INTER-BOLOGNA 2-2
L’Inter si conferma puttana dal cuore d’oro e decide di regalare un punto anche al derelitto Bologna, che rischia di perdere, così come di vincere, una partita dai profondi significati.
Le buone notizie iniziano raccontando di un Icardi bomber devastante, che segna due gol uno più bello dell’altro, e fa capire il tipo di centravanti che può diventare, a patto di serrare bene le viti che tengono la testa attaccata al collo.
Le stesse buone nuove terminano annotando la positiva mezzoretta concessa a Kovacic, che serpentina e fluidifica come solo nei giorni belli. CHissà che ciò serva a guadagnare considerazione agli occhi cerulei del Mister, stante anche la concorrenza non proprio spietata.
Sul resto, il primo istinto sarebbe di tacere per umana compassione. Invece no, perdìo, la sbadataggini difensive mi tolgono il sonno (quoque tu Rolande!?), e l’incapacità di gestire il vantaggio ha ormai i tratti della cronicità. Nagatiello serve bene Maurito per il vantaggio iniziale, ma consegna poi a Garics la tessera onoraria del Club Gautieri facendosi fare un tunnel di tacco sulla linea di fondo, prodromo del gollonzo che porta all’1-1. Pareggio firmato Michele Pazienza, che aveva quasi fatto ben sperare il malato di mente che scrive, visto il precedente gol segnato dal modesto mediano -allora in maglia azzurronapoli- nel vittorioso esordio di Leonardo sulla panchina dell’Inter.
Tralascerei per bon ton gli sproloqui riservati alla selva di gambe che ha fatto passare il tiro, se non fosse che la citazione cui ho pensato è troppo bella per non essere riportata:
Si cita qui il fine pensatore di Bari Vecchia quando sbeffeggiava i difensori in allenamento dopo averli beffati con dribbling e tunnel incorporato: “sempre a gambe aperte stai… come a tua madre!“. Il complemento di termine è ovviamente licenza poetica.
Detto che i minuti seguenti sono tutt’altro che un assedio alla porta felsinea, ritroviamo invece il vantaggio con il già accennato gol a voragine di Icardi, che ricorda (a piedi invertiti) il golazo di Bobone Vieri contro il Parma, vendemmia 1999/2000. Il ritrovato vantaggio faceva addirittura calare i miei timori, ingenuamente convinto che la lezione delle ultime raccapriccianti giornate fosse ormai stata mandata a memoria.
Un par de cojoni.
Il cross piovuto in area alla mezzora circa della ripresa pare più figlio dello sconforto che della lucida strategia pedatoria, eppure Rolando -fino ad allora il nostro migliore difensore di tutto il campionato- decide di allinearsi allo scempio generale scivolando nell’area piccola e lasciando lì la palla del 2-2 per il greco Kone, ovviamente tornato al gol dopo settimane di acciacchi e alla ricerca della forma migliore.
Ma non è finita: oltre al danno la beffa, quella sì pronosticata in anticipo dal sottoscritto. Dopo 33 giornate finalmente il rigore arriva: c’è, e non diciamo cazzate. Il fatto che non ci siano stati dati rigori più netti di questo fa solo capire il grado di miopia degli arbitri che ci dirigono, ma il rigore è da fischiare tutta la vita.
Ripresomi dall’incredullità, sento prevalere in me l’insano realismo che solo un tifoso consapevole della propria squadra può avere. “Cazzo, lo sbagliamo” sono le parole che mi sono uscite, e che -lasciatemi questa convinzione- hanno pronunciato mentalmente anche tutti i calciatori in campo e in panca.
Sul dischetto va Milito (al rientro in campo dopo qualche mese, e già qui…) e il tiro è un manuale di come NON tirare un rigore: centrale, a mezza altezza, non particolarmente forte, senza ovviamente guardare il movimento del portiere (che infatti era lì ad aspettarla).
Va ancora bene che non la perdiamo, visti gli ultimi minuti passati con Ranocchia centravanti aggiunto a dar man forte ai già presenti Icardi, Palacio e Milito (oltre a Hernanes, Kovacic, Alvarez) e lasciare voragini nelle quali Acquafresca sguazza e a momenti ci infila: splendido nell’occasione -tocca dirlo- il doppio riflesso di Handanovic.
Ancora pareggio, insomma. Come e peggio che all’andata, la parte centrale del girone, che proponeva una manciata di partite ideali per piazzare un filotto di vittorie, si conclude con un bilancio pesantemente negativo. Ora, per dirla alla Salvatore in Marrakech Express, siamo arrivati a Erfoud dove, come noto, “c’è il vero deserto”, con tutto ciò che ne consegue.
Che dire? Tocca sperare che la nostra squadra, pazza per definizione, si trovi meglio nelle acque agitate dei pari classifica, piuttosto che nella palude salmastra delle squadrette da bassa classifica…
LE ALTRE
Peggio di così…
I risultati a noi più favorevoli finiscono tutti giù per la tazza del cesso: la Samp, che ci ospiterà domenica prossima, perde con la Lazio che invece si avvicina alle nostre terga. La Fiorentina si sbarazza dell’Udinese tornando a +5 dalla tartaruga nerazzurra, mentre il Parma ci aggancia superando il Napoli nel posticipo. Juve e Milan posticipano di lunedì, ma visto l’andazzo marroncino mi aspetto altre brutte notizie.
E’ COMPLOTTO
Ribadisco le considerazioni sul rigore dato (e sulla decina di quelli non dati in stagione) tanto per dare a Cesare quel che è di Cesare, e tanto per fare da contrappeso a analisi supponenti e volutamente parziali come quelle dell’ineffabile Fabrizio Bocca su Repubblica.it di martedì 1 aprile: “L’ultima settimana, dopo un timidissimo dibattito sugli scarsi risultati ottenuti da Mazzari che per altro ripete sempre di andare d’amore e d’accordo col presidente quando invece delle perplessità sul suo stesso conto esistono, è stata impiegata dalle lamentele sul caso rigori. Che non vengono fischiati all’Inter. Ne hanno parlato Mazzarri, Moratti, Thohir stesso.
A me sembra che le domande cui i tre dovrebbero rispondere sarebbero ben altre”.
A te può sembrare quel che ti pare, Bocca di Rosa, ma qui nessuno sta dicendo che con quei rigori saremmo in fuga sulla Juve. Si sta solo facendo presente che, come al solito, non si gioca ad armi pari e che torti e ragioni alla fine NON si compensano. Detto ciò, facciamo cagare, e questo Thohir e Mazzarri sono i primi a saperlo. Solo che, per fortuna nostra e sfortuna vostra, la vecchia abitudine di piagnucolare con il confidente di turno e sventolare i panni sporchi in piazza pare passata di moda.
Come si dice in questi casi? Ah sì: fattene una cazzo de ragggione!
Poco più di un dispettuccio da oratorio la classifica marcatori non aggiornata sulla Gazzetta dei giorni scorsi, che riportava Palacio a 13 e non 14 reti.
WEST HAM
Sconfitta casalinga contro il Liverpool, lanciatissimo alla testa della classifica: ci fischiano contro due rigori, di cui il secondo è molto discutibile. vero però che il momentaneo pareggio è frutto di un cazzotto di Carroll sul loro portiere in uscita che ha dell’imbarazzante…