ATALANTA-INTER 1-1
Come ben sappiamo, per i nostri ci sono una mezza dozzina di “campacci” dove non è mai facile sfangarla. Bergamo è senz’altro uno di questi, (Udine il campaccio per definizione, e domenica saremo in gita da quelle parti…) e la partita appena giocata ne è l’ennesima dimostrazione.
I colleghi di maglia, pur mancanti di qualche titolare, giocano alla pari dei nostri (leggermente meglio nel primo tempo, leggermente peggio nel secondo). I ragazzi, dal canto loro, si leccano le ferite per l’assenza sempre più determinante del Principe, vero ciambellone di salvataggio per una squadra incapace di essere spietata come si addurrebbe ad una supposta grande (delle ultime due parole, la prima è un participio passato e la seconda un sostantivo, chè qui non si parla di intrusioni anali).
Alvarez si conferma su livelli altissimi, e non solo per il bel gol che sblocca la tenzone al quarto d’ora del primo tempo. I suoi lampi di classe e progressioni palla al piede sono disseminati nei 90′ del match, ed onestamente non ricordo un giocatore che tanto mi abbia fatto cambiare idea nei suoi suoi confronti. Detta tutta e senza vergogna, l’avrei venduto a trance al primo market rionale nella scorsa sessione di calciomercato, e mi ritrovo invece a spellarmi le mani in quasi tutte le sue uscite di questa stagione.
Dico questo nonostante la cagata fatta in occasione del pareggio orobico, quando con la connivenza di Nagatomo perde palla a vantaggio del nano malefico Moralez, il cui cross trova un incontenibile Denis a saltare in testa a Samuel e battere in gol.
Sì, c’era anche Samuel, e pure per lui vale quanto detto per Alvarezza: grave l’errore sul colpo di testa, ma è l’unico sbaglio in 90′ di concentrazione feroce e granitica sicurezza data a tutto il reparto. Per dire, ieri sera Rolando sembrava un difensore vero: sospetto che il talento di The Wall si propaghi nell’aere per prossimità…
La partita, in tutta onestà, finisce nella maniera più giusta, perchè le Madonne di fine gara che risuonano nelle valli bergamasche hanno cadenze meneghine tanto quanto orobiche (clamoroso il palo di Icardi appena entrato, incredibile l’errore di Yepes che centra Carrizo nell’area piccola).
La cosa può dare confortante consolazione o serena rassegnazione a seconda dell’indole del tifoso: a me mi fa incazzare!
Il fatto di aver sprecato il vantaggio in 4 occasioni in questo inizio di Campionato (faccio il bravo: limitiamole a 3 lasciando fuori la Juve che ci è superiore) significa non avere per niente quel killer instinct che ti permette di passare dalla categoria “simpatica compagine” a “squadra cazzuta“. E se il Mister batte il chiodo dell’assenza del Principe, è anche vero che Guarin continua a fare la cosa sbagliata al momento sbagliato (tira quando deve passare e viceversa), che Kovacic alterna belle accelerazioni a sonnambule preoccupante, e che Juan Jesus è sempre più un emulo del suo idolo Lucio, con tutti i difetti del caso.
Vien quasi da dire “meglio così”. Meglio non farci illusioni di Champions e roba varia: questi siamo e con questi arriveremo tra il 4° e il 6° posto, buoni per un’Europa League da stramaledire perchè si gioca di giovedì e toglie fiato ed energie mentali.
Domenica, tanto per dirne una e come già ricordato, andiamo ad Udine, che dei campacci infami come sapete è il più mefistofelico: superfluo dire che non ho buone sensazioni, ma sarò felicissimo, nel caso, di essere smentito.
LE ALTRE
La Juve non ha difficoltà a sbarazzarsi del Catania, mentre il solito colpo di testa subìto dal Milan punisce i cugini, salvando però il resto del mondo calcistico da colate di zucchero a prova di carie dentali, stante il ritorno al gol di Kakà e melassa strappalacrime annessa.
Bel gol quello dell’Evangelico, con quattro laziali intorno a lui, forse abbagliati dalla luce che emana dal 22 rossonero e incapaci di contrastarlo. Lui fa il suo, e cioè piazza la biglia a girare sul secondo palo, chè il tipo mi sta sui maroni ma a calcio ha sempre saputo giocare.
Il Napoli intasca i tre punti a Firenze non senza polemiche, con Cuadrado addirittura espulso per due simulazioni, la seconda delle quali è un chiaro fallo subito in area, altrimenti detto rigore. Tant’è.
Il mio complottismo vuol vedere nell’espulsione data al colombiano una ricompensa data al Milan per interposta partita, posto che il calendario del prossimo weekend prevede proprio lo scontro tra la Viola e i Meravigliuosi. Ma, ormai lo sapete, le teorie sul crollo delle Torri Gemelle o l’assassinio di Kennedy sono bazzecole rispetto alle mie visioni dietrologiche.
E’ COMPLOTTO
Non posso non partire da lontano, riprendendo le sempre più incredibili dichiarazioni dell’ex Chierichetto che sostanzialmente ormai minaccia preventivamente chiunque si azzardi a contestare la bontà di alcune decisioni arbitrali. Evidentemente, secondo la logica contorta e agghiaggiande, non è consentito nemmeno pensare che l’arbitro abbia sbagliato ad assegnare il rigore dell’1-0 contro il Genoa.
Non so se preferire lui o il Geometra Galliani, precisissimo a misurare in tempo zero gli 8 metri di distanza tra il fallo subito dal Parma ed il punto di battuta del conseguente calcio di punizione di Parolo. Anche lui gioca a fare l’uomo d’onore pretendendo le scuse della classe arbitrale, che per una volta non china il capo e rispedisce al richiesta al mittente. Ma, che sia ben chiaro, loro non parlano di arbitri… Splendido Zio Fester quando poi ricicla la poesia del “bello del calcio” per motivare la sconfitta di Parma, con il Milan “che negli ultimi 30 minuti ha avuto il 73% di possesso palla“. Ovviamente senza che nessuno osasse dirgli “e sti cazzi?“, o che -meno prosaicamente, lo riconosco- gli ricordasse la traversa di Gargano sul 2-0 per gli emiliani.
Addirittura il soggetto, nella tiritera dell’importanza degli episodi, arriva a vantarsi della leggendaria botta di culo avuta nei quarti di finale della Champions 2003, quando al 93′ riuscirono con gollonzo di Superpippa ad arraffare una semifinale che ancora sanguina sulla riva giusta del Naviglio…
Tornando a noi, se nel dopopartita ero quasi attonito nel sentire commenti assolutori quando non addirittura positivi sulla prestazione dei nostri, la mia sindrome di accerchiamento veniva soddisfatta nel dopo-dopo-partita e nei giornali del giorno seguente.
Andiamo con ordine: dopo aver millemila volte censurato e bollato come esecranda l’attitudine dei nuovi ricchi del pallone di sperperare danaro in barba ad ogni etica e Fair Play finanziario (Abramivich del Chelsea, lo sceicco Mansoour del Manchester City, il suo mezzo cugino del PSG just to name a few), ecco che si rimprovera a Thohir un avvio più conservativo e ragionato.
Chi è costui, in buona sostanza? Come si permette di comprare una squadra italiana e non sparare d’amblée un paio di acquisti a sensazione? Che cos’è questo approccio incrementale? Ma non lo sa che in Italia mai nessun Presidente ha fatto i soldi col Calcio? La sostanza è “se il tutto si risolve nell’arrivare e comprare Nainggolan –ammesso che arrivi, aggiungo io– poteva anche rimanere a casa sua“.
La Gazza invece si conferma la solita oasi anti-interista, laddove gonfia giusto un poco le statistiche (L’Inter che non vince a Bergamo dal 2008 diventa l’Inter che non batte l’Atalanta tout court da 5 anni), magnifica il quasi gol di Yepes, minimizza sul palo di Icardi e non cita nemmeno l’occasione di Palacio al pochi secondi dalla fine.
Si smentisce anche da sola, abbaiando per un rigore più che sospetto per braccio largo di Rolando su colpo di testa di Stendardo, ma dando comunque “6” in pagella a Rizzoli & co., bravi a valutare il colpo che “pare non essere volontario“.