L’INCUBO, IL SOGNO E LA FOTTUTISSIMA REALTA’

INTER-BOLOGNA 0-1

Dividiamola in tre, la mappazza, perchè così è pesante da digerire (cit.).

L’incubo è quello che, a occhi apertissimi, abbiamo dovuto vivere nei 90’ di non-gioco contro il Bologna, che poi altro non sono se non l’ideale proseguimento del nulla cosmico già mostrato nel trittico Sassuolo-Torino-Lazio.

Icardi ha un attacco cardiaco che gli impedisce di comprendere il clamoroso errore di Poli, che lo serve solissimo davanti al portiere dopo un minuto di gioco. Solo una grave paralisi dei suoi organi vitali può spiegare quel che combina nei tre secondi successivi.

Esattamente come successo dopo il tiro fuori di Martinez a Torino, i nostri fanno di tutto per sembrare quelli che dicono “beh il mio per oggi l’ho fatto, possiamo andare a casa”.

Conoscendo i miei polli, avevo appreso con un mix di goduria e timore l’avvicendamento sulla panchina del Bulègna: Superpippo aveva esaurito la dose di deretano che l’ha accompagnato per l’intera carriera, ma al suo posto era arrivato il temibilissimo Sinisone, che forse non a caso aveva usmato puzza di figuraccia in casa Inter.

Loro fanno la loro onesta partita, trovando (dopo Izzo, dopo Immobile…) un gol casuale quanto meritato. Male De Vrij nell’occasione, con Handanovic forse colpevole di non avere riflessi da centometrista, ma che su una capocciata così bislacca può davvero fare poco.

Come col Toro, ci sarebbe un’ora di partita a disposizione per rimediare al troiaio combinato, se solo i nostri si togliessero la cispa dagli occhi e le pedùle dai piedi.

Macchè.

L’unico schema è il giro palla da dietro, probabilmente nella speranza di addormentare gli avversari. Palle in avanti non ne arrivano se non per gentili omaggi dei rossoblù, che la nostra buona creanza ci fa guardar bene dall’accettare.

In un contesto simile, è chiaro che gente che già di suo non ha un buon feeling con San Siro venga fischiata ancor prima di ricevere palla. Candreva, Nainggolan, Perisic, lo stesso Icardi, si beccano vagonate di fischi fin dal quarto d’ora del primo tempo. Fatta la tara al quoziente di intelligenza del tifoso medio (e anche medio-basso, chè i geni mica ce li facciamo mancare con tanto di striscioni alla rovescia), non mi sento nemmeno di biasimarlo più di tanto. E’ vero che il tifoso illuminato dovrebbe essere capace di sostenere la squadra fino al 90’ e semmai di subissarla di fischi a fine partita, ma come dice la canzonetta I’m only human after all, don’t put the blame on me.

La ripresa si differenzia dal primo tempo solo per l’ingresso di Martinez che, come col Toro, come con la Lazio in Coppa Italia, si mangia un gol che il mio cane (passato a miglior vita un decennio fa) anche oggi non avrebbe avuto problemi a insaccare.

In tutto questo tragicomico psicodramma, la cosa più allucinante è stata la totale mancanza di spunto, di cambio di passo, al limite di casino organizzato. Niente di tutto ciò: è dovuto entrare il povero Ranocchia gli ultimi 10 minuti a fare il centravanti alla Vierchowod per vedere se non altro un po’ di cuore (culo mai, per definizione, chè la girata al volo di sinistro meritava se non altro per l’impegno).

Come detto correttamente da più parti oggi:

Il problema non è quando metti Ranocchia centravanti; il problema è quando Ranocchia centravanti è il migliore dei tuoi…

Passiamo al sogno. Niente di che in realtà: mica possiamo svegliarci domani con Cambiasso Stankovic e Milito con 10 anni di meno…

Il sogno è semplicemente un segno di discontinuità rispetto al passato. Posto che in otto anni abbiamo cambiato 11 allenatori, non sarebbe bello che la Società riunisse giocatori e Mister per un bel discorsetto?

Potrei arrivare ad invaghirmi di Marotta se avesse i coglioni per dire ai giocatori, con intonazione degna del Duca Conte Piermatteo Barambani:

Cari inferiori (cit.), questo signore qui (indicando Spalletti) è l’allenatore di questa squadra e sarà qui fino a Maggio e poi per tutto l’anno venturo. Lui. Voi avete quattro mesi di tempo per convincerci che meritate la maglia che state indegnamente indossando.


E poi quella che sarebbe la parte migliore:

E se a qualcuno venisse in mente di giocar contro il Mister, o di giocare a convincerci che non siete degni della maglia, ricordatevi che io sono Marotta e ho ottimi contatti con le squadre di tutta Europa. Non ci metto un cazzo a farvi terra bruciata intorno: se volete cercare un’altra squadra, probabile che in Cina qualcuno lo troviate. Accomodatevi pure.

Muuuahahahah!!!!…..

Aldilà dei sogni, e tornando alla fottutissima realtà, vorrei che dalla Società arrivasse un segnale chiaro. Non perchè stimi particolarmente Spalletti, ma perchè esonerando lui si darebbe l’ennesimo alibi a una mandria di smidollati che terrebbero botta per un quadrimestre col nuovo venuto, prima di tornare a dare segni di invornimento.

Per una volta, eccheccazzo, che si pigliassero le loro responsabilità anzichè scaricarle sul Mister di turno.

Eh sì, perchè lasciando stare sogni o incubi e parlando da svegli (più o meno, insomma…) siamo all’ennesimo inverno del nostro scontento. Non so se c’entri il richiamino di preparazione atletica, non so se siano finiti gli psicofarmaci, ma è incredibile vedere la ciclicità di questi andamenti.

Non ho nè il tempo nè la voglia di un’analisi tassonomica e non nozionistica degli ultimi cinque o sei anni, ma non mi sorprenderebbe vedere una certa familiarità con crisi di gioco e risultati a cavallo tra i due gironi (a memoria ricordo il periodo dell’anno scorso e quello susseguente al primato in classifica con Mancini, figlio di tanti 1-0 cinici e speculativi).

Come se non bastasse, la prossima è a Parma, campaccio per definizione per i nostri, che in quasi trent’anni di scontri al Tardini hanno vinto solo 4 volte (ne ricordavo tre, mi mancava il 2-0 corsaro con gol di Rolando, non Ronaldo, e Guarin).

LE ALTRE

Riusciamo nell’impresa di sfruttare il calendario a noi favorevole non già per accumulare vantaggio sugli inseguitori, bensì per minimizzare le perdite. Milan e Roma difatti pareggiano il loro scontro diretto, mentre la Lazio, che pur stasera ha vinto a Frosinone, settimana scorsa non era riuscita ad evitare la sconfitta contro i Gobbi.

Siamo alle solite: se ad Agosto mi avessero catapultato ad oggi, leggendo la classifica sarei più che soddisfatto, ma solo noi siamo capaci di complicarci la vita in questo modo e, vi assicuro, non c’è alcun masochistico compiacimento nella mia affermazione, porca di quella puttana!

E’ COMPLOTTO

Dovrei probabilmente aggiungere una nuova categoria, “Gli onesti del giorno dopo”. E’ ai limiti del vomitevole il modo in cui Sky ha cercato di smarcarsi dalla fake news di Conte che passeggiava in centro reduce dall’incontro con Marotta. Come ho già detto, bene ha fatto Spalletti a incazzarsi con la stampa, e meglio ancora ha fatto nella conferenza stampa del pre-partita, quando ha formalmente ribadito il concetto, buttando lì anche un discreto siluro alla Società, della serie:  se siete così ingenui da averlo fatto siete davvero dei dilettanti.

Ebbene, ieri sera ho sentito prima Barzaghi e poi Caressa in maniera ancor più sguaiata definire poco professionali (eufemismo) i colleghi che avevano montato quella notizia.

Grazie al cazzo, signori miei: se ne avete la voglia, le palle o semplicemente l’onestà sufficiente, ‘sta cosa ditela 5 minuti dopo che la notizia vi arriva, non a quattro giorni di distanza, quando la tanfa della fialetta puzzolente ha già impestato l’aria nella stanza.

WEST HAM

Qui facciamo una bella figura, bloccando 1-1 in casa il Liverpool capolista.

L’han fatta tutti, la faccio anch’io la battutaccia: Hanno scritto i nomi in cinese per non farsi riconoscere!

2 pensieri su “L’INCUBO, IL SOGNO E LA FOTTUTISSIMA REALTA’

  1. Bel analisi, io però non mela sento più di non criticare anche Spalletti. Se i suoi uomini di punta Perisic e Nainggolan non rendono avrà qualche colpa, se Martinez va a pestare i piedi ad Icardi costringendolo ad allargarsi sarà un pò colpa sua. Se l’Inter ha lo stesso problema mentale di l’anno scorso ,vorrà dire pure che non è riuscito a risolverlo.

  2. Ciao e grazie.
    Senza dubbio Spalletti ha le sue colpe, ancor di più se pensiamo a come si pone: non solo tattico attento e “schiscio” alla Pioli, bensì mattatore da conferenza stampa e motivatore di spogliatoio… Se questi sono i risultati “annamo bbène”…
    Continuo però a ritenere la pentola più importante (e colpevole) del coperchio: cambiare per l’ennesima volta allenatore vorrebbe dire perdere un sacco di tempo, sparigliare quel che resta del progetto tecnico messo in piedi due anni fa e procedere all’ennesima rifondazione fatta in corsa.
    Un roba da inter insomma… 🙂

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