LA SUPERCAZZOLA E IL GATTOPARDO

NAPOLI-INTER 2-2

Quel che si può dire senza tema di smentita è che non siamo capaci di annoiare.

Nè noi, nè gli altri.

Da buon rompicoglioni faccio presente che anche all’andata pareggiammo 2-2, alternando diverse facce nella stessa partita, e anzi menando le danze per ben più degli ultimi 20 minuti. Ma dire ciò paleserebbe una malafede dalla quale mi tengo lontano.

Mi limito a citare la consueta saggezza di Boban che, commentando i rispettivi pareggi e la quasi analoga classifica delle due milanesi, faceva notare come la differenza tra le due squadre fosse abissale nella percezione ed infinitesimale in termini di punti.

Nulla di più vero: il Mancio ha portato il suo irresistibile fascino in tutti i territori a lui circostanti. I media lo amano, e io me ne compiaccio vieppiù, e anche i giocatori vedono in lui quel leader (inteso proprio nel senso letterale del termine, colui che guida) che Mazzarri e il suo piagnisteo metereopatico evidentemente non poteva dare.

Facendo finta di fare un’analisi a freddo della partita (a freddissimo… visto il ritardo con cui scrivo, ma non rompete le balle chè c’ho ‘na vita…), il Napoli chiude 0-0 un primo tempo in cui poteva serenamente fare quattro goals, mostrando un Higuain stranamente sprecone e ben controllato da Handanovic. I nostri tengono palla ma producono pochino: bella la percussione iniziale di Palacio, ma gli anni passano e il ragazzo non arriva in tempo; accademico il sinistro alto di poco di Brozovic (once more in ombra…), innocua la botta centrale del trottolino Shaqiri.

Nella ripresa succede tutto, fin da subito: Hamsik segna di testa, talmente solo che non esulta, incredulo di cotanta libertà ai confini dell’area piccola. Solo generiche le attenuanti a Juan Jesus, ammonito dopo 20 secondi per un fallo che non c’è dal solito Rocchi, e conseguentemente impaurito per i restanti 89 minuti e passa. Per non correre il rischio di incappare nel secondo giallo si tiene a un buon metro da qualsiasi attaccante degli azzurri, che per pura grazia attendono solo il 50′ per purgarci.

Noi nel frattempo abbiamo invertito gli esterni, mettendo D’Ambrosio a destra e Santon a sinistra. Il “bambino” di Mourinhana memoria mi smentisce più che piacevolmente, arando la fascia mancina e usando sempre e solo il piede destro -motivo per cui di solito lo stramaledico. Com’è come non è, il ragazzo ci dà dentro e inizia a scodellare palloni sempre più interessanti.

Là davanti Icardi inizia a farsi vedere, mandando fuori di un pelo una bella girata di testa su cross di Shaqiri, passato a fare l’esterno di un 4-2-3-1.

Ma poco dopo (detta come la direbbe Frèngo e Stop) Guarin torna ai grandi classici, perdendo palla a metà campo a beneficio di Higuain, che trova il tempo di fargli un tunnel, di portarsi a spasso Juan Jesus e mandarlo al bar con una finta appena accennata e infine di incenerire l’incolpevole Handanovic con il classico tiro a voragine che tante volte avrei voluto sfoggiare al calcetto dei campioni.

Il Napoli pensa -legittimamente- di averla in tasca e sostanzialmente smette di giocare.

La tasca però dev’essere quella posteriore dei pantaloni, e dev’essere pure bucata, perchè in meno di un quarto d’ora la partita esce dalla suddetta tasca e si spinge sempre più verso l’interno, con esiti intuibilmente triviali.

Dapprima è Santon a stupirmi con un doppio passo e un cross rasoterra di sinistro (ma allora ce l’hai, non è una protesi!!!): batti e ribatti in area e alla fine è il Trenza a buttarla nel sacco.

Pochi minuti dopo, bella imbeccata di Guarin per Palacio in area: ingenua quanto evidente la trattenuta di Henrique, che avrà studiato sugli appunti di ‘GnazioAbate, versione Derby 2012. Il rigore è talmente solare che neppure Rocchi può esimersi.

Icardi fa il grosso e rifila il cucchiaio al simpatico tifoso che attentava alla sua cornea con l’immancabile puntatore laser.

Tempo di vincerla ce ne sarebbe, stante anche l’avversario rimasto in 10, ma il colpaccio rimane in canna. Nè possiamo lamentarci, chè a dirla tutta sul 2-0 non avrei sperato nemmeno nel gol della bandiera.

Quando però l’ho visto materializzarsi al minuto 27 (quindi prima della letale e proverbilae soglia del 28′) ho pensato “…hai visto mai che…

E per una volta è andata.

Cambia un cazzo, galleggiamo in ottava posizione con la consolazione di aver acchiappato il Torino, ma altrettanto consapevoli che da questo campionato abbiamo ben poco da guadagnare. Per esser chiari: il tanto sbeffeggiato quinto posto dell’anno scorso ce lo scordiamo, motivo in più per puntare tutto sull’Europa League, con la partita contro la squadra aziendale della Volkswagen alle porte.

LE ALTRE

La Juve vince il Campionato a Marzo, andando a +11 su una Roma ormai capace solo di pareggiare. Il Napoli come visto fa altrettanto, e così è la Lazio a dilagare sulla Fiorentina, agganciando proprio i campani al terzo posto. Il Milan viene raggiunto al 94′ dal tremendissimo Nico Lopez che, come solertemente riportato in tempo zero da tutti i commentatori, era già stato fatale a Mazzarri, e pareggia una partita che ha seriamente rischiato di vincere con una dose di culo industriale. Il rigore a favore non fa più notizia; il gollonzo di Mexès sfida invece le leggi della fisica applicata alla sorte. Disgustomatico.

E’ COMPLOTTO

Iniziando dai commenti alla partita, faccio presente come il non frequente gesto tecnico denominato “cucchiaio” o “scavetto” generi sempre -ovviamente quando va a buon fine- gli “ooohh” estasiati del pubblico. Totti, Pirlo, perfino Toni poche ore prima di Icardi hanno ricevuto le giuste lodi per quel tiro tanto beffardo quanto dolce.

Ovviamente diverso il caso di Icardi, bollato bonariamente come “il ragazzo che non cresce mai, che non sa sottrarsi allo sberleffo“. Sintomatica l’intervista di Sky al Mancio, al quale tentano in tutti modi di far dire che il ragazzo non lo doveva fare.

Preciso Ciuffolo quando dice “non l’ho neanche visto, lo sto vedendo adesso“.

Spostandomi dal singolo gesto tènnico alla tattica più generale, e ad ulteriore riprova che it’s a matter of perception, ricordo distintamene le critiche a Mazzarri nella gara di andata, pur giocata bene secondo me. Al tecnico labronico veniva rimproverata l’eccessiva tendenza al contropiede, là dove invece Benitez faceva giocare le sue squadre ed era amante del bel gioco (la bella Ilaria disse testualmente “non certo un contropiedista” con la pletora di commentatori ad annuire alla collega).

A un girone di distanza, Benitez è invece bravissimo a ripartire in transizione (attenzione, non “a fare il contropiede“, a “ripartire in transizione“, sentite come suona cool e smart?), mentre l’Inter ha un possesso di palla spesso sterile.

Ma è tutto troppo banale perchè io possa davvero stupirmene.

Assai più gustoso, di contro, l’intervallo lavorativo di martedì 3 marzo scorso.

In pausa pranzo sono solito degustare un paninetto davanti ad un quotidiano dalle eccentriche pagine rosa. I

Ebbene, quel dì, in meno di un’ora ho riscontrato i seguenti pezzi-simpatia:

1) Si parla del Liverpool e di Coutinho: a Stefano Boldrini non pare vero poter fare il maestrino saccente tirando fuori la solfa di Roberto Carlos e indugiando con espressioni tipo “A volte ci ricascano” o la chiusa “Ma davvero Roberto Carlos non aveva insegnato nulla?”.

2) Nelle sempre interessanti pagine di “G+“, in quanto tali assenti nell’edizione on line, c’è un servizio sul campionato statunitense appena iniziato.

Dovrete purtroppo fidarvi di quel che vi dico, non potendo linkare che uno snapshot che corrobori le prove del mio delirio.

Giusto celebrare degnamente il soccer, facendo notare la presenza di grandi campioni o vecchie conoscenze del calcio “che conta”: sintomatico il fatto che tra i volti noti attualmente in MLS facciano sfoggio di sè i vari Kakà, Giovinco, David Villa, i futuri Lampard e i recenti Beckham. Oba Martins ovviamente non è nemmeno citato “tra gli altri”, che pure annoverano fenomeni quali Jozy Altidore e Robbie Keane.

Puntualissimi invece a rimarcare la differenza tra il calcio statunitense odierno e quello di qualche lustro fa. Mi pare che il titoletto di uno dei paragrafi riportasse testualmente “Altro che Matthaeus e Djorkaeff!

3) Altrettanto interessante l’intervista fatta a Andrea Previati, giovane universitario che allo studio USA sta affiancando l’esperienza nella squadra calcistica universitaria. Facendo un paragone tra il calcio giovanile italiano e quello a stelle e strisce il ragazzo dice (o meglio, al ragazzo fanno dire): “Avevo giocato contro l’Inter nella Beretti e pensavo potesse essere la partita più bella della mia vita: c’erano 80 papà e qualche osservatore“.

Per la cronaca, questa la foto della pagina della Gazza incriminata:

Se avete un buono zoom riuscite a leggerci le porcate contro l'Inter

Se avete un buono zoom riuscite a leggerci le porcate contro l’Inter

4) Infine, puntuto e graffiante il trafiletto dedicato al probabile ingaggio di Hector Cuper da parte della Nazionale egiziana. Dopo essersi premurata di farci sapere che l’Hombre Vertical era tutt’altro che una prima scelta dei Faraoni, la redazione si tuffa nell’album dei ricordi (rigorosamente grossolani), riecheggiando il 5 Maggio e le presunte collusioni con la camorra, prima di lasciarsi andare a frasi quali:

“…il 5 Maggio, pietra tombale di una carriera da perdente come se ne sono viste poche”.

Questa me la sono scritta sul tovagliolo perchè me la volevo ricordare…

Ora, posto che uno possa anche vedere il 5 Maggio avulso da tutto il contesto (e cioè da come si sia arrivati a giocarsi lo scudetto all’ultima giornata, ma sono io ad essere il solito complottista…), questo pover’uomo è arrivato in finale di Champions col Valencia nel 2001, è arrivato in semifinale nel 2003 con l’Inter (uscendo per un doppio pareggio), è arrivato più volte secondo in Campionato.

Un vincente? Certo che no. Ma se questo ha avuto “una carriera da perdente come se ne sono viste poche“, Pippo Marchioro cosa dovrebbe dire?

Torno alla attualità più recente e chiudo con una foto dedicata a Sacchi e al fido Bargiggia. Ecco l’indegna Inter che ha osato battere il Milan-che-propone-giuoco 2-1 nel derby della Primavera:

Da sinistra in piedi, all'unisono: "Prrrr!!!!"

Da sinistra in piedi, all’unisono:
“Prrrr!!!!”

WEST HAM

Evidentemente nell’East London invidiavano la palude di centroclassifica dei ben più blasonati nerazzurri.

Si saranno chiesti “ma noi, onesta working class della Premier League, che cazzo ci facciamo in zona UEFA? perdiamone un po’ e ritorniamo a metà classifica“. Solo così posso spiegarmi l’imprevedibile sconfitta per 1-0 contro il Chelsea capoclassifica.

L'immaturo Icardi non ha rispetto dei tifosi avversari e li irride col cucchiaio.

L’immaturo Icardi non ha rispetto dei tifosi avversari e li irride col cucchiaio.

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