Nota: sono in ritardo, quindi non rompete i maroni… parlo adesso di Parma Inter, probabilmente nei prossimi giorni delle ultime spassosissime vicende di casa Inter. Non sono io ad avere poco tempo, sono loro che fan succedere troppe cose.
E’ Complotto!
PARMA-INTER 0-1
Vero che, come dice Daniele Silvestri, più in basso di così c’è solo da scavare, ma in queto caso ci accontentiamo di essere scesi “solo” fino a piano terra e rimbalziamo in su prima di esserci inoltrati nelle cantine.
Partita dignitosa, che nella ripresa meritiamo di vincere, ma che ci fa passare 90′ tutt’altro che tranquilli. Segnali di vita da Perisic e Nainngolan, ancora encefalogramma vicino al piatto per Icardi, che riesce tuttavia ad entrare nell’azione del gol con un movimento corretto ad allargarsi che permette a Martinez l’incursione centrale e la sabongia sul primo palo.
Poco più di questo da raccontare, con un Joao Mario prevedibilmente insipido quale esterno destro di attacco e un Brozovic ormai consolidato nel ruolo di regista trottolino.
L’ingresso di Martinez per l’ultimo quarto d’ora per una volta dà i risultati sperati, forse anche perchè responsabilizza ulteriormente i tre compagni di attacco. Il Ninja riceve palla e accelera come dovrebbe fare sempre, Perisic si inserisce sulla sinistra dando un’ulteriore opzione al belga, che invece premia il neo-entrato, facendo sembrare il tutto tanto tanto semplice.
L’ultimo mese di Inter è invece lì a dimostrare che di semplice, dalle nostre parti, non c’è una beata mazza di niente.
La bagassa di Gervinho ci va vedere i sorci verdi più volte nel primo tempo, con il culmine plasticamente rappresentato dalla traversa colpita dopo uno dei mille scatti supersonici cui nessun bipede della Serie A sa porre rimedio. Per il resto temo anche i giardinieri al Tardini, tanto è negativa la nostra tradizione da quelle parti. Guardo con malfidenza l’ex-ex-ex-ex Siligardi, in cuor mio già pronto a leggere paginate a celebrare l’ennesimo cuore ingrato che dopo aver fatto tutte le giovanili ammazza il genitore calcistico senza alcun rimorso. Nè meglio mi mento quando a metà ripresa lascia il campo a favore di un’altro ex, Biabiany.
Se non altro a ‘sto giro non gioca Di Marco che tanto male ci fece all’andata.
In settimana abbiamo assistito all’ennesima puntata dell’infortunato recuperato fino al mercoledì, in forse il giovedì, poi fuori dai convocati al venerdì, clamorosamente nella lista ma malinconicamente in tribuna al sabato. Ogni riferimento a Keita Balde è puramente voluto.
A parte questo, vinciamo, teniamo saldo il terzo posto e sfatiamo un campaccio tradizionalmente infame. Può bastare.
LE ALTRE
Vincono tutte tranne il Napoli, fermato a Firenze sullo 0-0. Sul come, poi, stai a guarda’ er capello. Bene più o meno allo stesso modo Juve e Roma; benino comunque la Lazio, che regola di misura l’Empoli in casa su rigore. Nulla in confronto alla squadra dei Meravigliuosi, inspiegabilmente solo quarti e non direttamente nell’Olimpo degli dèi, stando a quanto favoleggia tutta la stampa.
I Ringhio Boys battono 3-0 il Cagliari in una partita che, a non averla vista, sembrerebbe la classica passeggiata. Gli amabili cuginastri rispolverano il caro e vecchio culo, riuscendo a fare tre gol su un’autogol tragicomico, un cross sbagliato che diventa buono solo per l’insipienza del terzino avversario, ed un minuetto in piena area di rigore con il portiere a godersi l’ora d’aria prima del rientro all’isolamento psichiatrico cui dovrebbe essere destinato quale premio partita.
Tra il secondo e il terzo gol, traverse, miracoli di Donnarumma e Madonne in serie da parte di chi scrive, intervallate dal mantra ormai vecchio di trent’anni #vacheculostomilan.
Meno male che in panca c’è Gattuso a rendermeli (solo un po’) meno odiosi… Ma è una cosa che riguarda me e pochi altri, visto che -al solito- i rossoneri di amici ne hanno sempre tantissimi.
E’ COMPLOTTO
La Gazza torna per l’occasione a presentarci come positivi dati che, al tifoso rossonero, dovrebbero suonare come un campanello di allarme.
Titolare entusiasti “Una super-valutazione” può far pensare a una bella notizia, ma in soldoni vuol dire che hanno pagato Paquetà e Piatek decine di milioni in più rispetto al loro supposto valore attuale.
Per un Club sotto osservazione dell’UEFA, non esattamente una cosa per cui essere felici. Chissà, magari i due continueranno a far bene come nelle prime apparizioni, ed il loro valore crescerà: intanto, non si può dire che il Milan abbia “comprato bene”. Andateglielo a dire, però…
Al solito, per controbilanciare, il Corriere dello Sport dà una rappresentazione scritta della vecchia battuta di Arthur Bloch, il “papà” della Legge di Murphy:
La lunghezza di un minuto dipende dal lato della porta del bagno da cui ti trovi.
Mi accingo alla spiegazione empirica della tesi. Come abbiamo imparato negli anni di assenza dalla Champions, l’approdo alla competizione europea più importante garantisce alla squadra un introito minimo di una quarantina di milioni.
Curioso come, ragionando in termini di rischi e non di opportunità, il gruzzolo che l’Inter perderebbe non entrando in Champions lieviti magicamente a 60 bomboloni.
In una settimana di cose da dire su una squadra in difficoltà ce ne sono tante: più che altro, per 7 giorni occorre offrire prove quotidiane a supporto della tesi “CrisiInter” e dell’epilogo, apparentemente inevitabile, del #moriremotutti.
Scegliendo anche qui la nobile forma d’arte dell’ordine ad minchiam, apprendiamo nella sola giornata di venerdì che Mourinho è a Milano e quindi pronto a incontrare Marotta, ma poi forse no, il portoghese è in città per questioni personali e comunque è l’Inter a non volerlo perchè Marotta e Zhang andrebbero dritti su Conte.
Non solo: a Giugno Ausilio e Gardini potrebbero lasciare, dando pieni poteri a Marotta.
Apprendiamo poi che Icardi non è mai andato d’accordo con i croati, pardon, con il manipolo dell’est (vero Franco Ordine?). D’altra parte Perisic non se la passa meglio, avendo addirittura shockato i compagni per il suo atteggiamento delle ultime settimane. Insomma, il classico #bruttoclimainspogliatoio.
E se la mia ignavia nel voler cercare recidive negli scarsi risultati nerazzurri a Gennaio è stata premiata, con altri a fare il loro mestiere e confermare la mia impressione, alcuni hanno fatto di meglio, facendo uscire proprio questa settimana un’interessante analisi sui soldi spesi dall’Inter negli ultimi 7 anni per i soli ruoli di terzini (destri e sinistri). So che dovrei chiedere delle royalties, denunciando la cosa da anni (soprattutto per la vera e propria maledizione dei terzini sinistri, che di fatto dura quasi da un trentennio. Vi ricordo che sono tra i pochi che non si strappò i capelli all’addio di Roberto Carlos).
Per chiudere c’è poi chi la gufa in maniera “Sconcertante” nella malcelata speranza di poter gridare allo scandalo qualora l’Inter non centrasse l’obiettivo Champios League, e chi invece esagera in senso opposto: non so cosa l’Inter abbia fatto a Cravero, ma ogni volta che ne parla percepisco un’acredine che l’ex granata non riserva nemmeno agli “amatissimi” cugini bianconeri. Bontà sua. Qui arriva a parlare addirittura di “fallimento” anche qualora l’Inter arrivasse quarta anzichè terza a fine stagione.
Vogliamo fare una summa del tutto: ecco Panorama venirci in aiuto. Riporto testualmente:
WEST HAM
Pareggio insipido nel derby del Sud Est londinese in casa del Crystal Palace. 1-1 e galleggiamento nelle salmastre acque del centroclassifica garantito.
