Alzando le mani e dichiarandomi colpevole di non aver fatto i compiti per l’ultima di campionato, causa temporanea assenza dalle lande italiche, scopro quasi con sollievo di non essermi perso granchè -anzi…- e posso quindi sguinzagliare entrambi i neuroni e farli deambulare col passo incerto di un avvinazzato a fine serata.
I giorni che si susseguono sono quelli di un cantiere aperto, con una squadra che perde pezzi di leggenda e cerca di rinforzare le proprie fondamenta, in attesa di poterci costruire sopra attici e superattici di gran lusso.
L’addio dei quattro moschettieri argentini era per larga parte previsto ed inevitabile. Per quanto sia già percepibile la grandezza dei soggetti in questione, temo che ne riconosceremo l’imprescindibilità nei mesi a venire, chè mica arriveranno Dzeko e Yaya Touré a sostituirli…
Lodi sempiterne per il clan del asado, ovviamente. Quattro campioni diventati tali con il lavoro e la professionalità quotidiana, esempio di come non sia necessario essere un fenomeno baciato dal talento (Messi, Ibra, Cristiano, uno dei quelli là insomma…) per diventare calciatori-della-Madonna.
Uno di loro sarà a giorni il nostro nuovo vice-Presidente: pur appartenendo all’altra squadra di Business School mediolanensi (7° EMBA MIP and proud of it!) spero che la Bocconi faccia bene al nostro Capitano, chè attualmente non me lo vedo molto a fare il mènagggerr…
A Samuel e Milito saranno innalzati i giusti canti di gloria e sempiterno ringraziamento, così come a Cambiasso, l’unico che -come saprete- avrei tenuto, e l’unico che potrebbe esserci utile in futuro come allenatore. Tutti e tre andranno a giocare altrove, probabilmente all’estero, a ulteriore conferma di una pagina che si chiude definitivamente.
Non starò qui a dire se la pagina si chiuda al momento giusto, essendo palese la migliorabilità della gestione-Inter nel post-Triplete. Dico solo che capisco l’importanza della “storicità” dell’evento, e che credo sia stato questo a costare il mancato rinnovo al Cuchu (della serie: se devo chiudere, chiudo davvero e con tutti).
E’ almeno una scelta netta, precisa, forse anche illuminata -dipende da chi arriverà a centrocampo!. E’ senz’altro una scelta di “testa” e non “de panza”, come troppo spesso abbiamo visto in passato. Moratti-Presidente-tifoso è stata la definizione croce e delizia del suo impero, e il vizio il Signor Massimo non l’ha perso, viste le dichiarazioni degli ultimi giorni. Il ragazzo evidentemente non ce la fa a non “esternare”, e solo il fatto che ora lo faccia sporadicamente ci fa capire quanto fossimo in balìa delle sue dichiarazioni naif , “rilasciate con la consueta disponibilità all’uscita degli uffici della Saras“.
Caro Presidente Onorario, lasci lavorare il suo successore e vediamo l’effetto che fa…
I CUGINI
La parte sbagliata di Milano mi stupisce e al tempo stesso mi rinfranca, dopo qualche mese di ambasce.
Riprendendo il discorso dei dubbi e delle certezze iniziato qualche tempo fa, potrei dire che i rossoneri negli ultimi giorni sono tornati nel loro elemento, che alle mie latitudini vuol dire numero 1 nella hit parade degli insopportabili.
Ammetto che per Clarenzio ho sempre avuto un debole, così come per Leonardo, Maldini e pochissimi altri rossoneri. Ecco perchè le sventure rossonere degli ultimi mesi mi lasciavano un impercettibile retrogusto amarognolo. Seedorf non meritava tutto ciò, così come Leo non meritava di essere sfanculato 2 minuti dopo il suo addio, così come Maldini era stato indegnamente dimenticato dall’ingrata dirigenza fin dalla sua incredibile ultima partita a San Siro.
Il denominatore comune di questa gente è quella di aver sempre avuto una testa propria, capace di elaborare concetti superiori alla litanìa del “grazie-al-nostro-grande-presidente-e-al-dottor-galliani” e in quanto tali non necessariamente subalterni ai desiderata della Società. Sentire Silvio lamentarsi perchè “Seedorf non mi ascolta, per tanto così era meglio tenere Allegri” personalmente mi fa ribrezzo: non tanto per la frase in sè, ma perchè -ancora una volta- questo tipo di gestione è stata nei lustri descritta come eccellente ed illuminata da tutto il mondo calcistico.
Ora però, per fortuna, la musica cambia; Culetto d’Oro torna a calzare le amate babbucce e si accomoda in poltrona -lautamente stipendato, ma senz’altro troveranno un accordo in nome dell’Ammore- mentre in panchina arriva quel che considero il male assoluto: Superpippa Inzaghi mostrerà a tutti le sue doti da predestinato, maniacale ed eccellente motivatore. Non escludo che riesca a farsi fischiare un rigore dalla panchina.
Ecco, il tarantolato Inzaghi è perfetto: lo odio -calcisticamente, s’intende- ed ha il pregio di togliermi ogni remora nell’augurare a lui e alla sua squadra di poter ripetere e migliorare i recenti fasti. Pare inoltre che verrà affiancato un manipolo di simpaticoni quali Stefano Nava e Christian Brocchi (altri figuri apprezzatissimi dalle mie parti), mentre attendo con impazienza la conferma di Sacchi quale responsabile del settore giovanile rossonero. Questo davvero sarebbe il top.
Milan finalmente spernacchiabile al 101%: applausi scroscianti per l’uscente Seedorf, fischi sonori a superpippa (che stramazza a terra chiedendo il rigore), disprezzo e umiltè (cit. Crozza) all’Arrighe nazionale, che tradirebbe per la seconda volta la Nazionale per tornare a casa.
Sperando che i risultati siano gli stessi della volta precedente.
Per la verità l’inizio è ottimo, viste le maglie per l’anno prossimo.
In misura estremamente minore, vedo che anche l’Udinese continua nel solco della “simpatia”: giubilato il Pretino Guidolin, in lizza per la panchina friulana c’erano Andrea Stramaccioni e Gigione Del Neri. Vedo che Strama ha perso il rush finale a vantaggio di Clouseau, che opera un’altra interessante sinergia tra squadra e allenatore maltollerati dal mio personalissimo cartellino.
La stagione è chiusa, il mercato in fermento, i Mondiali alle porte.
Tutte ottime scuse per non lasciarvi soli e continuare a viziare l’etere informatico.
Dormite preoccupati.