SPAL-INTER 1-1
Eccoci al pezzo che ho scritto negli ultimi 7 mesi di Gennaio che Dio ha mandato in terra.
Siamo in piena fase “ma che cazzo è successo? Era tutto così bello, tranquillo, mi son distratto un attimo…”(cit.).
Eppure, certe costanti non cambiano mai: anno dopo anno succede sempre la stessa cosa. Filotto di vittorie e prestazioni convincenti, acuto con goleada (7-0 col Sassuolo, 7-1 all’Atalanta, quest’anno cinque pappine al Chievo) e poi spegnete la luce, chè mica vorrete che giochiamo così per tutta la stagione, per chi ci avete presi?
Ecco, domenica con la Spal sembrava l’ennesimo giorno della marmotta: ti accomodi in poltrona e pensi, se non altro per la legge dei grandi numeri, che i ragazzi oggi chiuderanno la pratica già nel primo tempo; 2-0 all’intervallo, il terzo gol al quarto d’ora della ripresa e per finire una comoda mezz’ora per il nuovo arrivato Rafinha.
Perchè mai un tifoso dovrebbe vedersi negato il sacrosanto diritto di sperare in una domenica tranquilla? Forse perché non è solo “tifoso”. È interista. E questo, tante, troppe volte fa tutta la differenza del mondo.
Spalletti ci mette del suo spostando Cancelo, destro naturale, terzino sinistro, inserendo a destra il rientrante D’Ambrosio, “che-può-giocare-indifferentemente-sulle-due-fasce” per gli amici. Il portoghese fa quel che sa e che può, cioè rientra sul destro e quindi verso il centro del campo ogniqualvolta tocca il pallone. Tutto troppo prevedibile per non essere intenzionale, e onestamente me ne sfugge il motivo.
In mezzo, mi limito a dire che Brozovic è il più in palla dei tre centrocampisti, vista la perdurante legnosità di Vecino e l’inamovibile staticità di Borja Valero. Ho detto tutto.
Davanti, Candreva e Perisic fanno a gara a vincere la gara di scoregge, mentre Icardi tocca palla per la prima volta al 40’ del primo tempo.
Inevitabile lo 0-0 a fine primo tempo (doppio vantaggio?! Mavaff…), vista anche la perfettibile mira di Candreva e Icardi che centrano nell’ordine il portiere e l’omino delle bibite nelle due occasioni avute.
La ripresa vede il casino organizzato di Eder al posto della spremuta di niente di Candreva, e la sorte -non certo per il succitato cambio- per una volta ci dà una mano.
Cancelo dimostra plasticamente quanto meritati fossero gli insulti ricevuti nel primo tempo, scodellando un cross di sinistro più che dignitoso, che il terzino di casa spedisce tragicomicamente nella propria porta.
Siamo avanti senza meritare, e senza averci nemmeno provato. Ottima occasione per capitalizzare la botta di culo e ripartire veloci e svegli per fare il secondo… se solo fossimo una squadra normale.
In realtà lo schema caghiamoci sotto non tarda molto a far capolino tra i nostri, che danno forza e speranza alla Spal ben aldilà dei legittimi sforzi di rimanere attaccata alla partita.
I nostri per quello avrebbero anche due o tre occasioni per mettere la partita in ghiaccio, ma Vecino emula il compagno nel primo tempo centrando il portiere col piattone, e Brozovic e Eder non hanno fortuna col destro da lontano.
Dietro, Handanovic fa capire a tutti perchè non esce mai, andando a farfalle su un cross dalla sinistra che il maledettissimo Paloschi mette fuori di testa. Gli insulti che riverso sul bresciano emulo di Inzaghi sono nulla rispetto al silenzio assordante che accompagna la (bella) girata di testa che ci purga al 90.
E’ purtroppo giusto così, e devo dar fondo a tutto il mio ottimismo per considerare questo un punto guadagnato in classifica, anziché due punti scivolati giù nel cesso.
LE ALTRE
Eh sì, perchè le due romane collezionano zero punti in due, dandoci l’immeritata illusione di poter ancora lottare per il terzo o quarto posto. Ne approfitta il Milan, ormai a un passo dalla beatificazione all’insegna di Ringhio cuore impavido e dei giUovani italiani mica come l’Inter.
Napoli e Gobba continuano il loro campionato a parte, e la sensazione è quella -sgradevole assai- di una Juve sorniona che aspetta solo il passo falso dei rivali per piazzare il sorpasso decisivo.
sperando di avere torto…
È COMPLOTTO
Ringrazierò io per voi il gruppo di amici con cui ho passato il weekend, ed il lavoro che mi attanaglia vieppiù, per non aver assistito a quel che pare essere l’ennesima dimostrazione di protervia e di sudditanza nella sempre attuale liaison d’amore tra Juve e classe arbitrale. In una domenica normale, avrei passato ore e ore alla ricerca di riprese inedite e commenti al vetriolo da cui attingere in una rancorosissima rassegna stampa dedicata alla squadra più detestata d’Italia (seconda al mondo solo al Real, creo…)
Ottimo Cacciatore del Chievo, che fino a oggi avevo apprezzato solo per le pacate esultanze, che bofonchia “assurdo, non cambierà mai…” abbandonando il campo dopo aver preso il cartellino rosso.
Lo so, sono di parte e pure impreparato sul caso specifico, perchè la partita l’ho solo intravista. E’ però sintomatico che, in una giornata in cui gli errori arbitrali sono stati tanti e gravi, la colpa sia del VAR (che non è riuscito a correggerli, complice anche la cocciuta inettitudine degli arbitri di campo a volerlo consultare) e non dei fischietti che ancora una volta sbagliano a righe alterne.
Il paragone potrà non essere dei più delicati, ma mi pare calzante: la polemica di questi giorni sulla cosiddetta “moviola in campo” equivale a criticare un farmaco salvavita o l’intervento di urgenza perchè non dà sempre il risultato sperato.
Certo, per paura degli effetti collaterali non vacciniamo i bambini. Come livello di intelligenza siamo lì…
Sarebbe del resto troppo facile e retorico voler accomunare questa difesa dello status quo al raccapricciante balletto del mondo del calcio italiano, alla disperata ricerca di un utile idiota che possa evitare un commissariamento tanto probabile quanto necessario.
In tempi come questi non è possibile non citare il sommo e la sua invettiva passata alla storia (alla Storia direi partigianamente…) come #bassiamoitoni, nella parte in cui imputava a noi italiani (anzi, a voi italiani) di aver costruito Calciopoli con questa omertà.
Sì è vero, le sto sparando un po’ grosse e un po’ a caso. Risento del clima elettorale. Se mi votate sono disposto a chiudere il blog (però non mi candido, quindi vi tocca tenermi…)
WEST HAM
Anche qui siamo in un bel periodo marroncino: dopo essere usciti dalla FA Cup per mano del temutissimo Wigan (oggi in terza serie), nel posticipo dell’anticipo del recupero di stasera pareggiamo in casa col Crystal Palace.
E in più è arrivato Joao Mario straight outta Inda.
What a load of rubbish…

Figurati noi, Lucianino…