbia avuto la sorella insidiata da un magazziniere quand’era all’Inter. Non è possibile che lo si trovi a commentare i nostri solo quando gioca il Lecce (sua città natale), o l’Udinese (dove ha finito la carriera e dove credo viva tuttora): il tutto con quell’acredine mascherata da imparzialità e voglia di vedere una partita aperta e combattuta. Non mi spiego altrimenti il tifo mal dissimulato per il Lecce che si danna a ricercare il pareggio. Ad ogni modo, sucasse pure lui…
Mi è poi parso un filo eccessivo il commento al gol di Milito, col riferimento a compagni commossi e gente in lacrime: oh, va bene che era in crisi e non segnava da un po’, ma non era reduce da un’amputazione o roba simile: è un attaccante che ha sempre segnato e che si spera continuerà a farlo, che sta vivendo (ha vissuto?) un periodaccio come quelli che capitano a tanti attaccanti. Eppure…
Se i nostri cugini reiterano il reato di falso ideologico ogni giorno (il club più titolato al mondo… a dire stronzate!), noi siamo, senza tema di smentita, il club meno mediatico del mondo. Il problema è che, snobisticamente e masochisticamente, ce ne vantiamo anche…