INTER-SASSUOLO 1-2
Da otto partite non si vince.
In otto partite abbiamo raccolto 2 punti.
Abbiamo cambiato 2,3,4 allenatori per l’ennesima volta nel nostro recente passato.
Quali e quanto grandi siano i problemi mi pare di tutta evidenza, ma qui ne faccio una questione egoistica e personale: il vero problema è che inizia a non fregarmene più nulla.
Non è questione di volpe e uva, e nemmeno di far finta che “analizzandomi bene bene, non me ne importa proprio una sega” (min 4.00). E’ proprio che riconosco i pericolosi sintomi dell’abitudine, dell’assuefazione a questa impresentabilità.
Siamo insomma al “tanto peggio tanto meglio”.
Ed è preoccupante, ancor di più per uno come. Dovrei ritrovarmi per l’ennesima volta ad arrovellarmi senza pace chiedendomi “se la vità è una merda perchè l’Arsenal fa schifo o viceversa…“, e invece no, mi limito a qualche insulto e a un soffuso borbottìo di sottofondo.
Sarà contenta mia moglie, che sempre più spesso mi chiede “se ti fanno così arrabbiare, perchè continui a vederle le partite…?“. Domanda lecita se fatta da un pagano, già di meno se a farla è una persona che ai bei tempi è stata tifosa ben più che tiepida.
Quantomeno ha ancor oggi il buon gusto di non apostrofarmi con l’imperdonabile:
It’s only a game…
immortalato al min 0.48 dello stesso fondamentale della cinematografìa contemporanea.
‘Cos-it-quite-clearly-isn’t-only-a-game
Citazioni semicolte a parte, mi faccio piccolo esempio del tifoso medio nerazzurro per mettere in guardia la dirigenza e la proprietà: non giocate col fuoco, non date per scontata la cieca passione del popolo interista, peraltro abituato a ben altri spettacoli e storicamente assai più esigente della platea rossonera, che si vanta ancor oggi di aver riempito San Siro contro la Cavese.
Lo scempio visto ieri ha ulteriormente acuito la mia amarezza, essendomi trovato a dover concordare con la Curva Nord e i suoi messaggi. Un branco di ominidi, questo è assodato, ma che in due striscioni hanno fotografato perfettamente il momento.
Un “momento”, oltrettuto, che dura da sette anni, nei quali continuiamo a voler credere che la prossima sarà la volta buona.
Non entro nemmeno nel merito dell’esonero di Pioli, dell’arrivo di Sabatini, dell’eventuale convivenza con Ausilio, del possibile arrivo (e con che ruolo a questo punto?) di Oriali.
Siamo al disfattismo: non mi interessa chi, non mi interessa come. Datemi una cazzo di squadra di calcio da tifare, non una massa di ectoplasmi interdetta a quasiasi azione o pensiero.
E’ COMPLOTTO
Qui abbiamo un po’ di arretrati, vista la decenza a cui mi sono appellato nelle ultime esibizioni dei nostri amatissimi.
Il fatto di far cagare è tanto innegabile quanto irrilevante, se si tratta di rimarcare la consueta malafede mediatica.
Non so se iniziare dai Gobbi o dai Meravigliuosi, visto il mio continuo ying-yang di odio calcistico tra i due poli (per nulla) opposti.
Vado in ordine alfabetico e quindi inizio dal Milan (…ho pur sempre fatto il classico!).
Nell’ordine: Donnarumma buca la presa -facilitotta- sul gol di Conti, Deulofeu segna su autogol in fuorigioco di mezzo metro buono, sento (ma non vedo) di un rigore clamoroso non dato all’Atalanta, che ad ogni modo nella mezz’ora finale -la sola vista coi miei occhi- surclassa i rossoneri confermando i punti di distanza in classifica.
Eppure: Gigio pallone d’oro, pareggio meritatissimo, Milan che può ancora raggiungere l’Atalanta, Montella bravissimo a portare la squadra a questi livelli (vero) e anzi anche sfortunato in tanti casi in cui ha buttato via punti facili.
Bergamo, Derby di ritorno, Toro all’andata e al ritorno, Bologna… giusto i primi casi di punti immeritati che mi vengono in mente. Eppure no: fanno pure fare la figura del modesto a Montella quando dice “non mi piacciono questi giochetti: se abbiamo questi punti e ne abbiamo perso qualcuno per strada è solo colpa nostra“.
Ma c’è di più: il settore giovanile rossonero che -continuo a ribadire- vince qualcosa una volta a ventennio, e che ciononostante vive di stampa a favore a prescindere (how strange…), buca addirittura l’accesso ai play off con la Primavera, facendo titolare la Gazza sulla Homepage in questo modo:
…salvo poi vergare un articolo in cui riesce ugualmente a santificare il lavoro di quelli che #propongonogiuoco.
Nessuno al solito che scriva non dico la verità, ma quantomeno che abbia una visione diversa: questi hanno pescato il jolly scovando Donnarumma in Campania (e mezzo scippandolo all’Inter, ma va beh…) e comprando di fatto un semilavorato, non una materia prima. Con questo sbarlùsc hanno avuto vita facile nel raccontare minchiate tipo Milan dei giUovani italiani delle giUovanili e bla bla bla. Infatti De Sciglio è fisicamente minacciato dai propri tifosi, Locatelli dopo un promettente inizio scalda le sue terga in panchina e Calabria si mostra il volenteroso giovane che è e nulla più.
Ma c’è tanto amore in tutto ciò e non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.
Per quel che riguarda la Juve, e ancor di più la sudditanza che ancor oggi esercita, prevedibilissima l’assenza sulla Rosea, così come su ogni altro quotidiano nazionale, di ogni riferimento al “loro” 5 Maggio e a quella salvifica pioggia di Perugia che tanti di noi ha fatto godere (andate al min. 2.45 per questa chicca, guarda caso al microfono di Ignazio Scardina: “Io sono una persona perbene… prima di fare discorsi poco giusti dovrebbero avere delle prove“).
Faccio parlare chi sa farlo meglio di me, caldeggiando la lettura di Zer0Tituli in religioso silenzio e con mano sul cuore:
Attendiamo di arrivare al “5 Maggio al quadrato“, certi di riempirci gli occhi su tutte le Homepage nostrane dei tre gol in sei minuti, del balletto di Dudek e degli occhi spiritati di Sheva prima del rigore decisivo.
Facciamo cagare. Ma-non-siamo-quella-roba-là!
WEST HAM
Campionato che non ha più nulla da dire per i nostri: probabilmente increduli per aver battuto (once more with feeling) i rivalissimi del Tottenham nel turno precedente, i nostri pensano bene di prender quattro pappine dal Liverpool in casa, certificando la mediocrità di una stagione che, a fanfare spianate, era stata salutata come quella del grande salto verso i top team.
Try better next time!