INTER-MILAN 1-0
Chi mi conosce, ad esempio chi sta con me da vent’anni, può confermare che il sottoscritto ha una qualche difficoltà ad ammettere di aver sbagliato, ed ancor di più a pronunciare quella parolina di cinque lettere chi inizia con S e finisce con CUSA…
Fonzie me spiccia casa
È quindi con orgoglio e tronfiaggine che mi esibirò in un triplo carpiato di genuflessioni penitenti, a chiedere venia per le cariolate di sacramenti che ho riversato contro miei teorici idoli.
U’ ME’ MANCIU… (Da leggersi con spiccato accento genovese)
Leggo la formazione nel pre partita e commento, in tono sarcastico, il colpo di genio di aver voluto Telles a tutti i costi, per poi far giocare nuovamente quella bestia di Juan Jesus sulla fascia mancina.
Salendo a centrocampo, rimiro con il microscopio tutti e tre i neuroni del gruppo Melo-Kondo-Guaro, pregustando tiri da quaranta metri e zazzera brizzolata (e mal-tinta, aggiungerei) ad agitarsi indemoniata nel chiamare schemi a caso.
L’attacco, infine, ammassava i pur promettenti Jovetic e Perisic a un Icardi rientrante, con un affiatamento degno del calcetto dei campioni del lunedì sera (“oh, grande, com’è che ti chiami? Luca? Ecco Luca, vedi di darla ogni tanto…“).
E invece, Mancio, ci avevi ragione tu: il centrocampo di qualità-amore-e-amicizia dei cugini andava martellato proprio con la nostra splendida ignoranza calcistica; dietro JJ era il solo a poter restituire le mazzate che arrivavano da Kucka, e là davanti il collaudatissimo schema da casino organizzato ha dato un fatturato più che discreto.
Scusa Mancio, imparerò a legarmi la sciarpa seguendo la tua ricetta.
ALEGRIA DO BRASIL
Il già citato Juan Jesus, (nelle giornate di grazia “Giovanni-di-Dio“) ha fatto una partita cazzutissima spingendo come non mai e coprendo nella prima mezzora un paio di minchiate di Murillo (meno male che non ha giocato Ranocchia perchè sarebbe stato lapidato sul campo da tutto lo stadio!).
Il tutto facendo ampio ricorso all’intelligenza (sic) e limitando le cagate al minimo sindacale. Confesso di aver tremato, anzichè trovarmi a esultare, quando è uscito in barella.
Scusa JJ, imparerò alla chitarra Bossanova Milanese di Fabio Concato alternandola a A-E-I-O-U- ipsilòn.
HA SEGNATO PER NOI… CON IL NR 13
Minchia, il Guaro…
In un lontano e triste Livorno-Inter di un paio d’anni fa, (al minuto 2.00 lo show del nostro), e a coronamento di un triennio di madonne smozzicate che mi hanno garantito una trentennale permanenza in Purgatorio, avevo inserito il ragazzo nella mia personalissima lista di epurazione: un girone di dannati che comprende, in ordine sparso, campioni del calibro di Morfeo, Conceiçao, Muntari, Gresko e Burdisso.
Il ragazzo, semplicemente, non lo sopporto: so che nel 99% dei casi farà la cosa sbagliata. tirerà anzichè passarla, si fermerà invece di scattare, insisterà nel dribbling pervicace piuttosto che far viaggiare palla di prima.
Questo è, e questo continuerà ad essere.
Stavolta, però, caro mio, ci hai fatto vincere un Derby con un sinistro a giro degno di centrocampisti di ben altro lignaggio.
Poichè tutto ha un limite, non ti chiederò scusa (fanne altri dieci in partite che contano e ci posso pensare…). Scusa no, quindi, ma un grazie grande come una casa, quello sì!
Esaurita la fase del “mi perdoni padre perchè ho molto peccato” ed essendomi laicamente auto-assolto perchè il fatto non costituisce reato, passo al commento tènnico, tentando di trattenere quel risolino insolente ed isterico che mi accompagna da una ventina di ore…
Possiamo tranquillamente dire di non aver rubato niente -del resto, con Rocchi ad arbitrare la cosa non sarebbe stata materialmente possibile-. Al tempo stesso, non abbiamo fatto molto più dei nostri maltollerati concittadini nei 90′.
Pronti-via e Murillo sbriciola il credito accumulato fin qui inanellando tre cagate in serie che portano le punte rossonere a pochi metri da Handanovic: nel primo caso il nostro portiere è monumentale, negli altri casi sono i compagni di reparto a rimediare alle lacune del numero 24 colombiano.
L’amato Medel di fatto soffia il posto a Ranocchia e non sfigura, seppur dopo un inizio problematico. In avanti, Jojo è il più pericoloso con i suoi tiri da fuori, mentre nel finale di primo tempo Icardi ha il primo vero pallone giocabile, ma si fa respingere il sinistro dal piedone di Diego Lopez in uscita da polipone.
La ripresa prosegue in equilibrio, finchè il mio istinto di tifoso è dapprima placato dalla saggezza paterna: mi limito infatti a critiche piccate ma costruttive mentre contrappunto il fraseggio dei nostri nell’area piccola di Handanovic. Venti secondi dopo, però, il bon ton da buon padre di famiglia viene demolito dall’urlo da ominide per il sinistro mariano di Guarin che timbra il vantaggio.
Pancho, eccezionalmente in piedi fino a tardi per gustarsi tutto il match, mi zompa in braccio ridendo delle mie giustificazioni alla donna di casa: “ma se li hai insultati fino a dieci secondi fa….” “No, ma era così, tanto per dire, in realtà era tutto studiato!”.
Da lì in poi siamo in trincea o giù di lì, visto che entra Balotelli e inizia a tirare da qualsiasi posizione. Al destro che timbra il palo vedo la Madonna sulla traversa, mentre sulla punizia velenosa da cento metri rimango sbigottito dalla parata del nostro portiere, quando già mi stavo rassegnando ai tre giorni di festa nazionale per Mario-che-è-maturato-tantissimo.
E invece no, lo vinciamo noi il Derby, e siamo incredibilmente primi da soli a punteggio pieno. Nove punti che -diciamocelo- potevano essere tre o poco più, visto il “pochino” fatto vedere. Come ben sappiamo, però, è cruciale far punti quando si gioca così-così, soprattutto se i diretti interessati perdono colpi.
LE ALTRE
I Cugini sono infatti -loro sì!- a tre punti dopo altrettante partite, in perfetta media retrocessione, mentre addirittura peggio fa la Juve, che sgraffigna il primo punto in Campionato in casa col Chievo, a cui viene annullato un sacrosanto raddoppio per una discutibilissima spinta di Cesar su Bonucci.
Anche il Napoli fatica a trovare il passo giusto, bloccato a Empoli, mentre le romane paiono solide nelle loro vittorie.
È presto oltre che inopportuno lasciarsi andare a tabelle e castelli aerei. Lasciamo per ora che le cose vadano come stanno andando, consapevoli che servirà iniziare a proporre qualcosa di più per mantenere questi ritmi.
È COMPLOTTO
Mi pare che la lezione di giornata si riassuma nel vecchio e intramontabile classico è-un-Inter-cinica, nel revival della sconfitta-a-testa-alta, e nell’ennesima apertura di credito verso Balotelli, voglioso e applicato per merito della squadra del suo cuore e che lo capisce là dove tutti gli altri hanno fallito.
I soliti cattivoni insensibili dell’Inter.
Siccome noi nerazzurri siamo delle serpi, mi chiedo provocatoriamente quale interesse possa davvero avere Mr Bee nella squadra dei Meravigliuosi, per trovarsi in Italia nel weekend del Derby e preferire una due giorni a Firenze, senza nemmeno un saluto a Silvietto o alla squadra per la cui metà scarsa sta per versare 480 milioni.
Tutto tace, ovviamente, chè di problemi da quella parte del Naviglio non ci sono mai, al contrario della solita Pazza Inter, abbonata a crisi e a casi generosamente offerti dalla stampa vicina e lontana.
WEST HAM
Scrivo mentre i Martelli stanno battendo i Magpies di Newcastle per 2-0… Sperando che duri, Come on you irons!!