Il cambio di allenatore, ripeto per l’ennesima volta a chi ha la insana pazienza di ascoltarmi, è sempre una sconfitta per tutti.
Per la squadra, che non ha saputo mettere in pratica quanto chiesto dal nuovo venuto.
Per il Mister stesso, che non è riuscito ad imporsi in un nuovo ambiente.
Per la Società, soprattutto, che vede la propria strategia (quando presente) crollare in mille pezzi.
Detto questo, il cambio era francamente inevitabile, e l’arrivo di Ranieri mi pare una scelta sensata, al netto di tutte le implicazioni da tifoso.
Vero, ha allenato Juve e Roma nel passato, ma in giro onestamente non c’era di meglio. Dirò di più: l’avrei preso già a Giugno, mentre si è optato (e sappiamo dopo quanti tentativi) per Gasp e il suo 3-4-3.
I punti su cui vorrei porre l’accento sono due, e riguardano la Società e la squadra:
SOCIETA’
Come detto, l’Inter è riuscita nella titanica impresa di continuare ad avere una dirigenza miope, se non mediocre, anche a fronte di un lustro di vittorie scintillanti e difficilmente ripetibili.
Tutti ricordano giustamente il 2010 ed il Triplete Mourinhano, ma è dal 2006 che questa squadra in Italia miete successi a raffica.
Guarda caso, le vittorie sono arrivate in concomitanza con gli unici due allenatori a cui sia stato dato tempo e modo di lavorare. Parlo soprattutto di Mancini: il suo primo anno, quello della pareggite, in altri tempi avrebbe tranquillamente implicato una cambio in panchina, ma a Ciuffolo è stata data fiducia anche per l’anno successivo.
Anno che si è poi concluso con Calciopoli e tutto quel che ne consegue, e che, diciamolo, ha salvato anche il Mancio, dal momento che le trattative del Sig. Massimo con Fabio Capello all’epoca erano più che avviate.
Calciopoli ha quindi dato all’Inter ben più del famoso scudetto di cartone. Ha dato continuità ad un progetto che altrimenti si sarebbe interrotto: da lì sappiamo com’è andata, mestrui di Mancini ed arrivo di José da Setubal compresi.
Riassumere 5 anni in 10 righe (quasi cit. Gucciniana “poveVa amica che naVVaVi, dieci anni in poche fVasi…”) serve per capire che ad un allenatore va senz’altro dato modo di poter lavorare senza l’assillo del risultato immediato, ma che tutto ciò consegue ad una scelta coerente con la strategia della società.
Eccheccazzo.
E qui entrano in campo i dilettanti allo sbaraglio. Schizofrenici, per di più.
Se l’obiettivo del dopo-triplete è quello di far cassa, vivere di rendita e andare di conserva con i giocatori in rosa (lo so che il tono sembra sprezzante, ma in realtà era esattamente quel che a mio parere andava fatto), tale scelta deve andare di pari passo con l’ingaggio di un allenatore che segua lo stesso spartito. Benitez si è rivelato un errore proprio per questo: è arrivato e ha fatto damnatio memoriae di Mourinho e tutto quel che si era vinto fin lì, dicendo “e adesso vi faccio vedere io”. Errore da matita blu, e soprattutto l’esatto opposto di quel che aveva in mente la dirigenza.
La cosa viene –diciamo- rimediata con Leonardo, che porta joia e bellèssa e riaccende l’entusiasmo dei calciatori.
Il sommo Scipione Petruzzi, già innalzato a sempiterna gloria la settimana scorsa, nel suo avventuroso latinorum era solito dire “Errare umanum è (sic), perseverare diabbbolicusss”.
Ora: a 12 mesi di distanza ti ritrovi a battere sullo stesso chiodo in sede di mercato (“non c’è una lira da spendere, anzi dobbiamo vendere uno dei due campioni”) e vai a chiamare uno che da 10 anni gioca in un modo e che, legittimamente da parte sua, crede di essere stato ingaggiato per quello e di poter continuare a farlo all’Inter.
Oltre il danno, poi, la beffa: non c’è una lira, e comunque i giocatori che si comprano non sono quelli richiesti dal Mister.
Eh cazzo, allora giocate a ciapa no!
Il tutto per collezionare una mezza dozzina di figuracce (perché io non mi dimentico le tre pere dal Chievo in amichevole o il pareggio strappato coi denti con l’Olympiakos), dire come Britney Spears “…ooops I did it again!” e ripiegare sull’uomo di buon senso del caso, alias Sor Claudio de Testaccio.
Il quale, intelligente e forse un po’ paraculo, già prima di Novara aveva fatto intendere che lui in questa squadra cambierebbe pochissimo, che Sneijder lo farebbe giocare dietro 2 punte, che manterrebbe la difesa a 4, etc. Da qui la mia domanda iniziale: e perché cazzo non l’avete preso a Giugno?
Meglio tardi che mai, insomma. Anche perché, a guardare il livello medio del campionato, vien da sorridere: un sorriso più di compatimento che di sollievo, vista la mediocrità mostrata dalla Serie A.
Nulla è perduto, quindi, e si può incredibilmente sperare di rimettere in piedi la baracca: Ranieri è come Cuper: non vince praticamente mai ma finisce quasi sempre piazzato. In attesa del Guardiola di turno fantasticato per l’anno prossimo, il minimo che si possa fare è arrivare in Champions e magari fare una figura decente in quella di quest’anno.
Chi vivrà vedrà.
Una simpatica postilla, giusto per avere conforto del fatto che certe cose non cambiano mai: Ranieri è l’allenatore dell’Inter da ieri nel tardo pomeriggio, con tanto di dettagli su durata del contratto, collaboratori al seguito e cronologia degli eventi, uffici frequentati e persone presenti agli incontri. Nella serata di ieri, Ranieri rilascia delle dichiarazioni alla Domenica Sportiva (con la quale ha collaborato in questo inizio di stagione) già parlando da allenatore dell’Inter: “farò questo, farò quello”… Il sito ufficiale resta silente per tutta la giornata, dando conferma dell’arrivo del nuovo Mister solo a mezzogiorno di oggi.
Solo da noi… solo da noi…
SQUADRA
Sulla squadra invece vorrei mettere un po’ di puntini sugli i.
Sono stato tra i primi a denunciare la scarsa affidabilità del nostro centrocampo, vista l’usura di troppe giunture e masse muscolari, ma da qui a fare della vecchia guardia il problema ce ne corre!
Ripeto che Zanna e Cuchu in quanto tali non saranno mai un problema per l’Inter. Il Problema, semmai, è pensare che la loro sola presenza possa essere panacea di tutti i mali.
Cambiasso non è mai stato un fulmine di guerra, nemmeno 5 anni fa: ciononostante è uno dei centrocampisti più intelligenti e preziosi che abbiano mai calcato i campi di calcio. Se 2+2 da 4, vuol dire che al Cuchu devi fargli fare il suo mestiere: nello specifico, dargli 20 metri da coprire e non 50, e far ripartire l’azione da lui.
Zanna può coprire molti ruoli tra centrocampo e difesa, ma volerlo inventare centrale in una difesa a tre è come farlo giocare in porta ed esporlo a figuracce che il suo passato e soprattutto il suo presente non meritano.
Detto ciò, ho sentito troppa gente dire che “sono stati i giocatori a far fuori Gasperini, gli hanno giocato contro e l’hanno isolato” dilungandosi poi nel sempre attuale giochetto della demonizzazione dello spogliatoio dell’Inter (che ha un clima “pesante” ininterrottamente dai tempi di Zenga e dei tre tedeschi, quindi per favore almeno riparate il condizionatore!). Se si leggono invece le prime dichiarazioni di Gasperini, appena esonerato e in quanto tale teoricamente interessato a cercare alibi alle proprie responsabilità, si legge di uno spogliatoio di professionisti esemplari, dove nessuno ha mai remato contro e dove uno come Sneijder, che per stessa ammissione di Gasp non rientrava nei piani e che è stato schierato in 4-5 ruoli palesemente non suoi, è andato a salutare di persona il Mister, regalandogli parole che lo hanno toccato nel profondo.
Ma tutto questo, nel mare magnum di merda che prorompe da questa storiaccia, non verrà fuori. Il quadro viene meglio dipingendo di marrone anche gli sprazzi di azzurro rimasti.
Il complotto del resto è in servizio permanente effettivo (quoque tu, Cecere… cfr: http://www.fabbricainter.com/2011/09/21/le-notti-becere-di-nicola/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook&utm_campaign=fabbricainter )