BACK ON TRACK

INTER-GENOA 1-0

Aldilà di qualche visionario in probabile scompenso etilico (leggasi Gasperini), l’Inter mostra uno dei vestiti migliori in occasione dell’ennesimo uno-a-zero.

Vero che la vittoria arriva grazie a una punizia “intelligentemente ignorante” dì Ljajic (della serie: buttala forte in mezzo ma comunque verso la porta chè non si sa mai), ma i ragazzi creano più in questi novanta minuti che in tante delle prime partite messe insieme.

Personalmente, ho smesso di preoccuparmi delle costanti sorprese che il Mancio ci riserva al momento di svelare la formazione.

Il me pessimista avrebbe ad esempio accolto con raccapriccio la notizia del centrocampo in puro stile Latin King (Melo-Medel vs resto del mondo), e invece ho semplicemente preso atto della cosa, pensando quel che un tifoso normale dovrebbe pensare della propria squadra normale, e cioè: “c’è un allenatore pagato apposta per farli allenare tutti i giorni e per studiare gli avversari: saprà ben lui come mettere in campo la squadra, no?” .

È una sensazione che non provavo da tempo, e a cui ancora faccio fatica ad abituarmi, ma è un bel viaggiare, non c’è che dire.

Stessa sensazione mi coglie apprendendo della panchina riservata a Icardi. Se c’è una cosa che apprezzo di questa squadra è l’altissimo numero di alternative che ha a disposizione, e parlo tanto di uomini quanto di moduli. Avversari e critica raramente si raccapezzano, e vedere le pagine del bigino dei Luoghi Comuni Maledetti ammucchiarsi sempe più nel cestino, mi fa godere come un mandrillo.

Al momento, Ljajic è il nostro uomo in più e giustamente Mancio non ci rinuncia. Insieme a lui, il velocissimo e bravo Biabiany, l’amichetto del cuore Jovetic e la sapienza tattica di Palacio. I quattro si trovano bene, a parte un Jojo troppo lezioso, e Ciuffolo non trova un valido motivo per inserire Icardi a partita in corso.

L’intera partita ci vede con un possesso palla del 70%, stavolta non sterile come altre volte ma accompagnato da diverse occasioni, prima e dopo il gol che decide il match. Una volta ottenuto il vantaggio, onestamente non ho mai avuto il timore di non portare a casa i tre punti. Nemmeno al gol ingiustamente annullato al Trenza. Nemmeno al rigore non fischiato sempre a Palacio, nemeno quando D’Ambrosio ha deciso di far azzeccare almeno una decisione a quel ficaccione di Giacomelli beccandosi due gialli in me di dieci minuti.

Il centrocampo ha tenuto, tanto è vero che i due splendidi sgherri nerazzurri hanno trovato nel rispettivo compagno il solo ostacolo della partita (a veder la capocciata tra i due è venuto mal di testa anche a me), mentre la difesa è stata impegnata solo nel finale, con l’ingresso di Pandev, uscendone comunque indenne per la decima volta su quindici.

La prossima sarà la velenosissima trasferta in terra friulana, contro un’Udinese reduce dalla disfatta di Firenze e quindi pronta per la solita partita della vita contro i nostri.

Squadra avvisata…

LE ALTRE

Andando in ordine cronologico, i Gobbi trovano la quinta vittoria consecutiva contro una Lazio che invece sembra davvero smarrita (ovviamente sarà nostra ospite nell’ultima prima della sosta, già tremo).

Sull’altra sponda del Tevere, poco meglio la Roma che si trova in vantaggio col Toro in maniera simile alla nostra, se si guarda alla sola punizia dì Pjanic, ma che continua a fare fatica a mettere insieme i pezzi e soprattutto non riesce a conservare il vantaggio, combinando er pasticciaccio brutto al 94′: rigore discusso e discutibile, ma è proprio il far succedere un papocchio del genere che illustra la confusione che regna in casa Garcia.

A pranzo, godiblissima l’imbarcata del Napoli a Bologna. Higuain si prende 87’minuti di ferie e si sveglia solo con una doppietta nel finale, che però non impedisce la sconfitta per 3-2. Débacle pesantissima da digerire per la stampa adorante, che tuttavia nemmeno oggi ammetterà che forse (forse eh…) appoggiarsi solo al centravanti migliore del campionato può anche avere i suoi lati negativi.

È ovviamente presto per qualsiasi analisi, visto che, con la Viola vincente senza particolari problemi con l’Udinese,  siamo in tanti in pochi punti, con ulteriore spazio per eventuali candidati.

Epperò.

E’ COMPLOTTO

Epperò ci siamo anche noi. Come al solito ospiti non troppo graditi, anche se a ‘sto giro veniamo definiti non spettacolari -quello giammai e ne andiamo pure orgogliosi- ma quantomeno convincenti, sicuri, solidi, addirittura belli!

Sky evidentemente nun ce vole stà, e forse per pura ripicca non fa vedere il nostro gol nella carrellata di reti segnate nel weekend, arrivando poi a mostrare una grafica in cui con tono incredulo si fa notare come l’Inter sia la squadra che fino ad ora è stata per più tempo in testa alla classifica (cosa che noi Intertristi piangina facevamo notare anche nelle scorse settimane, allorquando venivamo pervicacemente definiti “secondi” pur essendo a pari punti della Fiorentina).

Sintomatico poi il modo in cui il Palazzo ha reagito alle esternazioni di Mancini e Ausilio nel dopo Napoli: la designazione di Giacomelli, a chi la sa leggere, ha una certa tendenza alla sindrome di accerchiamento e riconosce al volo le citazioni dei film di Salvatores, ha più valore di un sacco di parole.

Mandare un arbitro diventato famoso per la frase “voi dell’Inter state zitti!“, vedersi annullare un gol palesemente buono e negare un rigore di solare evidenza è la miglior conferma che nulla è cambiato e nulla cambierà. Resta l’epidermico piacere di sentire i nostri che quantomeno non porgono l’altra guancia, mettendo su il disco della buona fede data per scontata, dei torti e ragioni che alla fine si compensano e puttanate varie. E il Mancio in questo è un fuoriclasse, con buona pace dei “soloni“.

È un altro mattoncino che cementa la mia convinzione di una sorta di superiorità morale dei nerazzurri rispetto al resto del mondo del calcio italiano. So di avere una visione assolutamente parziale e faziosa, che difatti non pretendo venga condivisa. Però poi inciampi in certe interviste di giocatori che dalle nostre parti sono passati e -come dire- sono diventati grandi, e la cosa non può che farti piacere.

Grande Padroncito Burdisso, ti ho sempre rispettato come uomo, anche se come difensore ti ho riservato alcuni dei peggiori insulti immaginabili. Rimani una persona seria, anche se a vederti giocare non si direbbe.

Infine, tanto per parlare anche di altri, notevolissima l’intervista di Giorgione Porrà a Paolo Maldini, in cui il campionissimo si dimostra tale per l’ennesima volta, facendo vedere come si possa restare innamorati delle squadra in cui si è giocato e vinto per più di vent’anni, senza però subirne la melliflua propaganda mediatica.

Ho goduto nel sentirgli dire quelle cose su Galliani, uno dei dirigenti più sopravvalutati dell’intera storia del calcio, che dovrebbe passare alla storia per aver fatto ritirare una squadra dal campo contro il volere dei suoi giocatori, di inventarsi statistiche e record a proprio uso e consumo e che invece, complice il totale asservimento dei media sportivi e non solo, continua ad essere celebrato come l’unico vero esempio di Manager sportivo.

Ho goduto e tanto. Non solo per sentir dire le cose che penso da sempre a uno dei più grandi campioni di quella squadra, ma proprio perché quella persona ha messo il punto su una questione che mai nessuno in Italia avevo mai osato nemmeno pensare:

ma Galliani di calcio ne capisce?

Grande Paolino, troppo intelligente e libero per essere uomo immagine di quelli là…

WEST HAM

Dignitosissimo pareggio a Old Trafford che non sposta di molto gli equilibri in classifica ma che aumenta l’autostima dei nostri dopo le ultime disavventure e infortuni vari.

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Vai avanti così che io a cambiare idea ci metto niente!

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