TORINO-INTER 1-0
Visto come sono diventato bravo a schivare le parolacce?
Tocca cominciare dalla fine, e attingere alla prolissa saggezza di Lele Adani, quando tra una subordinata, un’anacoluto e una citazione di Valdano dice che “l’Inter ha giocato la stessa partita fatta contro la Sampdoria, solo che lì ha fatto 5 tiri e 5 gol, mentre qui ci sono 16 corner, 10 tiri, 2 pali e 0 gol”.
Potremmo chiuderla qui, ma come al solito siamo bravissimi a fare andare dimmerda le cose che già di loro vanno malino. Ecco quindi l’effetto domino con Gagliardini che scivola a metà campo, Perisic che recupera generoso su Belotti toccandogli la palla ma facendola carambolare su De Silvestri, Skriniar allungarsi in spaccata come 100 volte ha fatto in stagione ma senza trovare il pallone e infine Ljajic, ex non-avvelenato, purgare un incolpevole Handanovic.
Lì per lì qualche moccolo scappa, ma i nostri hanno già creato tanto, traversa di Perisic e miracolo di Sirigu su Icardi compreso. Tempo e modo per recuperare -insomma- ce n’è. E per quello i nostri si mettono anche di impegno, but it’s one of those days…
Emerge drammaticamente un limite di questa squadra che la mia testa brizzolata ha notato già da tempo: se non segnano Icardi o Perisic, qui fare gol è un’impresa titanica.
Non voglio scomodare i santi in paradiso e quindi la ventina di gol stagionali che il combo Cuchu-Deki-Thiaone-Sneijder garantiva, ma è di tutta evidenza che la nostra attuale mediana sia assai stitica in termini realizzativi. Basti pensare che il nostro terzo marcatore è Skriniar con i suoi 4 centri stagionali.
Nelle scorse stagioni avevo spesso gongolato nel vedere la mia squadretta tra le prime in termini di numero di giocatori in gol nell’arco della stagione: quest’anno siamo tristemente in zona retrocessione in questa particolare ma importante classifica.
La sorte manco a dirlo è puttana -del resto sarà mica un caso che il ritornello dell’inno della mia squadra inglese reciti “fortune is always hiding”…- e quindi il sinistro al volo di Rafinha a metà ripresa rimbalza sul palo per la 21° volta in stagione. L’evento è quello che fa sospirare al sottoscritto, formato al divino insegnamento da cotanto padre “la vincium pù la guèra…”, e in effetti l’intensità della manovra dei nostri si affievolisce vieppiù, fino al fischio finale che ci lascia con l’amaro in bocca, ma con la consapevolezza di avere una squadra degna di questo nome.
Non so se essere più sollevato o rammaricato da quest’ultima constatazione. Vero: abbiamo giocato bene e meritavamo senz’altro la vittoria, così come nel Derby. Altrettanto vero che a fine anno non ci regaleranno i punti che stiamo lasciando per strada come “premio della critica”.
LE ALTRE
Il problema ulteriore di aver mancato la vittoria è che ci troviamo quinti, scavalcati da una Lazio solida e convincente che aggancia una Roma sconfitta in casa dalla Viola. Col gioco dei “se”, le due vittorie mancate ci costano 5 punti in classifica, che avrebbero voluto dire Champions quasi conquistata. Tutto resta possibile, stante il Derby della Capitale nel prossimo weekend, a patto di fare il nostro dovere in quel di Bergamo, magari con una vittoria brutta e cattiva che alle nostre latitudini non si vedono da tempo.
Davanti, la Juve passa a Benevento non senza difficoltà, mentre il Napoli aspetta ben oltre il 90’ per tenere aperto un campionato che, col Chievo in vantaggio fino a pochi minuti prima, sembrava ormai aver preso la strada di Torino.
Il Milan paga in parte il culo avuto nel Derby finendo per pareggiare in casa col Sassuolo una partita che avrebbe dovuto stravincere viste le occasioni avute, ma che ha rischiato di perdere .
E’ COMPLOTTO
Ho lottato contro il sonno pur di sentire cosa il buon Rizzoli avrebbe raccontato a Caressa & Co. Il nostro ha correttamente difeso l’operato del VAR, snocciolando numeri e trend ampiamente confortanti, alla faccia di tutti i gufi che pronosticavano crolli verticali dei minuti di gioco effettivo o confusione incontrollata tra i giocatori dopo una decisione cambiata dopo l’intervento delle immagini.
Invece vediamo confermato ciò che chi scrive in realtà pensava fin da Settembre: più chiarezza uguale meno sospetti. Meno sospetti uguale meno proteste perchè io giocatore vengo zittito dall’evidenza delle immagini quando protesto la mia innocenza o reclamo la colpevolezza altrui all’insegna del “non l’ho neanche toccato” o “ah che dolore arbitro mi ha spaccato la gamba!”.
Purtrppo la zona grigia e il margine interpretativo dell’arbitro rimarranno sempre, e con ciò lo spazio per la cultura del sospetto di cui tanti si lamentano, forse smemorati nel non ricordare quante e quali circostanze spiacevoli abbiamo alimentato queste credenze popolari.
Ad esempio, stando a Rizzoli convalidare il gol di Mertens con l’Atalanta ed annullare quello di Icardi nel Derby sarebbe perfettamente coerente, visto che nel secondo caso e non nel primo era possibile determinare con certezza la posizione irregolare dell’attaccante. La parte più divertente era la faccia da Pierino con cui si sforzava di essere credibile. Non uno che gli abbia riso in faccia, o quantomeno gli abbia segnalato la leggerissima contraddizione tra queste sue dichiarazioni (improntate al concetto “se c’è evidenza certa del fuorigioco, giusto annullare anche se è millimetrico”) e quelle di un paio di mesi fa in cui rivendicava l’esistenza di un certo margine entro cui la decisione non può essere considerata un errore e quindi non si deve modificare.
Ma va beh… mi sono consolato con la grezza dell’anno del calabrese cantilenante che, nella sua perfettibile perspicacia, prorompe in un caustico “la VAR mi fa cagare” senza aver capito di essere in onda.
E dire che era in uno studio televisivo…
WEST HAM
Cazzutissimo pareggio a Stamford Bridge col Chicharito a pareggiare il vantaggio iniziale del Chelsea. Punto che muove la classifica ma che soprattutto riconcilia la squadra con i propri tifosi dopo un periodo non esattamente esaltante.

Chi io?? No, gioca tranquillo, tanto non segni…