ATALANTA-INTER 1-4
Evidentemente ci voleva il Mancio per tornare a sbancare l’ostico stadio orobico.
Era il 2008 ed era periodo di grandi festeggiamenti in famiglia: la squadra simpatttica e (assai) vincente decise di allietare quel fine settimana con due gol e tre punti che si sarebbero rivelati preziosissimi per la conquista del tricolore numero 16 (Parma sotto la pioggia, per intendersi).
Da lì in poi solo mazzate, o pareggi scialbi, come solertemente ricordato dai vari media in settimana. La giornata di metà Febbraio ci restituisce invece una squadra capace di rifilare 4 gol, di conquistare la seconda vittoria di fila e di far intravedere con una certa costanza manovre e fraseggi sconosciuti a queste latitudini.
Tutto ciò grazie alla cura del giUoco da parte del Mancio, senza dubbio. Ma anche, se non soprattutto, allo stato di grazia di aluni singoli: su tutti Guarin.
Tanto per fugare subito qualsiasi accusa di incoerenza o di sindrome da carro-del-vincitore, confesso a voi fratelli che il primo pensiero dopo il sinistro a voragine che ci è valso il 2-1 è stato “Peccato che sia finito il mercato di Gennaio, se no era la volta giusta che lo vendevamo a 20 milioni!“.
Il colombiano aveva iniziato la giornata mariana procurandosi un sacrosanto rigore dopo nemmeno due minuti, che Shaqiri riusciva nell’impresa di realizzare pur tirando una ciofeca dagli 11 metri. Il colombiano è palesemente in palla in queste giornate, ed evidentemente la cura del Mister ne sta esaltando le qualità, minimizzandone i difetti -arcinoti, peraltro- di continuità e concentrazione.
Non mi illudo che il nostro si sia svitato il cranio, sostituendolo con un altro cervello (manovra che, anche fatta al buio, lo renderebbe migliore salvo sciagurate eccezioni…):
Continuo a pensare che il ragazzo tornerà presto a sbagliar passaggi in serie e colpire omini delle bibite al terzo anello coi suoi tiri, ma finchè dura quest’andazzo va sfruttato a più non posso!
Tornando alla partita, una volta in vantaggio, i nostri si sedevano su allori evidentemente acerbi, dando la possibilità ai colleghi di strisce di imbastire manovre vieppiù avvolgenti e in ultimo fatali. Pinilla per una volta ci graziava spedendo alto di sinistro da 1 metro, ma si rifaceva poi saltando in testa a Ranocchia (ahi ahi Ranocchietta…) e capocciando la sponda a favore del nano maledetto Maxi Moralez. JJ gli stava a debita distanza (forse per paura di calpestarlo), e il Frasquito piazzava la biglia in buca: pareggio e tutto da rifare.
Ecco però l’exploit che non ti aspetti, e che -personalmente- fai addirittura fatica a decifrare. Il tutto avviene in una manciata di secondi: già mi stupisco che il Guaro, presa palla sulla trequarti e accentratosi tra un nugulo di avversari, non la perda cianghettando il primo bergamasco che passa di lì e guadagnandosi in cartellino giallo. Quando poi vedo che si sposta la biglia sul sinistro e fa partire il tiro a voragine manco fosse Messi mi casca la mascella. La palla in fondo alla rete e il colombiano che esulta sono immagini confuse che il mio cervello fatica a introiettare…
Il commento -rigorosamente tènnico- è:
Machecazzodigolhafatto!?!?
Il secondo tempo è in realtà in discesa, complice la prematura e scellerata espulsione di Benalouane che ci consente di giocare in campo aperto. A metà ripresa chiudiamo i conti: prima ancora con Guarin che per par condicio spedisce in rete di destro, e poi con Palacio, esemplificazione vivente della frase fatta “quando ti gira bene segni anche se ti tirano addosso“. Son contento per lui, lontano anni luce dai fasti delle scorse stagioni ma sempre disponibile al culo quadro in campo.
Sunteggiando come il miglior Ennio Vitanza, la squadrètta pare aver acquisito una miglior fisionomia con il rombo di centrocampo, con il brutto-e-cattivo Medel nelle vesti di miocuggino e gli altri liberi di inventare e tirare in porta. Rispetto a qualche mese fa il problema principale pare essersi spostato in difesa, reparto sempre più simile alla Fanta: non è buona ma è tanta. Abbondiamo di onesti rincalzi e promesse mai pienamente mantenute, ma l’unico -ex?- grande giocatore è fisso in panchina (Vidic), a tutto vantaggio della strana coppia JJ-Ranocchietta, evidentemente non all’altezza della nostra tradizione.
Ripeto per l’ennesima volta: il problema è capire cosa si vuol far da grandi. Se vogliamo far finta di tornare a essere uno squadrone, lì dietro serve un centrale coi controcoglioni. Se vogliamo continuare a gioire stupiti per due vittorie di fila, i due succitati van più che bene.
Stesso discorso si applica ai terzini: Santon-Dodò-D’Ambrosio-Nagatiello più la buonanima di Jonathan sommano addendi diversi per arrivare allo stesso risultato di buona sufficienza e nulla più.
Vedasi la chiusa sconsolata sui nostri “progetti per il futuro” appena vergata.
Uno scrittore di minchiate appena più ottimista di me potrebbe scorgere nelle ultime due vittorie quella ventata di aria fresca che pareva accarezzarci la faccia dopo i pareggi con Juve e Lazio a cavallo di Natale. Conscio della bonaccia stagnante che è seguita all’illusione appena accennata, guardo invece coi piedi di piombo alla doppia trasferta in terre solitamente assai ventose (Scozia e Sardegna) e che potrebbero dire di più sul nostro stato psico-fisico.
LE ALTRE
Raggiungiamo addirittura il Toro, sfiorando deretani siculi e genovesi in classifica e lasciandoci alle spalle i cugini, che restano impigliati -anche loro- nelle fitte trame dell’ottimo Empoli, nel quale il maledettissimo Maccarone per una volta segna non a noi ma ai suoi adorati ex-ex-compagni, chè il ragazzo ha fatto tutta la trafila delle giovanili ed è ovviamente tifoso-rossonero-fin-da-bambino. Superpippa tarantolato si agita che è un piacere, e i fischi dello sparuto pubblico presente allo scempio non fanno altro che rendere più piacevole il pranzo domenicale.
Giornata di calma anche là in cima, dove Juve e Roma impattano contro Cesena e Parma. Sempre meglio del Napoli che rimedia 3 fischioni a Palermo.
Siccome non lo dirà nessuno, faccio notare che il primo gol del Cesena nasce da una palla persa dal-prossimo-pallone-d’oro-Pirlo.
E’ COMPLOTTO
Ammetto di non aver seguito molto il chiacchiericcio mediatico post-gara, ma “esco” dal cilindro una servilissima chicca della Gazza in settimana.
Avevo già ricordato della splendida figura dei cugini al Torneo di Viareggio che -incidentalmente- si conclude ancora una volta con l’Inter in finale (ma-loro-son-pieni-di-stranieri-e-non-vale). Evidentemente l’uscita involontariamente comica di Filippo Galli non era stata sufficiente, e quindi ci ha pensato la Rosea a dar man forte e capovolgere la realtà.
Riassumendo:
chi gioca a calcio col lancio lungo gli puzzano i piedi.
Da noi al Milan è vietato perchè noi “proponiamo gioco”.
Torniamo a casa con 2 sconfitte nel girone, ma proponiamo gioco.
Contenti voi…
WEST HAM
Bruttissima trasferta a Birmingham per il 5° turno di FA Cup: la sconfitta per 4-0 è il meno, visto che il viaggio è costato la vita a tre Hammers in un incidente d’auto.