CAZZO CREDEVI, PIRLA…

ROMA-INTER 4-0

La citazione non può che essere “eliana”, vista la seriosità della questione.

Si incontrano due squadre reduci da 1 punto in 2 partite, ed una delle due risorgerà a discapito dell’altra: secondo voi quale delle due avrà la maglia a strisce nerazzurre? Ovviamente ora tutta Italia si inchina al progggetto di Luis Enrique, un invasato che cazzia il suo portiere quando rinvia lungo sul pressing degli attaccanti avversari (dite quel che volete, uno che fa così per me è un coglione); occorrerebbe far presente a lor signori che segnare 4 gol ad un’Inter così disastrata non è purtroppo una grande impresa, specie se i nerazzurri continuano a difendere il passivo fino al 90’, con risultati perfettibili, visto il risultato finale. Giocare così equivale a metter la testa sulla ghigliottina e dire al boia “quando vuole“.

La formazione di Ser Claudio è obbligata negli uomini (mancando la totalità dei centrocampisti di attacco), ma non certo nell’atteggiamento. Che Milito e Pazzini rischino di restare isolati a 40 metri dai compagni lo capisce chiunque leggendo i nomi degli 11 in campo: a quel punto quel che un qualunque sano di mente avrebbe cercato di fare sarebbe stato chiedere a Milito di fare da pendolo tra centrocampo ed attacco, e piazzare al tempo stesso Cambiasso vertice alto del rombo, memore dei trascorsi corsari degli anni passati, con decine di gol fatte “a rimorchio”. Manco pe’ggnente, dicono dalle parti della Gabidale. E infatti la Roma inizia come finisce: spingendo a tutta e facendo girar palla come nei giorni belli. L’1-0 è gentile concessione delle belle statuine della nostra difesa che su corner lasciano saltare Juan (di Italia Uno) solo soletto ad incornare il vantaggio giallorosso. Prendere gol su calcio d’angolo avendo gente come Samuel, Lucio, Maicon e Pazzini a saltare di testa contro Juan e Heinze (gli altri giallorossi sono membri ad honorem della banda bassotti) è già di per sé irritante per non dir di peggio, ma in tema di cagate in serie i nostri hanno appena cominciato.

E infatti si prosegue nella contemplazione del nostro niente (qui cito il Melandri) difendendo un assurdo 1-0 con la sola conseguenza di lasciare ancor più campo a loro, che non si fanno pregare e che a fine primo tempo lanciano Borini, ennesimo nano malefico che vivrà una carriera tra alti e bassi, ed i cui alti coincideranno quasi sempre con incroci a tinte nerazzurre: il novello Di Michele si permette il lusso di far sedere Samuel e di uccellare Julio Cesar, chiudendo di fatto la partita (se mai si fosse aperta) al 42’ del primo tempo.

Ma qui arriva il meglio: come porre rimedio a 45’ di nulla (se si eccettua una cavalcata gloriosa e solitaria di Milito, che dopo averne saltati 3 piazza la palla tra le braccia del portiere)? Semplice, togliendo una punta per l’ennesimo mediano. Tutti ipoitizzano un problema fisico per il Pazzo, non spiegandosi altrimenti il cambio Pazzini-Poli, ma il Mister ci dirà che la scelta è stata proprio tattica, perché loro (che giocano col 4-3-3) a centrocampo erano in due più di noi (che eravamo staticamente schierati con un 4-4-2). Misteri della fede e dell’aritmetica, ma in ogni caso i risultati non tardano ad arrivare: forse per saltare l’agguerritissimo centrocampo nerazzurro, Juan (ancora lui) fa un lancio da 40 metri a saltare la metà campo e pesca Borini (ancora lui) tenuto in gioco da Lucio: il gigante brasiliano è 20 cm e 20 kg più grosso del romanista, eppure nel contrasto è il nostro a volare via e lasciare il nano malefico libero di impallinare JC per la terza volta. La tentazione di spegnere tutto e dedicarmi ad altri passatempi è forte, ma quella sorta di masochistica cocciutaggine che e la fede calcistica mi tengono inchiodato ed inebetito ad osservare la pochezza di una squadra che non sa proprio cos’altro fare, se non aspettare di prendere il prossimo gol. La Roma dà la concreta sensazione di non voler infierire oltre, e per una buona mezzora la partita vivacchia con il loro tranquillo possesso palla, che i nostri si guardano bene dall’interrompere. Tutto langue fino a una manciata di minuti dal termine, quando il neo entrato Bojan riceve dalla sinistra e, solo contro 4 idioti di nerazzurro vestiti, si fa largo indisturbato e piazza il poker. Per umana pietà arriva il fischio finale e l’ennesimo Lazzaro resuscitato dai nostri può gioire per la meritatissima giornata di gloria.

Noi e la Roma, seppur distantissimi come tipologia di gioco, faremo un campionato simile (brilli estemporanei e nefandezze… perpetue… continue, insomma Giovanna , Alessandro e Stefano mettetevi d’accordo e ditemi che cazzo vi diceva Fiumi chè è troppo bella per essere citata ad minchiam): in altre parole, prendete con le pinze le lodi sperticate al succitato proggetto, che per ora è capace di produrre, a 4 giorni di distanza, sconfitte a Cagliari e partitoni contro l’Inter.

Prendete invece alla lettera le critiche quasi incredule all’Inter, perché non si può giocare male e continuare peggio, con una gestione dei cambi scellerata (a proposito, all’intervallo era uscito anche Samuel e lì mi puzza proprio di problema fisico…) ed una mentalità inutilmente attendista.

Ser Claudio ha fatto cagate in serie, ieri e mercoledì col Palermo. Non vorrei dover rivedere il giudizio moderatamente positivo di “normalizzatore”…

 

LE ALTRE

Decidete voi se è una beffa o un pericolo scampato il fatto che le 4 che ci precedono in classifica non vincano: Milan e Juve pareggiano in casa, mentre Lazio e Udinese perdono. Il che vuol dire che con una vittoria mercoledì e due pareggi a Lecce e Roma (non proprio un ritmo impressionante) avremmo 4 punti in più, e saremmo alle soglie del terzo posto. Invece manteniamo la 5° posizione, con la Roma che dovendo recuperare una partita potrebbe anche superarci, e con il Napoli che gioca a ciapa no come noi, non approfittando dell’ultimo quarto d’ora contro un Milan in 10 senza Ibra. Apprendo incredulo di un rigore non dato alla Juve, ma non può che essere la solita propaganda…

 

E’ COMPLOTTO

Potrete immaginare i peana e lo sdilinquimento della redazione sportiva di Sky davanti alla quaterna giallorossa contro l’Inter: D’Amico, Mangiante, Assogna, pure Paventi che segue l’Inter: un esercito di romani e/o romanisti che hanno sempre mal sopportato i trionfi nerazzurri degli anni scorsi, e che ora invece non credono ai propri occhi: tutto giusto, se fossero dei tifosi. Niente di più sbagliato, visto che sono pagati per essere imparziali (almeno spero). Questa gentaglia rivolge a quel cane di Ranieri domande del tipo “com’è possibile che una squadra in pochi giorni passi da 7 vittorie di fila a sconfitte come questa? Non è normale…” senza ricordare che proprio la squadra che l’ha battuta combatte da inizio campionato con alti e bassi clamorosi. Ecco dimostrata la malafede di certa gente.

Ma ne ho prese 4 e stavolta sono io a dover rosicare, come direbbe De Rossi. E io rosico, non ho problemi. Faccio solo in tempo ad aggiungere Mazzarri al club di quelli che “col Milan è meglio non lamentarsi”: splendido quando ammette di non aver notato nulla dalla panchina al momento del ceffone di Ibra, e quasi da libro Cuore quando confessa che, anche a vederlo in TV, il tutto a suo parere non giustificava il cartellino rosso. Disgustomatico!

 

WEST HAM

Dopo una ignobile sconfitta infrasettimanale, vinciamo il derby contro il Milwall per 2-1: riesco anche a vederne un pezzo, compreso il finale, in cui piazzo Pancho davanti allo schermo per fargli sentire “Bubbles”, mentre Upton Park si riempie di bolle di sapone. So’ soddisfazioni (almeno lì…).

Dopo i Leoni di Highbury, i somari dell'Olimpico

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