INTER-SASSUOLO 1-0
Partiamo dalle cose importanti: dopo il campionato “migliorabile” della scorsa stagione, aveva abbassato le pretese e gli obiettivi stagionali. Uno di questi – facilotto, lo riconosco- era quello di battere il Sassuolo dell’odioso e odiato Squinzi, la cui fede rossonera ha solo ulteriormente fatto salire il figuro nelle mie personalissime classifiche di disprezzo. Sentirlo vaticinare di una vittoria sull’Inter, batterlo all’andata e al ritorno e vederlo invece soffrire mentre i suoi ragazzi rifilamo quattro fischioni agli amici milanisti, resta una delle scarse soddisfazioni della vendemmia 2013/2014.
Sulla partita posso dire poco, chè avevo di meglio da fare! Mi limito ad osservare come la probabilità di vittoria dei nostri, a parere di tutti altissima, non fosse comunque tale da farmi dormire sonni tranquilli.
Apprendo che Milito si sia mangiato taluni goals, e che la montagna abbia partorito un topolino – sotto forma di capocciata di testa di Samuel. Tanto per esser chiari, e visti i tempi da carestia, il roditore è più che gradito, e di certo dalle nostre parti non si sottilizza.
Detto dell’ennesimo mezzo rigore non dato ai nostri (ma ormai abbiamo perso il conto e tanto sono solo casualità, vero Nicchi?), non resta altro da aggiungere…
Tutto quel che non si e’ visto (e cioè tanto) verrà, prima o poi.
Sono altri i segnali che mi fanno ben sperare per il futuro, e arrivano dal nuovo Presidente e dalla sua gestione.
Come diceva una mia ex collega, prolissa anche quando voleva riassumere le sue tesi: “faccio tre esempi” (la sentenza era di solito accolta da un ringhio a mezza voce degli astanti: “ma fanne uno di esempio come tutti gli altri e taci”).
Il primo è la presentazione di Hernanes, finalmente fatta in termini un pocolino più professionali e valorizzanti, sia per il giocatore che per il Club, con i social network parte importante (#askHernanes trend topic per qualche ora) e con una sensazione di nuovo corso, piacevole come una brezza fresca che cambia l’aria a una stanza chiusa da troppo tempo.
Il secondo è di pochi giorni precedente l’arrivo del Profeta, ed è il comunicato con cui Thohir, per tramite del sito nerazzurro e non in maniera naif con il primo microfono messo sotto il naso, rilascia dichiarazioni in cui mette sostanzialmente tutti sotto osservazione, tranne Mr. Mazzarri, nel quale invece ripone piena fiducia. Ora, non che personalmente io straveda per il labronico, ma mi piace l’idea -bizzarra nevvero?- per cui l’allenatore sia una pedina da cambiare solo quando si vuole ripartire dalle fondamenta, e non allo scopo di “avere qualcosa di nuovo quando ti alzi alla mattina“.
Il terzo esempio non poteva non essere il licenziamento di Banca da ruolo di direttore dell’area tecnica. Come detto a più riprese, non è l’allontanamento in sè a garbarmi (ci torno tra un attimo), quanto la rottura con il simbolo di una gestione familiare e alla buona che sempre ha contraddistinto l’Inter della scorsa gestione. Il fatto che il Cigno di Grosseto avesse un contratto a tempo indeterminato credo fosse un unicum nell’universo pallonaro, con lo stesso Zio Fester che puntualmente ogni anno si vede(va) rinnovare cariche e deleghe dall’amato Silvio.
Aldilà delle voci di corridoio, che prendo per vere proprio in quanto vox populi (ergo vox dei), la lunga permanenza di Branca in quel ruolo non può essere la sola e vera causa del declino nerazzurro di questi ultimi anni: è facile ora rinfacciargli le ultime campagne acquisti, sbeffeggiandolo per arrivi strapagati e campioni svenduti a prezzo di saldo. E’ dovere di cronaca, e ancor prima esercizio di onestà intellettuale, ricordare che lo squadrone del Triplete l’ha costruito anche – se non soprattutto – lui.
Detta in breve: se il problema era lui, allora dovrebbero essere fustigati tutti quelli che non gli hanno impedito negli anni di compiere scempi a forma di Alvaro Pereira e Kuzmanovic per 20 milioni. Siccome cosi non è, e chiudendo ‘sta sbrodola, voglio sperare che il suo addio rappresenti un taglio netto al passato e dia la stura ad un avvenire in cui il Calciomercato venga gestito da un bravo Direttore Sportivo (Ausilio non so se possa essere la persona giusta, magari investito di piena responsabilità può sbocciare) in stretta e costante sinergia con l’allenatore di turno (e qui torna l’importanza data a Mazzarri).
LE ALTRE
Apprendo di un Conte furibondo dopo il pareggio in extremis agguantato dal Verona. Riesco a intercettare anche qualche lamentela (che battezzo come sacrosanta a prescindere!) di Mandorlini sui gol bianconeri e su un paio di interventi in area bianconera. Oltretutto il punticino del Verona lascia gli scaligeri pari punti ai nostri, ma la goduria di vedere i gobbi raggiunti dopo aver pensato di aver già vinto la accolgo volentieri.
Roma e Lazio impattano a reti bianche, mentre la Fiorentina e il Napoli liquidano senza problemi le loro avversarie. Balotelli addirittura piange dopo i tre fischioni presi a Napoli e la sostituzione di quel Seedorf che ovviamente aveva già capito come prenderlo, era entrato nella testa del giocatore e gli aveva financo consigliato il taglio di capelli.
E’ COMPLOTTO
Delizioso Sandro Sabatini che su Sky in settimana vuol farci passare come gesto da vero uomo l’esame di paternità cui il buon Balotelli ha acconsentito di sottoporsi, dopo più di un anno dalla nascita della sua bimba.
Al solito, lungi da me voler vedere la stampa saltare alla giugulare del Bresciano per quel che fa o non fa: sono serenamente cazzi suoi e il ragazzo è libero di seguire la sua coscienza. Detto ciò, fare di questa decisione un gesto esemplare e di cui gioire in comunione ed armonia mi pare eccessivo.
Soprattutto se la notizia seguente è introdotta, con malcelato tono canzonatorio, da frasi quali “per fortuna il gossip non ci regala solo storie intense ed imporanti come quella di cui abbiamo appena parlato, ma anche altre, descisamente piu’ frivole e leggere, come questa“. E vai di commento sarcastico sull’ennesimo tweet sdolcinato di Wanda Nara e Icardi.
Addaveni’ Baffone-Thohir anche in questi campi…
Qualcosa inizia a muoversi, in realtà: sarò forse troppo sensibile sul tema, ma noto un tono risentito nei vari giornalisti che riportano le dichiarazioni di Thohir “pubblicate poco fa sul sito dell’Inter” o “arrivate direttamente da Inter Channel” e non più cucinate su misura nel bordello (inteso proprio come casa chiusa) di turno.
Chissà come si dice “state a rosica’?” in indonesiano…
WEST HAM
La benefica trasferta albionica produce i suoi effetti anche sugli Irons, ormai lanciatissimi dopo il mercato di Gennaio: seconda vittoria consecutiva, stavolta in trasferta a Birmingham contro i Villans.
Il mio passaggio da quelle parti è apparentemente coinciso con l’ultimo giorno in cui il glorioso Boleyn Ground è stato di piena proprietà del club.Dal 2016 il West Ham giocherà all’Olympic Stadium.
Tutto giusto, per carità, but bubbles will never fly so high again…