JE TE VURRIA VASA’

SASSUOLO-INTER 0-7

Partita quasi imbarazzante da commentare.

Eppure qualche spunto, anche alquanto gustoso, lo si ricava. Non posso che iniziare ghignando per la scoppola presa dal Presidente Squinzi, amatissimo alle mie latitudini fin dagli anni ’90 e salito ulteriormente nella personalissima classifica “simpatia Zeman” dopo aver svelato la sua passione rossonera e la morbosa speranza di accompagnare l’esordio nella massima serie del suo Sassuolo con una bella vittoria sull’Inter.

Lascio una riga affinchè ognuno di noi possa regalare qualche pensierino al suddetto.

Il match in sé ha assai poco da raccontare, se non di una squadra al momento palesemente inadeguata per la Serie A, come già il Pescara l’anno scorso -a dimostrazione che la Serie A a 20 squadre produce anche spettacoli sportivamente obbrobriosi come questo-  ed un’altra invece concentrata fino all’ultimo secondo, spietata in avanti e attenta in difesa.

Tutto gira bene per i nostri, con Nagatiello a sprintare sulla sinistra e mettere in mezzo per l’1-0 di Palacio dopo soli 7 minuti. A ciò seguiranno –seppur costellati di dubbi fuorigioco in un paio di casi- il primo gol nerazzurro di Taider, un’autorete da lui stesso provocata, il comodo tap-in di Alvarez, il sinistro a giro del Cuchu Cambiasso inframmezzato dalla splendida doppietta del redivivo Principe Milito. Il nostro torna ad assaggiare il campo nel corso della ripresa, tra gli applausi generali: da quel momento –non serve nemmeno dirlo- parte la nuova sfida domenicale: farlo tornare al gol.

Il ragazzo si presenta dopo pochi minuti con un diagonale largo di qualche metro, ma ha modo di rifarsi poco dopo, grazie al dribbling ubriacante di un Alvarez nuovamente tra i migliori (da censura solo la sottomaglia “Dios te amo”), che ripete per due volte la stessa finta ai danni del malcapitato di turno, sbeffeggiandolo al confine dell’area piccola e servendo palla per la zampata sotto porta del Principe. Portiere anticipato e boccia in buca.

E’ lì che, a mio parere, si vede l’immagine più bella della giornata: non tanto per la giusta e comprensibile festa dei compagni intorno al loro bomber ritrovato, ma per la scena che si presenta a favor di telecamera nella gradinata nerazzurra, popolata as usual da raffinati filosofi e fini pensatori contemporanei.  Tra i tanti ominidi a petto nudo a celebrare la rete con la sobrietà adatta alla circostanza, ce n’è uno che, incrociando evidentemente lo sguardo del Principe esultante, non trova di meglio che unire le mani alla bocca e mandargli un bacio come si farebbe con un parente prossimo (potete ammirare il Ducaconte a torso nudo e ray-ban  al min. 4.45, seminascosto tra Guarin e Cambiasso http://www.youtube.com/watch?v=5_POeNZAupY). E qui fatevi una dose di insulina, perché parte la zuccherosa poesia del calcio, capace di vedere motorini rotolare dal terzo anello ma al tempo stesso di provocare gesti tanto istintivi da sembrare ingenui e perfino delicati. Non posso non citare Nick Hornby quando, in Febbre a 90°, afferma che tifare una squadra è come entrare in una grande famiglia, con la differenza che, in quella famiglia, tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose . E quindi mi immagino il figuro di cui sopra abbandonare moglie e figli in una domenica di fine estate liquidando la sua assenza con un poco credibile “vado perché il Principe oggi ha bisogno di me”.

Tornando alle questioni tènnniche, confermo la mia compiaciuta sorpresa nel vedere la squadra bella tosta e quadrata per tutti i 90’, anche in una partita senza storia. Cresce di pari passo la curiosità di vedere come il Mister varierà la formazione al crescere di condizione del succitato Principe e del giovane Kovacic.

Le alternative da metacampo in su sono tante, e tutte più sparagnine dell’attuale 3-5-1-1: teoricamente si potrebbe arrivare ad avere un centrocampo con Kovacic, Guarin e Alvarez, con Milito e Palacio davanti. Eccessivo, ne convengo, stante lo “zero” a campeggiare sul cartello “filtro a centrocampo”.  Più probabile la compresenza delle due punte argentine  con uno tra Guarin e Alvarez seduto in panca (in questo momento non c’è storia: gioca Alvarezza e il Guaro sta a guardare) e due tra Kovacic, Cambiasso e Taider a irrobustire la mediana. Margine di manovra insomma ce n’è.  Per il momento, togliamoci dalla testa –e in fretta- la scorpacciata di tigelle e gnocco fritto e prepariamoci per menu ben più cazzuti: giovedì sera Fiorentina per cena!

LE ALTRE

La Juve ha nuovamente bisogno di uno schiaffo (dal Verona) per svegliarsi e raddrizzare la partita, andando però stavolta oltre il pareggio immediato con uno splendido Tevez, e completando la rimonta con la prima capocciata di Llorente.  La Roma si aggiudica il Derby meritandosi il primato in classifica e raggiungendo il primo obiettivo stagionale, all’insegna del provincialismo oltranzista, secondo cui vincere i due Derby vale comunque la stagggione. L’altra capolista, il Napoli, regola Balotelli (l’unico a giocare degli 11 rossoneri in campo) per 2-1, costringendo il bresciano a sbagliare il primo rigore della sua carriera e scavando un fossato di 8 punti (dopo 4 giornate) tra la testa della classifica e i cugini. Occhio però: anche l’anno scorso avevano iniziato così, e come ben sappiamo con un rigore a partita si può andar molto lontano.

E’ COMPLOTTO

Inevitabile continuare con la disamina di Napoli-Milan da un punto di vista mediatico:  Stantìo e alle soglie del ridicolo Compagnoni che su Sky ricorda, ormai più volte a partita, come Balotelli su punizione centri (quasi) sempre la porta, segnalando come incredibile lo score di 7su7 fatto registrare l’anno scorso contro il Chievo. Pensavo allora e ripeto adesso: Cristo, è il suo mestiere tirare in porta… A scanso di equivoci, ieri sera, 0su2 su punizia. Il rigore sbagliato ha poi quasi del sacrilego, della serie “anche Balotelli è umano e può sbagliare un rigore, il primo della sua carriera da professionista”.

Godibilissima, infine, la sceneggiata di SuperMario dopo il fischio finale, con inevitabile seconda ammonizione ed espulsione “neuronica”:  del resto, al Milan il ragazzo era “maturato tantissimo” e, nelle parole del Geometra, “evidentemente giocare nella squadra per cui fa il tifo fin da bambino gli fa dare quel qualcosa in più”. Attendiamo la solerte squalifica del giudice sportivo sogghignando.

Proseguendo con la squadra dell’Amore, è un vero piacere commentare la buffonata di Riccardino-che-si-taglia-lo-stipendio. Facendomi forza nel non gioire per l’infortunio di Kakà (chè non fa bello godere delle disgrazie altrui) ho trovato gustosissima la parodia del videomessaggio in cui il nostro, con notevole faccia di… bronzo , riusciva a non ridere dicendo di non volere nemmeno un Euro dal Milan, ma solo l’amore  dei suoi tifosi, fintantoché la sua zampa non fosse stata nuovamente in grado di farlo deambulare.

Come al solito, il problema non sta tanto nella velina di regime in cravatta gialla –oddio…-  quanto nella sua subitanea accettazione e divulgazione da parte della “critica” che, se fosse fedele alla propria denominazione, dovrebbe appunto soppesare le notizie che le vengono passate, prima di pubblicarle. E’ possibile che solo un dietrologo come me sia in grado di cogliere la ridicolaggine di certe affermazioni, e ipotizzi dietro a questa messa in scena una più che legittima clausola contrattuale, che vincola la retribuzione al rendimento? Questo son quattro anni che si rompe; i dirigenti del Milan, per quanto innamorati di Riccardino, non sono gli ultimi dei pirla (e se lo dico io…). Ergo: due righe sul contratto (ti rompi? Non ti pago) sono la cosa più logica. Invece no, tutti si vogliono bene, certi-amori-non-finiscono e stronzate varie assortite.

Infine, tutti a riconoscere i giusti meriti a Benitez: Massimo Mauro dichiara di apprezzarlo tantissimo (adesso, ovviamente: ricordo le frecciate che gli riservava ai tempi nerazzurri), mentre alla Domenica Sportiva gli offrono su un piatto d’argento la frecciata di Mourinho (“Il Chelsea ha problemi perché è abituata a giocare male”), commentando “eh ogni tanto Mourinho parla a sproposito”.

Sono ormai tre anni che José non vi piglia a ceffoni settimanalmente, ma ancora vi rode eh?

WEST HAM

Ferale sconfitta interna con l’Everton, dopo essere passati in vantaggio per due volte, subiamo 2 gol in un attimo. Proprio vero che la vita è una tempesta, ma prenderlo nel culo è un lampo.

Ricambiamo l'inchino

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