INTER-JUVENTUS 1-1
Titolo orrendo. Lo so. Parola orrenda, del resto, participio passato aggettivato con lo scappellamento a destra. Ma più guardavo la partita più il malefico lemma mi ronzava in testa, e chi mi conosce sa che se c’è una minchiata che gira per l’aere non me la faccio certo scappare.
Anzi, rispetto al solito ho anche salvato la quiete domestica, non mettendomi a ripetere incessantemente la cagata di turno (ask Giovanna for more information).
In ogni caso, i ragazzi hanno fatto la loro porca figura contro quella che rimane –tocca dirlo- la miglior squadra italiana post quinquennio d’oro. Nel pre-partita i commentatori pongono l’attenzione sulle due formazioni, schierate “a specchio”, prefigurando quindi molti duelli uomo-contro-uomo. Inevitabili quindi i paragoni: meglio Guarin o Vidal? Handanovic o Buffon? Tevez o Palacio? Tutti propendono per i bianconeri, e non riesco a dar loro torto.
Eppure.
Eppure i nostri per un’ora e mezza tengono testa alla squadra con 29 scudetti, con Campagnaro uno e trino a disimpegnarsi come marcatore, laterale in sovrapposizione a Johnny Guitar e mediano aggiunto a Cambiasso. Guarin deambula per tutto il primo tempo senza costrutto sbagliando parecchi appoggi, mentre Taider è una bella scoperta: taglia e cuce che neanche una sartina cinese, e per di più usando due piedi! Il tutto in attesa che Kovacic dia il meglio di sé. Il Cuchu fa il suo, sempre più immedesimato nel ruolo di ghisa davanti alla difesa, sempre meno dinamico ma non per questo meno efficace.
Palacio si fa il classico mazzo quadro: poverino, lo vedi che non è centravanti, e appena può si allarga sulle fasce lasciando il vuoto cosmico in mezzo all’area, ma è una presenza costante e fastidiosa per la difesa gobba. Alvarezza carbura lento ma ricalca le precedenti (e positive) prestazioni. Meglio quando sta al centro di quando si defila sulla fascia: tutto mancino, quando sta largo diventa molto prevedibile, potendo andare da una parte sola.
La partita è effettivamente molto tattica, con pochi sussulti: Nagatiello va vicino a fare 3 su 3 in campionato, girando di sinistro su un cross deviato e chiamando Buffon alla prima parata del match.
Dall’altra parte, Pirlo azzecca uno dei pochi lanci della serata imbeccando Pogba che tocca piano addosso a Handanovic, mentre un Vidal in versione fair play ammette di aver toccato di mano in area nerazzurra, prima di essere abbattuto da Taider: temo ritorsioni ai danni del cileno nel pugnace spogliatoio bianconero. Il nostro franco algerino si fa perdonare l’entrata potenzialmente nefasta entrando in area avversaria e sparando un sinistro sul primo palo deviato di piede da Buffon, quando tutti ormai si aspettavano il cross.
Meglio la ripresa dei ragazzi, meno bloccati e più sicuri di loro stessi: Mazzarri ci mette del suo, azzardando la seconda punta (Icardi) al posto del valido Taider. Grande visione prospettica ( o più prosaicamente solenne botta di culo), 4 minuti dopo passiamo in vantaggio: Guarin sbaglia la verticalizzazione servendo Chiellini al posto di Alvarez, ma il nostro è ormai un satanasso quando si tratta di sradicare palloni agli avversari. Detto fatto, Ricky Maravilla si invola e imbecca il giovane connazionale che, al primo pallone giocato, buca Gigione nazionale per l’1-0 sotto la Nord.
Purtroppo, nemmeno il tempo di farcelo venir duro (scusate la finezza) che combiniamo il frittatone. Asamoah scende avido di gloria sulla fascia e Jonathan, ancor più avido di lui, non volendosi limitare a spazzare in corner cerca di togliergli la palla e ripartire. Sfiga: il contrasto premia il bianconero, che la mette in mezzo, con Campagnaro che riesce solo a sfiorare la palla di quel tanto che serve a Vidal per accomodarsela con l’esterno destro e farla sibilare a fil di palo alla spalle di un incolpevole Handanovic. Tutto in 80 secondi, con tanto di amico juventino che parcheggia sotto casa mia e spegne l’autoradio sullo 0-0 e suona il campanello di casa sull’1-1.
Da lì in poi, per gli ultimi 10 minuti, l’Inter accusa il colpo, forse avendo pregustato in anticipo la vittoria, ed una Juve un po’ più precisa avrebbe potuto anche vincere (per quanto immeritatamente). Ho letteralmente visto la mia vita scorrere sullo schermo nei due secondi passati tra la respinta di Handanovic su Vidal e la ciabattata di Isla a colpire l’omino delle bibite in gradinata. Dal suo ingresso in campo nella ripresa ho temuto l’uccello padulo del cileno inseguito per tutta estate dai nostri, pregustandomi il saporaccio beffardo di commenti all’insegna del “proprio lui”, “rivincita personale”, “il calcio è strano”.
Finisce invece 1-1, con “Mazzarri che davvero è entrato nella testa dei suoi giocatori”.
Rapido sguardo d’intesa con l’amico gobbo e replica all’unisono : “Nel caso di Guarin avrà trovato tanto di quello spazio da arredarci un trilocale!”.
LE ALTRE
Vince e svetta a punteggio pieno il Napoli, con la maglia più disgustomatica nella ultracentenaria storia di questo sport: sarò sensibiluccio sul tema, ma come cazzo ti viene in mente di fare una maglia da calcio in stile militare?? Ad ogni modo, i risultati sul campo sono inversamente proporzionali alla maglietta di cui sopra: tanto turn over in vista della Champions, ma poi entra Hamsik e il 2-0 all’Atalanta è cosa fatta.
Il Milan sgraffigna un pari a Torino in pieno Milanello Style: non siamo ai livelli della rimessa laterale non restituita a Bergamo di sacchiana memoria, ma affrettarsi a battere una rimessa laterale approfittando dell’uomo a terra –e oltretutto rivendicarlo quasi con orgoglio, come fatto da Allegri nel dopogara- è davvero da Milanello Bianco. Poi il rigore c’è, per carità, e via con gli elogi a Balotelli che i rigori non li sbaglia mai. Mister Ventura, compagno di vacanza, è incainato nero con gli arbitri ed ha tutte le ragioni di questo mondo. Non cita il Milan nelle sue querimonie, e forse ha ragione: come fai a pretendere il fair play da certa gente?
La Fiore cicca in casa facendosi raggiungere dal Cagliari negli ultimi minuti e rischiando di perdere Gomez per qualche tempo (ginocchio ko).
Splendido il derby vinto dal Grifo: 3 fischioni a una Doria nemmeno pessima. Bellissimi i tre gol, addirittura col “Giovane” Antonini ad aprire le danze in avvio e ringraziare diligentemente il Milan nelle interviste del dopo partita. Una grande famiglia.
E’ COMPLOTTO
Lo sbandieratissimo ritorno di Kakà, come previsto, ha lasciato una lumacata di miele sulle due settimane di sosta-campionato, a partire dal brasiliano “travolto” dall’affetto dei fan al suo arrivo a Linate. Lo stesso titolo (fonte: Ansa http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2013/09/02/Milan-Kaka-travolto-affetto-tifosi_9233294.html) precisava che erano presenti “circa duecento tifosi”. Minchia, fossero stati mille ci rimaneva secco!
Sul mediocre esordio in campionato di AiBilongTuGisas silenzio su tutta la linea, così come sulla cervellotica scelta di tornare al 4-3-1-2, vendendo Boateng e sbugiardando quel 4-3-3 che solo l’anno scorso aveva portato il Geometra Galliani a pavoneggiarsi, con la favoletta di tutte le squadre giovanili del Milan ad adottare lo stesso modulo della prima squadra: ricordate la favoletta della Cantera Rossonera?
Del resto la sapiente manipolazione mediatica dei cugini offre conferme settimanali quando non quotidiane. In quegli stessi giorni, le squadre che partecipano alle Coppe presentano le liste dei propri tesserati alla UEFA. Similmente a quanto fatto dall’Inter un paio di anni fa con Forlan, il Milan fa la cazzata lasciando fuori Niang, per un errore nella compilazione delle liste stesse.
Ecco che scatta il riflesso condizionato del complottista atavico, memore delle (sacrosante) legnate rivolte dai media alla dirigenza nerazzurra colpevole di un tale papocchio. Cosa diranno adesso?
La rosea risposta la trovate qui sotto.
WEST HAM
Buon punto esterno contro il Southampton: decimi su venti. Regolari come un ragioniere.