‘NA VOLTA TANTO…

INTER-SAMPDORIA 3-1

Riusciamo a far capire a tanti, anche se non a tutti, che giuocare bene spesso non vuol dire una beata fava.

Vinciamo largamente, giocando in sostanza la stessa partita dell’ultimo mese: cioè brutta, cioè avara di occasioni da gol, cioè senza una logica.

Ma -stavolta- vinciamo. Del doman non v’è certezza.

Visto il centrocampo decimato, Mancini fa di necessità virtù, appaiando gli unici titolari in mediana (Melo-Brozo) e affiancandoli a due frecce veloci sulle fasce (Perisic e Biabiany) in una formazione che a qualcuno avrà ricordato il Cuperiano 4-4-2 con Van Der Meyde-C.Zanetti-Gigino Di Biagio-Kily Gonzalez.

Davanti gli irrinunciabili Icardi-Eder e dietro D’Ambrosio e Nagatiello ai lati del duo Murillo-Miranda.

Come detto non brilliamo, e la prima parte del match è di predominio blucerchiato.

Succede però che la ruota giri, e che stavolta siamo noi a sbloccare su palla episodica: quel ficaccione di D’Ambrosio è al posto giusto al momento giusto, e il piattone sinistro finisce dritto in rete, un vantaggio ha il potere di farmi dire:

“vedi che a tirare i corner come Dio comanda (e cioè facendo un cazzo di cross in area anzichè tre tocchettini dimmerda intorno alla bandierina) c’è anche il caso di buttarla dentro?”

La cosa si ripete a inizio ripresa, con Miranda a sfruttare una capocciata di Melo e raddoppiare grazie alla tecnologia gol/non gol (il me vittimista è convinto che senza la segnalazione elettronica l’arbitro avrebbe fatto correre…).

Partita in ghiaccio? Più o meno: nessuno della mezza dozzina di ex interisti fa il partitone nella Samp, che anzi ci regala un Ranocchia in versione…Ranocchia, maldestro a lasciare metà campo libera a Icardi dopo doppio colpo di tacco tentato da Muriel.

Il frittatone è troppo ghiotto per non essere sfruttato a dovere da Maurito che, pur senza vestaglione di flanella e tavolinetto davanti al televisore, ne fa un sol boccone con sinistro a incrociare a baciare il palo.

Da lì in poi è attesa del triplpice fischio finale; attesa peraltro rovinata (o premiata, vista la pregevole finalizzazione) dal gol di Quagliarella, attaccante serio che di gol ne ha sempre fatti e che riceve il giusto premio per averci provato durante tutta la partita.

Finisce così, con la strana sensazione di aver scalato l’Everest mentre hai semplicemente battuto una squadra più o meno allo sbando (chissà Zenga come ride…), tra un Osanna a José e un vaffa a Ronaldo, seduti entrambi al primo anello rosso.

GOOD OL’ TIMES

Come prevedibile si è speculato parecchio sull’annunciata presenza in tribuna di due dei personaggi che più hanno dato all’Inter degli ultimi 30 anni. Il Fenomeno è per distacco il più forte giocatore che io abbia mai visto indossare l’amata maglia neroblù (poi la gratitudine e l’affetto li riservo ad altri, ma tennicamente il giudizio non è sindacabile), José da parte sua… chettelodicoaffà.

Se ho trovato giusto e simpatttico il tributo al portoghese:

striscione mou

devo ammettere che non ho apprezzato la pur comprensibile stilettata riservata al (fu ) Fenomeno:

striscione ronie

Certo, sempre meglio del premio Nobel che non ebbe nemmeno la decenza di coprirsi la faccia e rendersi irriconoscibile mentre esponeva questa summa filosofale nel famoso Derby dei fischietti del 2007, da molti ricordato per il gol di Ronaldo e relativa esultanza, ma a noi assai caro per i due sifulotti del Giardiniere e di Zlatanasso  a cementare il 2-1 finale:

striscione ronaldo mediocre

Personalmente ho molto sofferto l’addio di Ronaldo nell’estate del 2002; soprattutto non mi piacque il suo ringraziare cani e porci dopo il Mondiale vinto, tranne il Club ed il Presidente che aveva continuato a pagarti profumatamente lo stipendio, mettendoti a disposizione i migliori medici al mondo nei due anni passati tra ospedale e riabilitazione.

Era stato ironicamente sincero, il Signor Massimo, nel tentare di fargli cambiare idea sulla asserita incompatibilità tra lui, giocatore estroso e come tale bisognoso di cure e attenzioni particolari, e il tecnico Cuper, Hombre Vertical e poco incline alle eccezioni: “Aspetta Ronnie, tanto mi conosci… lo sai che se questo qui non vince lo mando via in sei mesi“.

 Non aveva aspettato, e se n’era andato.

Al momento, ovvio, odio puro: traditore, ingrato, venduto… you name it.

Però, come dicono dalle mie parti, time is a great healer, e per una questione di stile e di maturità l’altra sera avrei evitato striscioni offensivi.

L’abbiamo goduto al meglio, con un mazzo di carte non taroccate avremmo vinto uno splendido scudetto che probabilmente avrebbe cambiato la nostra storia negli anni immediatamente successivi (col cazzo che Moratti avrebbe mandato via Simoni campione d’Italia, chissà…), il gioco di gambe nella notte di Parigi popola ancora gli incubi di Luca Marchegiani… Il suo ricordo insomma è dolce e indelebile.

Col tempo ci siamo in ogni caso rifatti, grazie all’attuale allenatore e all’altro ospite di serata. Sarebbe stato carino mettere da parte l’astio e semplicemente battergli le mani (non in faccia, possibilmente…).

Ma forse sono io che sto diventando vecchio…

LE ALTRE

Come già detto, era da un po’ che non si provava l’ebbrezza di portare a casa i tre punti e, forse per questo, ci son rimasto maluccio nel vedere Roma e Fiorentina fare spallucce della nostra vittoria e mantenere immutate le distanze in classifica.

Speravo nella coriacea orobicità che è invece appassita di fronte ai gigli fiorentini, mentre la Roma ha per una volta smentito il refrain di squadra de core ma non de testa, risolvendo il papocchio-Pupone con un perentorio 5-0 sul Palermo.

Evidentemente a mandare tutto in vacca sul più bello i migliori siamo ancora noi.

Là davanti, la Juve butta alle ortiche la possibilità di eguagliare il nostro record di vittorie consecutive, fermandosi “solo” a 15 e pareggiando in quel di Bologna. Il Napoli di contro nel posticipo col Milan avrebbe la possibilità di operare il controsorpasso, ma nel primo tempo, nonostante faccia 10 tiri, ha bisogno di un polpaccio di Abate per trovare il vantaggio, salvo poi regalare il pareggio a Bonaventura alla prima sortita in area campana. Sulla stessa falsariga la ripresa, con il Napoli a sprecare tutto quel che con noi aveva capitalizzato, compreso il palo che stavolta colpisono loro e non gli avversari (ask Jovetic & Miranda for references…).

E’ COMPLOTTO

Cerco di analizzare con obiettività qualche episodio arbitrale perchè -al solito- mi pare che si facciano figli e figliastri.

E’ vero che D’Ambrosio fa lo stesso intervento di Telles a Firenze (mani in area) e che in entrambi i casi il rigore sarebbe stato fischiabile.

Mi pare però che in questo caso siano tutti straconvinti del fatto, senza nemmeno celarlo dietro al solito #cipuòstare che in casi simili pare essere prassi assai consolidata, della serie “come ti muovi sbagli”.

Di contro, silenzio su tutta la linea sui due fuorigioco inesistenti fischiati ai nostri ormai lanciatissimi verso la porta di Viviano, così come sul mancato secondo giallo a Ranocchia ancora nel primo tempo, per non parlare del fallo di Brozovic -casualmente diffidato- sanzionato col giallo venti secondi buoni dopo il fischio.

Il tutto 24 ore dopo aver assistito all’ennesimo Bonucci impunito -ed altrettanto casualmente diffidato- e ad un mani di Marchisio forse un poco meno evidente del nostro ma immediatamente derubricato a nulladiché.

Tornando alle nostre pochezze, sintomatica la polemica preventiva contro la scelta di Moratti di invitare Mourinho alla partita.

Come se Mou potesse essere interessato a tornare in una squadra decente ma nulla più, come se Mancini potesse davvero patire la presenza di un collega.

Ma si sa, se c’è da sparare contro i nostri non si rischia mai nulla. Il concetto è: se perdono abbiam da parlare per un mese, se invece vince vabbeh, ci inventeremo qualcos’altro.

Ad esempio, siccome Eder da quando è all’Inter non ha ancora segnato, vediamo di portarci avanti col lavoro (vero Nebuloni di Sky, ennesimo caso di inviato al seguito della squadra che invece che magnificarne i meriti ne prevede i difetti?).

Stessa cosa per la permanenza di Mancini sulla panchina: iniziamo a dire che la storia si avvia alla conclusione, dopo vediamo…

Se poi c’è qualche altro squadrone a rubare la scena ai nostri (vedasi il Totti-gate delle ultime ore), la solerte Gazza è prontissima nell’appaiare il triste declino dell’icona giallorossa a quello di altre bandiere di altre squadre: Maldini al Milan, Del Piero alla Juve, e ovviamente Zanetti all’Inter perchè, testualmente, Mazzarri non gli fece giocare l’ultimo Derby.

Il fatto che a Zanna sia stato riservato il giusto tributo, che la sua maglia si stata ritirata, e che lui sia diventato vicepresidente il giorno dopo aver appeso le scarpe al chiodo è ovviamente secondario.

Son riusciti a metterci in mezzo anche qui…

Per oggi non c’è altro.

WEST HAM

Trionfale passaggio ai quarti di finale di FA Cup grazie alla trasferta a Blackburn con 5 gol rifilati ai Rovers. PAre che dovremmo incontrare il Man Utd, sempre che passino il loro turno…

i gemelli del gol :)

i gemelli del gol 🙂

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