MA DE CHE STIAMO A PARLA’?

NAPOLI-INTER 3-0

Una squadra senza nessuna logica, piena di calciatori non intelligenti, senza grinta, con qualità tecniche sopravvalutate o quantomeno discontinue.

E c’è ancora chi si stupisce…

Dire che ho poca voglia di indugiare su concetti triti e ritriti è dir poco: sono nauseato nel ritrovare sempre gli stessi problemi. Che almeno ci fosse una certa evoluzione, che ti porta dalla “merda più merda” alla “merdina più merdina”. Invece no, siamo impantanati da anni in questo guano calcistico, illusi che ogni volta sia il famoso anno zero (siamo alla settima edizione), con la sicumera che “la base c’è, bastano tre-quattro acquisti giusti” (hai detto niente…).

La sola consolazione, che è veramente magra, è vedere salire ora tutti o quasi sul carretto scalcagnato del cileno Medel -come sapete da me apprezzatissimo-. Ecco a che cazzo serve quello scrondo latinoamericano in mezzo al campo: a raccattare una ventina di palloni a partita da porgere a chi abbia piedi e testa migliori (if any) e iniziare l’azione.

Non siamo ovviamente in questa tragicomica situazione per sola colpa del menisco ballerino del cileno, ma in una rosa in cui -con particolare riferimento a centrocampo-  non si capisce chi debba fare cosa, il Medellino almeno ha un suo inizio e una sua fine ben definiti. Che non sia trendy o nobile costruire un reparto dal più umile dei manovali può anche essere vero; detto questo chissene: inizia a piazzare un medianaccio che ti recuperi palla, e da lì riparti.

Il problema sta appunto nel “e riparti“: cedo ancora una volta alla fallace tentazione di auto-citarmi, ma già quest’estate, in fase di costruzione della squadrètta, avevo manifestato le mie perplessità sull’accozzaglia di buoni giocatori ammassati in mediana: Brozo-Banega-Joao Mario, fors’anco l’oggi esecrando Kondogbia.

Mi vedo perciò costretto, poco elegantemente, a copincollare un paio di passaggi.

Questo il primo, che beffardamente arriva dritto dall’ultima vittoria con i partenopei nello scorso Aprile:

Personalmente sapete come la penso, e gettando lo sguardo alla prossima stagione mi chiedo se e come il nostro centrocampo potrà rimanere equilibrato sostituendo la garra ignorante del cileno con la classe e la visione di giUoco di Banega (o di chi per lui. Ho l’infondato ma pressante sospetto che l’argentino arriverà e si dimostrerà l’ennesimo incursore-mezzala-trequartista che “è bravo eh, ma ha bisogno di qualcuno che lo lanci nello spazio, un Pirlo insomma…“).

La seconda è una amara riflessione estiva sullo stato avanzamento lavori della costruzione del nostro centrocampo:

Da parte mia aggiungo solo la perplessità circa l’addio di Brozovic per Joao Mario. Il portoghese l’ho visto giocare troppo poco per farmene un’idea precisa: posso dire che il ruolo non è molto diverso da quello di Ajeje (il classico centrocampista un po’ interno di qualità, ma non regista –e quando mai…-, un po’ punta esterna, senz’altro più classe che muscoli). Di qui la mia domanda (non retorica): è il caso di mollare una buona promessa, parzialmente già mantenuta, come Brozo e spendere 40 bomboloni per questo qua? Non è che ci mettiamo un altro anno e mezzo per dire “è bravo, in un altro centrocampo potrebbe andare benissimo…” mentre con Brozo questo rodaggio l’abbiamo già fatto?

Oltretutto in questo secondo caso uno dei pericoli da me paventati non si è verificato (Brozo è rimasto), senza per quello diminuire la to do list dei troiai da sbrogliare…

Il terzo passaggio è quello che, purtroppamente, trasforma i sospetti in realtà:

Il mio timore è che, come già ricordato, l’Inter negli anni continui a comprare sempre lo stesso tipo di giocatore (Kovacic, Brozovic, Banega, Joao Mario): bello, bravo, ma a cui manca sempre qualcosa per essere davvero completo.

Dopo la anoressica soddisfazione di essermi detto “vedi che c’avevo ragione?“, l’Inter torna a galleggiare a metà classifica, senza grandi margini di miglioramento.

Non credo che ci sia un solo tifoso che possa lasciarsi abbagliare dalla apparente facilità con cui i nostri hanno creato occasioni in area napoletana: a parte il piccolo particolare di non essere riusciti a segnare, i pericoli per Reina sono frutto dei rari casi in cui le verticalizzazioni disperate dei nostri hanno trovato i nostri attaccanti al posto giusto al momento giusto. Tutto frutto del caso, o dei grandi numeri; nulla che sia conseguenza di un ragionamento calcistico, come del resto confermato dal diluvio di napoletani che hanno tempestato la nostra area di rigore per quasi tutta la partita.

In poche parole, uno schifo malinconico e reiterato che fa passar la voglia di cercare spiegazioni e abbozzare possibili rimedi, che non siano il caloroso invito ad andare a lavorare o, in alternativa, a vendere le proprie terga al miglior offerente.

E’ COMPLOTTO

Uso questa sezione non per segnalare critiche inopportune o esagerata (in periodi come quetsto, ogni reprimenda è giustificata), ma per riprendere due interviste alla sempre più nutrita tribù degli  ex-allenatori nerazzurri.

La prima è fatta a De Boer, che dice cose che dovrebbero essere note a tutti: che c’è bisogno di tempo per cambiare le cose, ma qui si vogliono risultati in due settimane, e non è possibile. Oppure, che la proprietà è cinese, il management è italiano e c’è un sostanziale vuoto di potere quanto a reale indirizzo sportivo.

La seconda è fatta a Stramaccioni, recentemente dimissionato dal Panathinaikos, che racconta la sua incredibile esperienza nerazzurra, assunto in pieno stile Morattiano e giubilato un annetto dopo causa cessione del Club a Thohir. Periodo tipicamente interista il suo, con grande entusiasmo per vittorie iniziali e poi quasi scientemente demolito con il colpo di genio della gestione Sneijder e del caso Cassano.

E’ stato uno degli esoneri che più mi sono dispiaciuti, perchè in un panorama di nulla o quasi a livello di allenatori disponibili Sul mercato, c’era davvero la possibilità di costruirsi il Mister in casa, ovviamente accompagnandolo e supportandolo in maniera decisa, anzichè farlo entrare da solo nello spogliatoio del Triplete come un dilettante allo sbaraglio (vero Branca?).

Tempi andati, inutile tornarci sopra…

WEST HAM

Per non farci mancare nulla, anche a queste latitudini le cosa vanno male: ne prendiamo 5 in casa dall’Arsenal. Detto tutto…

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La mimica di Pioli è chiara: “Vabbeh raga, ciaone proprio… Io me ne vado”

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