EVERYTHING IN ITS RIGHT PLACE

CATANIA-INTER 2-3

Così come all’andata sono in gita di piacere (allora Firenze, ora Berlino) ed il precedente è scaramanticamente azzeccato. Parto infatti dall’Italia con poche ma granitiche certezze: 1) passerò tre giorni a parlare come Sturmtruppen (cazzen, è tarden! andiamo a mangiaren?) ; 2) ammorberò mia moglie imitando l’urlo di Zio Bergomi nel 2006 (“Andiamo a Berlino!!”); 3) col Catania non vale neanche la pena di guardarla, chè tanto pigliamo mazzate.

I messaggi ricevuti via cellulare all’inizio mi davano tristemente ragione, ma il terzo “buuuuzzzz” proveniente dal giaccone cambiava qualcosa. Mentre estraevo il blebberri pensavo a voce alta “Ecco il terzo fischione del Papu Gomez”, e invece i miei occhi increduli leggevano “Alvarez al 6° s.t.”. Non potevo fare a meno di rispondere citando beffardamente l’ottimismo fideistico di Scarpini* in simili occasioni, e cioè “Andiamo a vincerla!”. Il 99% di me ragionava esattamente come il Paul di Febbre a 90° (“fanno il gol solo per farci sperare  ancora e poi pigliano il 3-1 in contropiede”) mentre l’1% di me pensava alle bellissime rimonte da 2-0 a 3-2, cui pure Nick Hornby ha dedicato pagine godibilissime.

Mentre un taxista più lento del succitato Alvarez riusciva nella titanica impresa di raggiungere l’aeroporto in tempo per il nostro volo, il Trenza decideva che era ora di pareggio. E se lì il mio self control riusciva in qualche maniera ad avere il sopravvento, nulla poteva quando, ormai stanco e soddisfatto per un pareggio raggiunto in rimonta, controllavo distratto un’ultima volta il cellulare prima di salire a bordo: il commento da cavernicolo “E Andiamo!!”, garbatamente espresso con voce roca e rotta dalla tensione, era sagace e puntuale al punto da far sospendere per un qualche secondo di imbarazzato terrore il quartetto di pubescenti ispanici armati di Ukulele che stava allietando l’attesa di noi passeggeri.

Non posso ovviamente dilungarmi in disamine tattiche, se non di riporto: par di capire che, con Stankovic presente, la squadra abbia avuto almeno un piede pensante sui 22 in campo. Piedi che diventavano tre con l’ingresso del Cuchu (dico tre dopo aver visto la volée –di destro- finita fuori di un cm nel convulso finale).  In compenso Alvarez, nonostante il gol di testa, resta un oggetto fallato, non essendo possibile per un giocatore di Serie A (ma nemmeno di Seconda Categoria) non tirare dal limite dell’area con la porta spalancata davanti, solo perché la palla non è sul tuo piede preferito. Poi la boccia può colpire l’omino delle bibite in curva, ma –Cristo– devi tirare! Propongo la crocifissione in spogliatoio, pena dalla quale invece dispenso Juan Jesus, molto più che ingenuo nel primo gol ma patrimonio da sgrezzare e su cui lavorare: fisico e piede non mancano, occorre qualcuno che gli insegni l’intelligenza (hai detto niente…).

L’analisi complessiva vede una squadra di psicolabili, numericamente e qualitativamente appena sufficienti per raggiungere la decenza, nella quale un giocatore tra il buono e l’ottimo come Palacio riluce manco fosse il miglior Messi. Ottimo il Trenza, ci mancherebbe altro, ma resta il fatto che dipendiamo dalla sua forma e dagli estri da Cassano, come visto non sempre controllabili.

Giovedì temo mazzate ancor peggiori dei presagi di ieri, con una gita a White Hart Lane e con Bale&Co. pronti alla festa.

LE ALTRE

Juve e Napoli si fanno male solo a manate e cazzotti (vedasi Cavani e Chiellini) ma per il resto chiudono con un pareggio che fa molto più comodo agli ospiti che ai padroni di casa. I quali peraltro devono iniziare a guardarsi alle spalle: culo e arbitri possono molto più di quanto non si creda, e se le strisce della maglia sono quelle giuste capita di giocare 75’ su 90 in vantaggio e con un uomo in più (Rizzoli “una carezza in un pugno” docet).

Detto ciò, Roma e Fiorentina vincono pur soffrendo e la caccia al terzo posto si conferma assai affollata. Ricordo, più per sfizio che per reale speranza, che arrivando a pari merito col Milan, saremmo davanti noi. So che sembra incredibile, ma i Meravigliuosi sono solo a un punto di distanza da questa massa di rebambiti che tanto forte ci fa battere il cuoricione.

E’ COMPLOTTO

Avendo appreso solo in terra teutonica della nuova Cassanata, non posso che abbozzare e sostenere una volta di più il mio allenatore che (molto meglio del mio Presidente) ha commentato la notizia ponendo l’accento non sulla cosa in sé (cose così negli spogliatoi ne succedono ovunque e da sempre) quanto sulla fuga di notizie, ennesima conferma dell’eccessiva permeabilità dello spogliatoio nerazzurro, nel quale evidentemente  “qualcuno non vuole il bene dell’Inter” per dirla col Mister. La critica per una volta non va certo ai giornalisti, che vanno a caccia di notizie e in buona sostanza fanno il loro lavoro, ma proprio ai nostri che, evidentemente, ancora non hanno capito che è proprio da atteggiamenti del genere che nasce quel (poco) rispetto per la nostra società, che può tranquillamente essere usata come scendiletto senza timore di reazione alcuna.

E se a ciò aggiungiamo il totale fraintendimento del Signor Massimo (che non punta il dito contro “il giuda”, ma sul fatto che “è proprio la lite che non deve succedere”), capiamo quanto l’essenza del problema continui a sfuggire ai piani alti dell’illuminata dirigenza. Che poi il Pres finisca per assolvere Cassano, dandogli dell’artista e in una certa qual misura perdonando a lui ciò che ad altri non sarebbe permesso, la frittatina è fatta: ennesima occasione per sostenere il nostro allenatore agli occhi della squadra buttata nel cesso, ed ennesimo assist alla marmaglia mediatica per poter ricamare sul Moratti troppo buono, troppo “papà” coi giocatori e troppo poco vicino ai suoi allenatori.

Ma le mie caste orecchie, ed i miei stanchi occhi, hanno anche dovuto –o, forse masochisticamente, voluto- sorbirsi la presenza del Geometra Galliani alla Domenica Sportiva, a cui mancava poco che tutti i presenti baciassero la mano inginocchiandosi sui ceci, tale era la riverenza data … senza nemmeno essere a Mediaset!

Ecco a cosa ha portato il Berlusconismo ed il conflitto di interessi mai affrontato in Italia: al fatto che un dirigente calcistico di dubbie capacità, ma circondato da un’aura mediatica iperglicemica, venga trattato come Dio in terra dalla rete televisiva che teoricamente dovrebbe essere diretta concorrente dell’impero mediatico casualmente detenuto dal presidente del geometra in questione.

Non è nemmeno più prostituzione intellettuale dato che, come già dicevo poco tempo fa, quella almeno comporterebbe una dazione in danaro o altra utilità. Qui si “lecca” a prescindere, un po’ perché così fan tutti, un po’ perché non si sa mai, finendo per far fare la figura del modesto e dell’uomo di buon senso proprio al creatore di cagate tipo “Creste Rossonere”, “Club più titolato al mondo” o “Quattro due e fantasia”.

Tornando a bomba: tema della serata, il settore giovanile del Milan (aridaje!), reduce dai fasti del Torneo di Viareggio (finale persa per 3-0 contro l’Anderlecht). Splendido Zio Fester quando risponde al Civoli adorante (ma Civoli una volta non era interista?) di aver fatto di necessità virtù col settore giovanile, stante il Fair Play finanziario, e di non sapere se la loro esperienza con il Settore giovanile potesse essere da esempio per gli altri Top Team italiani. Anguilloso quando fa fare agli altri il lavoro sporco di adombrare dubbi sull’età dei rivali belgi “che in effetti sembravano degli uomini fatti e finiti, ma non ci sono le prove quindi non si può dire niente” (ma intanto è stato detto…) e infine vomitevole, in buona compagnia s’intende, quando annuncia urbi et orbi ciò che va cianciando da due settimane, e cioè che Allegri sarà il supervisore di tutti gli allenatori delle giovanili, i quali dovranno seguirne il modulo ed i metodi di allenamento, senza che nessuno osi dire “sì questo lo sapevamo”.

Anzi, proprio Civoli si sorprende, ripetendo più volte “Beh ma questa è una notizia! Ci sta dando una notizia!”. .. e io, vecchio illuso, che pensavo che il cuore nerazzurro di Civoli se ne venisse fuori con la frecciatina del tipo “Chissà come sarà contento Inzaghi, allenatore degli Allievi, di dover prendere ordini da Allegri”. Invece tutti zitti e proni, con il solo Gene Gnocchi a buttar lì la battuta  al giovane del Milan (premiato come miglior giocatore a Viareggio) che aveva incautamente apostrofato il geometra come “Signor Galliani”: “Guarda che lui è il DOTTOR Galliani” è rimbombato nello studio, in un silenzio orrendo, senza che nessuno dicesse niente, e con Zio Fester a fare il finto modesto , della serie chiamami pure come vuoi che per me è lo stesso… con la piccola differenza che lui Dottore non lo è… Dettagli, of course.

WEST HAM

Sbanchiamo il Britannia Stadium , vincendo 1-0 con lo Stoke City e raggiungendoli in classifica al decimo posto. Up the Hammers!

Vittoria di Trenza

Vittoria di Trenza

* Io che calcisticamente sono un pessimista nato, non sopporto questa fiducia evidentemente mal riposta da Robertone Scarpini nei nostri labili giocatori. Per gli auspici andati a buon fine in un Inter-Samp, un Inter-Palermo o un Catania-Inter, in 10 anni di radiocronache l’ho sentito toppare ennemila volte gli scongiuri di rimonta. Celebre, e il Signor Carlo lo ricorderà, l’urlo disumano dopo il gol dell’1-4 segnato da Recoba a Parma in un quarto di finale di Coppa Italia: “Gol! Riaperta!! E adesso facciamo il 4-2 e al ritorno a San Siro vinciamo 2-0 e passiamo il turno!!!”. Per la cronaca, l’andata finì 6-1 e al ritorno il pullman dell’Inter venne colpito da una molotov (http://www.repubblica.it/online/sport/coppauno/molotov/molotov.html ).

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