VERONA-INTER 0-2
Per una volta, una partita tranquilla e vincente. Un gol per tempo e risultato -come si diceva una volta- all’inglese.
La prendo come una piacevole novità, visto che la cara Pazza Inter non è solita regalare 90′ a basso rischio cardiocircolatorio. La partita di sabato invece ha visto i ragazzi partire concentrati, smarrirsi giusto un attimo nella seconda parte del primo tempo, e tornare a comandare nella ripresa, senza concedere molto agli Scaligeri (appellativo che torna dritto-dritto da Ferruccio Gard, travolgente commentatore delle gesta dei gialloblù dei tempi belli).
I nostri presentano la stessa formazione di settimana scorsa, con la sola eccezione dell’occhio ceruleo di D’Ambrosio al posto di quello a mandorla di Nagatiello: l’ex granata non ha ancora la dimestichezza del giapponese con gli schemi di Mazzarri, ma si difende, e soprattutto dopo anni porta il numero di italiani interisti in campo ad essere superiore ad uno (saranno contenti gli ottusi italioti, chè a me come saprete interessano i piedi e non il passaporto dei nostri eroi in braghette).
Rimanendo a parlare di fasce laterali, sulla destra Jonathan torna “ilDivino“: sull’1-0 piazza una serpentina ubriacante con assist e cartello “spingimi” sul pallone per Palacio, mentre nella ripresa si incarica personalmente di raddoppiare, pur ciccando il primo tiro e dovendo rimediare col sinistro “ignorante” sul rimpallo.
La difesa tiene ancora bene, con prestazione ancora una volta maiuscola di Ranocchia, bravo ad annullare un Toni sempre più odioso nell’ostinazione con cui cerca per tutta la partita il numero della biscia impazzita. Giudiziosi e attenti anche Rolando e Campagnaro, che confinano in panchina Samuel, a riprova della coerenza di Mazzarri, che aveva promesso la conferma tra i titolari a chi lo avesse convinto nella gara di settimana scorsa.
Le -poche- note dolenti arrivano dal centrocampo, con Guarin in versione ottusangolo, involuto e incapace di un solo guizzo nell’oretta in cui rimane in campo, se escludiamo una insidiosa girata in porta sull’1-0 nel primo tempo. Decisamente meglio il subentrante Kovacic, che nelle ultime due uscite ha dimostrato di meritare la maglia da titolare a scapito del colombiano. Hernanes parte maluccio ma migliora col tempo, fino alla splendida traversa (di sinistro!) su punizione nella ripresa. Il Cuchu, savasandir, dirige il traffico senza problemi confermando l’assioma per cui il ragazzo, una partita a settimana, la può ancora giocare alla grande.
Là davanti Icardi inizia bene, timbrando la terza o quarta traversa della stagione e facendo a sportellate coi difensori avversari, per poi calare alla distanza, mentre Palacio è libero di svariare su tutto il fronte, salvo farsi trovare pronto nell’area piccola a farsi rimbalzare sul piattone l’assist di platino del succitato Johnny Guitar de noantri.
Come detto in apertura, la partita è quasi troppo bella e tranquilla per essere vera, e non posso non guardare con curiosità mista a timore ai prossimi impegni, con la ovvia speranza che i miglioramenti vengano confermati e con la strisciante preoccupazione di vedere ricomparire difetti che al momento paiono sopiti.
Del resto l’Inter -e l’interista- vive così: un perenne yin e yang alla ricerca di un equilibrio irraggiungibile. Forse il perenne peregrinare alla ricerca del… “coso” (chiamatelo come volete: giusto, bene, goal, colpo di culo) è il destino ineluttabile di ogni nerazzurro.
Va già bene, rispetto a un paio di mesi fa, quando sembravamo condannati a navigare in un perenne lago marrone.
Fatto sta che mi ha fatto molto riflettere l’esultanza di mio figlio al termine della partita, che mi ha abbracciato gridando come un invasato “quarti!!!” e gioendo per un posto di pura decenza -oltretutto durato solo 24 ore- come se fosse stata una Champions League.
Peraltro, il succitato bacino idrico dal colore ed olezzo stallatico non si è invero spostato di molto, continuando a lambire le sponde sbagliate del Naviglio, per la gioia divertita di chi scrive.
LE ALTRE
Eh già, una simpatica ghènga di ex interisti in maglia parmense (…e fieri di esserlo, uaglio’!) rifila infatti altri 4 fischioni ai cugini, lasciando l’incredibile Parma a un solo punto dalle nostre terga. Ad onor del vero il-grande-Milan (ricordo che il Milan è grande per definizione) ha più di un alibi, dovendo giocare per 85 minuti in 10 e sotto di un gol. La goduria è che, dopo il raddoppio di Ando’ Cassan’, i rossoneri l’avevano anche ripresa, grazie al redivivo rigore-per-il-milan che generosamente permetteva a Balotelli di tornare a segnare dopo un mese di latitanza.
Ma, nemmeno il tempo per farmela andar bene (“dài, alla fine un pari va bene, così guadagniamo due punti anche sul Parma“) che Amauri servito da Schelotto di tacco piazzava il 3-2, prima che Biabiany piazzasse il quarto cetriolo proprio sul fischio finale.
Detto ciò, la Fiore regola non senza affanni il Chievo, tornando come detto quarta, mentre la Juve vince al 90′ con punizia chirurgica di Pirlo dopo aver rischiato di perderla (rigore sbagliato dal Genoa).
Che dire dei gobbi? Odiosi, maledetti, ma purtroppo forti e con scarso senso dell’umorismo.
E’ COMPLOTTO
Gustosissima la settimana a tinte rossonere raccontata dai media di casa nostra. Non potendo più attaccarsi al topos letterario del “siamo usciti a testa alta“, dalle parti di Milanello Bianco hanno pensato bene di far prevalere il silenzio dopo la batosta del Calderon. Peccato quasi mortale per il Geometra Galliani, che però aveva evidentemente esaurito anche gli ultimi sondaggi confezionati all’uopo da mandare in pasto ai suoi onnivori tifosi.
La goduria era in realtà appena cominciata per noi sadici cugini, visto il gustosissimo epilogo cui ho assistito nel dopo-sconfitta casalingo contro l’ex Donadoni. I tifosi, che già avevano contestato la squadra all’arrivo e durante la partita, hanno atteso i loro beniamini all’uscita intonando cori dal significato ineccepibile, anche se dalla metrica migliorabile (“Galliani-vattene” ha purtroppo una sillaba di troppo per essere intonato sulla soave melodia di “oh-il-fenomeno-ce-l’abbiamo-noi“): peccato che nessuno tra i commentatori che ho sentito abbia riportato nel dettaglio le critiche dei tifosi e soprattutto i destinatari delle stesse, preferendo invece riferirsi genericamente “alla squadra” o al limite “a Balotelli“, chè lì di ciccia ce n’è sempre e non si sbaglia mai.
Questionabile finchè si vuole la pretesa di una delegazione di ultras di incontrare i giocatori per un confronto: non è la prima nè purtroppo sarà l’ultima volta che accade. Era peraltro già successo a fine Novembre al Milan, con Kakà e Abbiati a placare i fedelissimi e promettere rinnovato impegno ed entusiasmo. Sappiamo però che il Paese non ha memoria storica, e quindi nessuno ha richiamato il precedente. Hanno anzi chiesto a Seedorf -guarda caso l’unico che a Novembre non c’era- se una cosa del genere gli fosse mai capitata in carriera, dando all’Obama di Milanello l’assist giusto per fargli rispondere “Sì, quand’ero all’Inter“. Tornando ai tifosi e ai cori, mi limito a registrare un certo fastidio del tifo rossonero al mercato mediatico e marketing-oriented della loro squadra.
Forse che, al ventottesimo parametro zero ultratrentenne e dal passato glorioso, e immancabilmente presentato come “utile in campo e ancor di più per l’immagine del Milan” i tifosi-non-lobotomizzati si siano legittimamente rotti i cabbasisi?
Meditate, Geometri, meditate…
Chiudo con l’attacco di orticaria che mi ha colto invece giovedì sera, quando mi godevo il giusto riposo da italiano medio dopo una giornata di lavoro: divananza e telecomando a scanalare intorno al 200 di Sky, vedo inorridito che stanno trasmettendo Milan-Barcellona del 1994 (quella finita 4-0, per intenderci).
Mument’ mument’… Fatemi capire…
Sky, il principale concorrente di Mediaset, ancora una volta fa il lavoro sporco per i suoi avversari? Due giorni dopo l’ennesima eliminazione agli ottavi di Champions, e durante la peggior stagione del Milan da tempi immemori, celebriamo comunque “il-DNA-Europeo” dei rossoneri! Suoniamo il ritornello stantìo della “musichetta della Champions“!
In una parola: uniformiamoci ai voleri di Zio Fester. Nomalizziamoci.
…E poi si sorprendono se al Decathlon non si trovano i parastinchi dell’Inter, ma solo del Milan e della Juve (questa è polemica interna e contingente, ignoratemi).
Signori, non fatevi ingannare.
E’ tutto collegato. E’ compl…astgevjf…. dgfkjrwems…..no! cosa fate!?!? lasciatemi stare!! cosa sono quelle pastiglie!?!? perchè mi mettete questo strano pigiama??? Aiuto!!!
Sbrang!
Lock!
Bruuum!!
Niii-Nooo Nii-Nooo….
WEST HAM
Sconfitta un po’ antipatttica a Stoke on Trent: 3-1 dopo essere andati in vantaggio. Manteniamo comunque un buon margine sulla zona perigliosa.