HAPPY BIRTHDAY TO YOU

CHIEVO-INTER 0-2

Come detto ancora incredulo a fine partita: beh, bello però vincere ogni tanto!

L’Inter vince la sola partita giocata in maniera decente nell’arco degli ultimi 40 giorni e si fa un bel regalo per i suoi 104 anni: non è l’età media del centrocampo titolare, ma l’età effettiva del Club, fondato il 9 Marzo 1908.

La nuvoletta di Fantozzi aleggia ancora più che minacciosa sulle capocce dei nostri, fermando sulla traversa un bel tiro di Sneijder nel primo tempo e soprattutto facendo sbagliare un rigore a Milito, al quale devo confessare una cosa: se mi sono accorto io che di solito i rigori li tira forti, centrali e a mezza altezza, ragione vorrebbe che si scegliesse un angolo e ivi si tirasse forte. Sorrentino, portiere clivense di buono spessore e sufficiente perspicacia, resta invece fiducioso della bomba ignorante a centro porta ed è bravo a respingere, mantenendo la porta veronese inviolata.

Il primo tempo, complice un ritorno al rombo che a mio parere dà ordine più mentale che tattico, vede i nostri in buona forma, con Stankovic e Sneijder a fare da vertici del suddetto quadrilatero e Zanna e Poli fidi scudieri laterali.  Dietro soffriamo poco, se si eccettua la solita ventina di rimesse laterali regalate da Maicon e l’uccellata di Pellissier ai danni di Lucio, che rimedia poi con mestiere nell’unica occasione creata dal Chievo.

Davanti il Principe e Forlan fanno quel che possono; pesa come detto il rigore sbagliato, ma i due si muovono e si cercano con sufficiente applicazione.

La ripresa ci vede in versione più ciapatina, forse per paura di non riuscire a sbloccarsi e quindi di subire la beffa, o forse per un purtroppo comprensibile calo di energie fisiche: l’autonomia dei nostri non può essere raddoppiata per il solo fatto di aver tenuto il Cuchu a riposo, e quindi le gambe a poco a poco mulinano meno km e lasciano un po’ più spazio ai gialloblù. La partita scollina lemme lemme fino agli ultimi minuti, nei quali è chiaro che solo un episodio può dare la vittoria ai nostri.

Ai nostri avversari lo 0-0 va più che bene, e quindi il corner al minuto 88’ è di quelli troppo preziosi per essere sprecati. La parabola di Wes pare anche lentuccia e prevedibile, ma Samuel è talmente bravo e forte da saltare in anticipo, colpire in controtempo e prendere di sorpresa Sorrentino. Vantaggio a 2 minuti dalla fine ed una strana sensazione di eccitante sollievo che corre sulla schiena “fandomi felice” (cit. eliana).

Nemmeno il tempo di capacitarmi dell’incredibile evento –e di dire “portento” continuando le citazioni delle sopracciglia del rock n roll italico- che il prode capitano, 40 anni e non sentirli, si sciroppa 50 metri di corsa e pennella dalla destra il cross sul quale plana il Principe, capocciando in rete il 14° sigillo di una stagione almeno numericamente buona, e dando ai ragazzi la gioia e –si spera- la tranquillità per preparare quella che oramai è da tutti vista come LA partita.

 

LE ALTRE

Non seguo il pomeriggio domenicale e quindi apprendo i prevedibili punteggi in arrivo da Milan e Juve. I gobbi paiono aver finito la benzina e, come da me preconizzato (rectius gufato), mostrano il lato debole del giocare sempre a mille all’ora: ficata finchè la brocca ti regge, ma poi son dolori. I cugini invece marciano come un diesel e temo che nessuno possa seriamente contendergli il campionato. Che mediocre è e mediocre rimarrà, vista anche la figura demmerda dei succitati diavoli in terra albionica. L’illusione di vedere ripetere i capolavori di La Coruna o Istanbul è durata poco meno di un’ora, ma è comunque stato bello vedere certe facce impallidire e poi riprendere colore nell’arco di 90 minuti. E meno male che hanno la Champions nel DNA!

 

E’ COMPLOTTO

Parto proprio dalla maiuscola prestazione rossonera per sottolineare il livello di zerbinaggio che qualcuno tra le decine di inviati al seguito dei suddetti riesce comunque a raggiungere: Nosotti di Sky riesce a chiedere a Mexes se la partita di Londra possa dare una spinta in più in vista del Campionato. Splendido nella sua imbarazzata sincerità (o forse solo lucidità) il francese quando lo rintuzza dicendo “Veramente stasera abbiamo perso 3-0…!”.

Guardando in casa nostra, un ceffone al servo di turno che prima dipinge Pellissier come “uno che all’Inter ha sempre fatto gol” (vero), salvo poi commentare il cambio del suddetto con Moscardelli dicendo “entra adesso una punta che in passato ha già fatto tanto male all’Inter” (ha segnato un gol lo scorso anno, e purtroppo, visti gli ultimi precedenti, non è nemmeno evento così raro per una qualsiasi punta…). Il gufaggio a oltranza era iniziato annuncuando l’arrivo di Moratti al Bentegodi e ricordando lo spiacevole precedente dell’ultima trasferta seguita in prima persona dal Presidente (Novara, sconfitta a settembre e bye bye Gasp): insomma, tutti gli ingredienti possibili per rendere ancor più acida e indigesta la partita dei nostri.

Noi poi ci mettiamo la nostra parte, con un signore di 60 anni che si riduce alle lacrime per una vittoria a Chievo che gli salva il deretano (c’ha pure la faccia di bronzo di dire “ma è perché io ci tengo” senza però specificare se il riferimento sia alla squadra o alla panchina). Gli occhi lucidi, che seguono di pochi giorni quelli esecrandi (e difatti da me esecrati) di Cambiasso, danno l’assist per l’inevitabile servizio sulle “lacrime dell’Inter dal 2000 ad oggi”, iniziando con Ronaldo che si scassa contro la Lazio, passando dal cosiddetto giorno-che-non-esiste nel 2002, per arrivare alle lacrime dolceamare di Mourinho e Materazzi dopo Madrid e approdare ai poco edificanti exploit degli ultimi giorni.

Ribadisco la mia sincera quanto irrealizzabile speranza: due settimane di stipendio di multa a chi piange in maglia nerazzurra. A casa tua fai quel cacchio che vuoi,  sul posto di lavoro ti contieni.

 

WEST HAM

I martelli inciampano in casa contro i penultimi della classe, non andando oltre un insipido 1-1 contro il Doncaster. Il Reading ci aggancia al secondo posto, il che mi lascia poco tranquillo visto che, come per la Serie B italiana, i primi due sono promossi automaticamente, mentre il terzo se la gioca ai play off contro quarti, quinti e sesti.

Testa giù e pedalare!

Mucchione nerazzurro a festeggiare... un'immagine che iniziavo a credere fosse ormai frutto della mia fantasia malata.

Mucchione nerazzurro a festeggiare… un’immagine che iniziavo a credere fosse ormai frutto della mia fantasia malata.

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