INTER-NOVARA 0-1
Se è vero come è vero che nel calcio quel che contano sono i risultati, allora il titolo (con relativa foto) di questa sbrodola dovrebbe essere affissa fuori dalla Pinetina e dalle abitazioni dei nerazzurri tutti.
La squadra colleziona la bellezza di 1 punto nelle ultime 4 partite, riuscendo se possibile a peggiorare la pagella di domenica scorsa, (poker subito a Roma), perdendo in casa con l’ultima in classifica che già ci aveva battuto all’andata, in quella che -ingenui!- allora si pensava dovesse essere il picco più basso della stagione. Si spera quanto meno che stavolta gli imbattibili piemontesi si limitino al successo sul campo, senza l’effetto collaterale ed involontario di causare il cambio in panchina (la fatal Novara era costata il posto a Gasp).
Ribadisco che la inaccettabilità del risultato fa passare non in secondo ma in terzo piano qualsiasi altra considerazione circa il come questa sconfitta sia arrivata.
Semplicemente non si ha il diritto di prendersela con traverse, arbitri, sfighe varie ed assortite. Col Novara in casa si deve vincere, ancor di più se arriva da una figuraccia come la partita dell’Olimpico. Eccheccazzo.
Fatta la pacata premessa, provo a raccontare in estrema sintesi che cosa i miei poveri occhi hanno dovuto sorbirsi, senza che la mia altrettanto misera bocca potesse commentare adeguatamente, stante la vicinanza di Panchito. Ranieri ritrova Sneijder e sostanzialmente gli dice di fare il cazzo che gli pare: siamo in sostanza nelle mani e nei piedi di un mestruato. E infatti Wesley, dei 20 tiri scagliati verso la porta del Novara, si rende autore di una buona metà degli stessi, arrivando ad aggiustare (quasi) la mira solo al minuto 89’, quando timbra la traversa di cui sopra. Prima di ciò una dozzina di occasioni in cui il nostro, come detto, si intestardisce nell’azione personale anziché cercare l’uomo in area. C’è da dire che il Novara, ad immagine e somiglianza del buon vecchio Mondonico, in area ci staziona con 8 o 9 dei suoi effettivi, e che quindi in ogni caso il risultato avrebbe potuto sbloccarsi solo con una giocata episodica o casuale. Cosa che nel primo tempo pareva concretizzarsi allorquando in area Poli –il migliore finché è rimasto in campo- veniva letteralmente falciato in maniera tanto plateale quanto ingenua da tal Garcia. Un rigore solare, che tutti vedevano tranne l’unica persona che sarebbe stato opportuno lo vedesse: quel cornuto dell’arbitro.
Ma, come detto, non è partita in cui ci si possa attaccare ad altri che non siano i nostri ragazzuoli.
Ed infatti, proprio quando nella ripresa entravano prima Pazzini e poi Forlan, a disegnare un 4-2-3-1 che nelle intenzioni dovrebbe rimembrare i vecchi fasti, quell’essere immondo che risponde al nome di Andrea (S)Caracciolo, un’onesta carriera in Serie A ed una buona decina di gol contro l’Inter (spazio per parolaccia a piacere ), si inventa un sinistro a giro da fuori area che beffa Julio Cesar e che i nostri non saranno in grado di recuperare nella mezz’ora abbondante a disposizione.
Non c’è nulla da aggiungere alla solfa complessiva di questa squadra: chi si stupisce delle sette vittorie seguite da 4 sconfitte e un pari capisce poco di Inter e di calcio: i nostri sono “umorali” nel DNA; la squadra è fatta in gran parte da ex campioni che sul breve termine possono ancora farsi valere, ma che fisiologicamente pagano gli sforzi fatti nella rincorsa a cavallo di Natale. Il terzo posto sarà possibile ma lontano per qualche mese ancora, stante la velocità da crociera di chi ci precede. Occorrerà preparare di nuovo il defibrillatore e sperare che la carica a 300 faccia il suo dovere per qualche altra settimanella…
LE ALTRE
Turno balordo dovuto al maltempo, che di fatto tiene ferme o fa slittare metà delle partite in programma: tra quelli che giocano, la Lazio fa quella che io reputo la partita perfetta (da 0-2 a 3-2 in casa con un uomo in meno: il massimo della goduria, dopo sei talmente gasato che potresti battere Tyson a braccio di ferro), mentre l’Udinese prima (si) illude malmenando il Milan per una buona ora, e poi si scioglie sotto i colpi di Maxi Lopez e del faraone El Sharaawi che violano per la prima volta il Friuli in stagione. Aldilà delle lotte intestine, siamo alle solite: la sconfitta dell’Udinese sarebbe anche manna dal cielo, se qualcuno desse ancora segni di vita…
E’ COMPLOTTO
Mi metto in silenzio stampa e quindi non posso raccontare nulla di quanto detto dopo il match. Oltretutto, anche la cattiveria più infame sarebbe probabilmente stata sottoscritta da chi scrive. Dopo aver appreso della presenza del gufo nero Causio avevo anche virato sulla telecronaca partigiana di Scarpini, sperando si sentirlo perdere voce e ragione nel suo ormai caro e lontano nel tempo “ègolègolègol”.
Posso quindi aggiornare il mio archivio con un paio di perle settimanali, la prima delle quali è a firma Sconcerti. Il soggetto commenta le motivazioni della sentenza di Calciopoli riuscendo nel triplo carpiato di criticare sia la Juve che l’Inter per l’intera vicenda, e sottolineando anzi come l’assenza di colpa del club gobbo, emersa in sede penale, palesasse secondo il nostro un eccesso di pena nei suoi confronti allorquando in sede sportiva venne retrocessa in B con penalizzazione. Il tutto -si ricordi- dopo patteggiamento. Il tutto tra un “non sono un esperto”, “non vorrei dare giudizi da incompetente” e compagnia bella.
Non mi aspettavo nulla di meglio dal nostro, ed infatti è arrivata puntuale la conferma.
Ma la cosa che mi ha fatto incainare forse ancor più della sconfitta di oggi è stata un’intervista fatta da tal Stefano Boldrini della Gazza a quel latin lover (per non dir di peggio) di Gullit sulla Gazzetta. Una delle domande sulla nostra Serie A era preceduta dal seguente cappello: il Campionato è tornato alla normalità: duello Juve-Milan.
La voglia di restaurazione e di normalizzazione sprizza da tutti i pori e gli orifizi di questa gentaglia, che vuole al più presto dimenticare dei 5 (dicansi 5, eguagliato record di Juve anni ’30 e Grande Torino) scudetti consecutivi vinti dall’Inter di Mancini e Mourinho. No,”si è tornati alla normalità“, come dopo lo scudetto del Verona dell’85 o della Samp del ’91. A nulla vale l’aggiunta che questa cosiddetta “normalità” sia stata il frutto malato di patti e scelte scellerate all’insegna di quanto più lontano ci sia dalla sana e sportiva competizione tra rivali.
Ma vallo a dire a certa gente, che grazie a questo sterco ci campa…
WEST HAM
La trasferta di Peterbourgh è annullata per impraticabilità del campo.