ANCORA VI STUPITE?

GENOA-INTER 1-0

Su un campaccio infame (evidentemente solo per noi, perchè il Genoa pare giocare sul velluto…), rimediamo la quarta sconfitta stagionale, portando il bilancio degli ultimi mesi al ragguardevole risultato di una vittoria nelle ultime 8 partite. Che la vittoria sia coincisa con il tacco di Palacio nel Derby è invero vana consolazione, se è vero -come è vero- che i cugini senz’altro beneficeranno dell’arrivo di Culetto d’Oro Seedorf in panchina e dell’Ammore conseguente. Ma di ciò parleremo più avanti.

Baloccandoci con i nostri bagolini di ca…lcio, la partita dei ragazzi dura una ventina di minuti, di cui i primi 15 nel primo tempo, quando tentiamo con Jonathan e Palacio di fare goal, senza peraltro riuscirci per meriti altrui (Perin how strange migliore in campo) e demeriti nostri (Johnny…lì tira al volo Diobono!). A metà primo tempo Alvarez si becca la vecchietta sopra il ginocchio ed è costretto al cambio. Mazzarri evidentemente spera che l’inserimento di Kovacic possa portare maggior ordine a centrocampo: vista a posteriori, la partita a chi mena più forte avrebbe consigliato di buttarla sulla forza bruta e optare quindi per il Guaro, entrato invece solo a metà ripresa al posto dell’ormai inamovibile -e immobile-Kuzmanovic.

Kovacic fa fatica a galleggiare nel pantano di Marassi e non è esattamente un leader naturale, di quelli che sradicano il pallone dai compagni dicendo “dalla qui che ghe pensi mi“. Il Grifo nel primo tempo si fa insidioso più a causa del guinzaglio legato alla vita di Handanovic che per meriti propri (Samir: uscire sui cross pare brutto?), ma per il resto si va al riposo su un pareggio modesto e marroncino.

Il cambio di location tra primo e secondo tempo mi dà modo di ascoltare per Radio qualche minuto di Tutto il calcio minuto per minuto e di constatare come il giochetto sul nome dell’Inter, benchè vecchio come il cucco, funzioni ancora. Si fa così: quando l’Inter segna, o va anche solo vicina al gol, la si chiama -appunto- “Inter”. Quando invece le cose vanno male, si pronuncia per intero -e quasi sillabandolo- il nome “Internazionale”, sottointendendo “con ‘sto popò di nome dovreste schiantare tutti, e invece fate fatica col Genoa…

E’ una cosa che noto e detesto da decenni, e oramai ero quasi convinto che fosse una mia fisima mentale. Invece, prorpio in quei minuti una voce angelica proveniente dal sedile del passeggero mi ha chiesto: “ma non ti sembra che prenda per il culo ‘sto qua?“.

Come si dice in questi casi “dietro a un grande uomo, c’è sempre una grande donna“.

Ad ogni modo la consolazione è ben magra. Speso anche uno dei pochissimi jolly del secondo tempo (ancora Palacio a mangiarsi un gol facile-facile per uno coi suoi piedi), assisto a un progressivo peggioramento delle condizioni del paziente nerazzurro, con conseguente ed istintiva contrazione dei muscoli rettali (in gergo medico: stringiculo).

Un paio dei loro entrano di diritto nel Club Gautieri (il già citato e maledetto Perin fa le uova e para anche mia nonna con le buste della spesa, Feftatsidis o come diavolo si chiama fa vedere -temo per la prima ed unica volta in carriera- perchè lo chiamano il Messi di Grecia), i nostri ci capiscono sempre meno, ed è evidente che solo un episodio potrà schiodare la partita.

Puntuale come la morte, quel gobbo di De Ceglie entra dalla panchina e in due minuti conquista 2 angoli, sul secondo dei quali Antonelli salta più in alto del proprio marcatore (Jonathan… ho detto tutto) e la mette in buca, stante Handanovic ancora una volta inchiodato sulla linea di porta.

Irrilevante il “mani” genoano in area su tocco ravvicinato di Guarin, un po’ perchè il rigore sarebbe stato un poco forzatello, un po’ perchè se non ci danno quelli solari, vuoi che ce li diano quando diluvia?

Mazzarri mette su il disco del “Non posso rimproverare nulla ai ragazzi” e purtroppo tocca anche dargli ragione. Ribadisco: ieri avrei messo il Guaro e non Kovacic, e magari a furia di menare qualche cazzotto poteva anche metterli KO. Ma aldilà di quello, non puoi fare una colpa a gente che sta dando quel che può. Paradossalmente, l’unico con cui essere arrabbiati è Palacio, che si mangia due gol non da lui. Milito è generoso, ma ieri l’ha vista ben poco. Gli altri -come detto- questo san fare e questo faranno.

Ma noi siamo a posto così. Al 31 Gennaio ci diranno che D’Ambrosio (avessi detto Maldini) non può arrivare adesso ma arriverà senz’altro a Giugno, idem per Hernanes. Ovviamente a Giugno troveranno ben altre occasioni per far mettere in mostra il loro talento. Finirà che in fretta e furia compreremo il Borriello o l’Osvaldo di turno, che si stoneranno di topa all’Hollywood dalla prima sera a Milano, e con ciò ci garantiremo risa sguaiate da tifosi avversari e addetti ai lavori.

 

BREAKING NEWS: Scambiamo Guarin con Vucinic! tecnicamente parlando a mio parere ci guadagniamo, ma temo sempre moltissimo gli scambi con gobbi e cugini, e quindi mi aspetto il montenegrino in versione svogliata e apatica dei giorni peggiori, ovviamente col Guaro a beneficiare di un centrocampo in cui cui tutti sanno quel che devono fare, e possono supplire alle carenze fosforiche del (ex) nostro.

 

LE ALTRE

Della Juve ormai è anche inutile parlare, visto l’imbarazzante divario con le altre. Come dicevo nel weekend, continuo a ritenere una qualsiasi delle Inter viste tra il 2007 e 2010 più forte di questa Juve, ma il divario con le altre mi pare simile. Se riescono a trattenere i vari Pogba, Vidal & co., rischiamo di vederli trionfare per altri anni ancora. Volendo gufarla un po’, l’acquisto di Guarin potrebbe preludere ad una partenza di uno dei due bianconeri succitati a fine stagione: in quel caso perderebbero un bel po’ in intensità, geometrie e goals. Chi vivrà vedrà…

La Roma fa il suo liquidando la pratica Livorno in meno di un’ora, mentre il Napoli si fa beffare dal Bologna dopo aver recuperato lo svantaggio iniziale ed avendo anche un uomo in più.

Tocca ringraziare i cugini per i tre punti gentilmente omaggiati dal Verona di Mandorlini, che se non altro ci consente di rimanere 5° a parimerito in classifica.

 

E’ COMPLOTTO

Pregustandomi il plotone giornalistico sull’attenti, all’insegna di “Effetto Seedorf” e compagnia cantante, posso dire di essere in vera difficoltà con i cuginastri. Allegri non mi faceva nè caldo nè freddo, per quanto gli riconoscessi un gradevole “non allineamento” ai sentimenti zuccherosi di Milanello Bianco. Clarenzio invece l’ho sempre considerato un grande, e mi risulterà molto difficile far prevalere il doveroso – e ontologicamente corretto-odio verso i rossoneri sulla stima per l’Obama olandese.

La prostituzione intellettuale ci dà una nuova conferma della loro indefessa coerenza a pochi giorni dal gol buono annullato a Nagatomo + rigore negato all’Inter. La solfa dei commenti in quell’occasione era sintetizzabile con un severo “chi gioca così male non ha diritto di lamentarsi dell’arbitraggio“.  Solo se sei bello, puoi essere anche bravo e gradito agli dèi.

Kalokagathia applicata al calcio, insomma.

Ieri invece, a conclusione di 85 minuti di calcio ruminato a due all’ora e senza grossi scossoni, i cugini beneficiano di un rigore tanto evidente quanto ingenuo, senza che nessuno si sia azzardato a tirare in ballo il valore complessivo della prestazione, le difficoltà di manovra  e compagnia bella. Hanno messo su il lato B del disco: “il calcio è fatto di episodi, questo è il bello di questo sport, la palla è rotonda e le partite finiscono al 90°“.

Sulle dichiarazioni di Gasperini prima di Genoa – Inter c’è poco da dire: Gasp dice cose vere e giuste, usando però i verbi sbagliati. Nello specifico, l’errore riguarda il participio passato: Calciopoli non ha “annientato” la Juve; l’ha giustamente punita per gli scempi commessi nei Campionati precedenti. 

Detto ciò, è vero che l’Inter ha sempre privilegiato il “nome” alla squadra, e ciò vale sia che si parli di giocatori, sia che si parli di dirigenti o allenatori. Il Signor Massimo è fatto così e non lo si scopre certo oggi.

Quel che, ancora una volta, emerge dalle dichiarazioni e ancor più dai relativi commenti, è il significato distorto dei concetti di “normalità” ed “eccezione“: una squadra, in combutta con altri loschi figuri, organizza un’associazione a delinquere che governa de facto l’universo calcistico per alcune stagioni (il complottista alla tastiera direbbe una decina, ma fate voi…). Tutto ciò è “normalità”.

La magistratura, prima sportiva e poi civile, smaschera l’inguacchio e punisce persone fisiche e giuridiche in vari gradi di giudizio. Fatta pulizia e ristabilite le regole, un’altra squadra domina incontrastata per un lustro. Tutto ciò è “eccezione”.

In chiusura, bella l’iniziativa del comitato di redazione della Gazzetta dello Sport, alla quale nel mio piccolo ho prontamente aderito, e che chiede ai lettori di protestare contro la scelta strategica della dirigenza di affiancare il nome della rosea ad iniziative volte alle scommesse sportive, che è una roba brutta…

#nogazzabet

for further details: http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/18-01-2014/gazzetta-sport-comunicato-sindacale-petizione-contro-gazzabet-202102370001.shtml

 

WEST HAM

Torniamo anche qui alle vacche magrissime, pigliando tre ceffoni in casa dal Newcastle e sprofondando at the bottom of the table… Holy shit!

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